Bergomi: «Rischio contraccolpo? L’Inter non ha neanche il tempo di pensarci!»

L’Inter inciampa nella trasferta di Bologna, ferendosi col gol di Riccardo Orsolini. Giuseppe Bergomi commenta la prestazione delle due squadre, evidenziando ciò che è mancato ai nerazzurri per ottenere la vittoria. Poi l’ex giocatore interista pensa alle conseguenze che il risultato potrebbe avere sui prossimi impegni della squadra di Simone Inzaghi.
EQUILIBRIO ROTTO – Giuseppe Bergomi nello studio di Sky Sport interviene dopo Bologna-Inter, sulla quale dichiara: «La partita è stata bella tatticamente, senza tantissime grandi occasioni, forse solo una per parte. Però ci sono stati tanti duelli. Il Bologna ha fatto leggermente qualcosina in più e nel finale ci può anche stare una stanchezza generale. L’Inter quando gioca queste partite, contro squadre che pressano molto alto, ha bisogno che i due attaccanti facciano una grande partita. È brutto tirare in ballo le assenze, ma stasera probabilmente è mancato anche Marcus Thuram, che è quello che ti dà profondità. La partita è stata in equilibrio, bella tatticamente, con tutte queste coppie in campo, e alla fine su una rimessa laterale c’è stato il bellissimo gol di Riccardo Orsolini che ha rotto l’equilibrio».
Bergomi nel post partita di Bologna-Inter
RIPERCUSSIONI PSICOLOGICHE – Giuseppe Bergomi prosegue: «Con un pareggio secondo me l’aspetto psicologico poteva essere importante, perché così l’Inter manteneva un punto di vantaggio sul Napoli. Poi, alla fine dei conti, cambiava poco. Qui dev’essere bravo mister Inzaghi a ricaricare subito lo spogliatoio. Anche se, comunque, l’Inter gioca ogni tre giorni e non ha neanche il tempo di pensarci. Adesso ha la semifinale di Coppa Italia contro il Milan e la partita con la Roma in campionato diventa importante. Avrà anche due squalificati come Alessandro Bastoni ed Henrikh Mkhitaryan. Quello che dico sempre è: la bellezza dell’ambizione di poter star dentro fino all’ultimo e giocartele. Devi viverla in questa maniera qui, ricaricare le batterie, andare al campo e lavorare sulla testa dei ragazzi».