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Chivu: «Inter, è stata una sorpresa! Ora pensiamo al Mondiale»

Cristian Chivu, nuovo allenatore dell’Inter, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del mondiale per club. Nel frattempo sarà anche la prima conferenza stampa da nuovo tecnico e sarà dunque presentato alla stampa. 

CONFERENZA STAMPA CHIVU – Cristian Chivu ha parlato in sala stampa dagli USA nel corso della sua presentazione come nuovo allenatore dell’Inter.

CONFERENZA STAMPA DI CRISTIAN CHIVU COME NUOVO ALLENATORE DELL’INTER

Chivu, stiamo già vedendo nella parte sul pezzo lei. Emotivamente ha realizzato di essere il primo allenatore dell’Inter?

Avere le responsabilità dell’Inter voglio portare avanti. La stessa che ho avuto quando Piero mi portò ad Appiano quando venni da giocatore e poi da allenatore dell’U14. Sono 13 anni con una piccola pausa fatta. Ho avuto sempre questa responsabilità.

Anche altri compagni, oltre Maicon, ti hanno scritto?

Abbiamo la chat storica che va avanti da molti anni. Siamo compagni e amici, oggi mi ha fatto piacere rivedere Maicon e ricevere tutti quei messaggi di congratulazioni. Poi anche dediche speciali che rimangono tra me e loro. Leggere la felicità di tutti mi fa piacere e sono orgoglioso

Dove ha avuto coraggio l’Inter con lei?

Tornare alle radici, all’interismo. Anche Marotta ha capito di cosa si tratta. Io questa parola lo avuta sempre nella mente. Oltre al coraggio, anche al mio di essere davanti a voi e di essere l’allenatore dell’Inter, tra le squadre più forti al mondo, e accettare che nel calcio si può vincere o perdere, se le cose vanno bene, la strada da percorrere è sempre più bella.

Chivu, quanto sarà importante fare bene subito al Mondiale?

Il percorso fatto da questa squadra, il momento creato, lo staff che era prima, bisogna portarlo avanti. Essere consapevoli che una squadra come l’Inter ha bisogno di questo tipo di ambizioni. Bisogna continuare su questa linea, avere fiducia e autostima. Lavorare per bene, per la società, per mantenerla lì.

C’è un grande torneo da giocare, come approccia in questo ruolo?

C’è da onorare il torneo, è la prima volta che si gioca. Siamo tutti responsabili di raggiungere i nostri obiettivi. Ma siamo qui per fare il nostro meglio. So come gestire uno spogliatoio, ho lavorato nell’Under 19 e con tanti ragazzi. Non bisogna sottovalutare il viaggio che bisogna fare. Alcuni saranno delusi del finale della scorsa stagione, ma sanno di aver fatto un percorso fantastico. L’obiettivo è importante ma anche il viaggio.

Chivu, il futuro di Petar Sucic ed Henrikh Mkhitaryan? Come utilizzerà l’armeno?

Non è un problema che Mkhitaryan abbia 36 anni, ma la sua qualità umana e da giocatore. Ciò che conta è la motivazione che hai, l’età è solo un numero. Il modo in cui si allena e la sua professionalità non sono in dubbio. Spero di trovare queste motivazioni e al momento lo riscontro. Serve lavorare per il team, rispettare i tifosi, la proprietà e provare ad essere la migliore versione di se stessi.

Che ne pensa del Monterrey?

Ha cambiato allenatore, abbiamo avuto tre giorni per visionare alcune partite. Rispetteremo tutti gli avversari che avremo davanti. Abbiamo tutte le intenzioni di onorare questa competizione

Chivu ci può raccontare i giorni che l’hanno portata all’Inter?

E’ stato di sorpresa, perché in baso a quanto fatto negli ultimi 3 mesi, l’intenzione mia era di continuare a Parma. Poi è arrivata la chiamata dell’Inter, che voleva un incontro con me. La prima cosa che ho fatto è stata quella di chiedere il consenso a Federico Cherubini. Quando ti chiama l’Inter per quanto abbiamo assieme… Inzaghi l’avevo chiamato prima della chiamata dell’Inter, per fargli in bocca al lupo dopo il suo addio. Dopo non ci siamo più sentiti.

Come ricaricare subito i nazionali?

Non dimentichiamoci il percorso fatto, il valore di una squadra non può essere giudicata da non essere riuscita ad alzare i trofei. Conta il percorso, la crescita dei ragazzi e individuale. Il dovere di una squadra e di un allenatore è dare sempre il massimo. Per me non è una stagione fallimentare. Due mesi fa si parlava di una squadra che aveva eliminato Bayern, Barcellona, era prima in Serie A ed era tra le più belle in Europa. Il fallimento non esiste nel calcio. Esiste solo quando guardiamo scuse e alibi. In queste settimane, non mi è mai sembrata una squadra che punta al dito e trova colpevoli.

Un parere su Domenec Torrent, allenatore del Monterrey? E su Sergio Ramos e Sergio Canales?

Rispetto tutti gli allenatore perché so che non è mai facile. Sergio Ramos è uno dei difensori migliori di sempre, ha fatto grandissime cose. E tuttora è uno dei migliori.

Stimolo avere contro Allegri e Conte?

La stagione non è ancora finita, il mio pensiero è fare bene in questa competizione. Far tornare fiducia e autostima in questi ragazzi. Serve trovare energie veloci, del futuro ne riparleremo più avanti, quando la competizione finirà anche per noi.

Avete parlato di obiettivi con la società?

Noi siamo presenti in una competizione, dobbiamo portare avanti il nome Inter in giro per il mondo. Siamo qua per onorare questa competizione, per fare il nostro meglio e raggiungere qualcosa di importante.

Cosa può dare Chivu all’Inter?

Dal punto di vista umano tutto quello che ho. Rispetto, riconoscenza, carattere, interismo. Questa maglia, questa squadra, questa società mi hanno fatto innamorare. Dal punto di vista professionale decidete voi. Ma dal punto di vista umano darà tutto quello che ho.

Come si fa a far assorbire il trauma di Monaco? Mourinho ti ha inviato un messaggio?

Perdere una finale non è mai semplice, prima della finale del 2010 l’unico pensiero di paura era: “e se la perdo?”. Ma il percorso che hanno fatto è stato importante, una società come l’Inter ha l’obbligo e il dovere di ambire a cose importanti perché la storia dice questo. Qua bisogna onorare la competizione, rispetto che questo stemma ha in giro per il mondo. Tenere alzata l’asticella. Col mister mi ero sentito a telefono, sì ne abbiamo parlato.

Cosa nei pensi del calcio messicano? Opinione su Johan Vasquez del Genoa?

Io ho tanto rispetto per il calcio messicano, per la loro crescita, per crescere ancora la competizione, portando anche giocatori di esperienza. Il calcio sta crescendo e si sta globalizzando ovunque e il livello sta salendo. Prima negli USA, ora anche in Messico. Vasquez? Già importante traguardo giocare in Serie A in un club come il Genoa.

Chivu, come si lavora a questa competizione che si gioca con squadre che non si affrontano quasi mai?

Bello, è una competizione internazionale. Ha sempre il suo fascino, di far vedere il calcio allo stile puro, squadre che non sono abituate a giocare contro, più spensierate. La nostra squadra ha una certa esperienza, visto l’arrivo fino in fondo in tutte le competizioni. E abbiamo vari giocatori che giocano con le proprie nazionali in giro per il mondo.

Da allenatore debuttante in Serie A che sensazioni ha avuto?

Ho provato a fare del mio meglio per raggiungere un obiettivo che la società Parma mi aveva “imposto”. Abbiamo cercato di fare del nostro meglio e quando si raggiunge un obiettivo è ancora più bello. Si passa da mille cose, impari a non lamentarti, a tappare buchi, andare avanti. Questo fa l’allenatore, ci sono mille sfumature e non stare in una poltrona. Non ti devi lamentare.

Forza e debolezza sul Monterrey?

L’allenatore ha sempre cercato di proporre un gioco propositivo, sul possesso. Vedremo che accadrà martedì.

Lo staff tecnico?

Vice Kolarov, Mario Cecchi, Rapetti, Franchini, Spinelli e Orlandoni. Staff competitivo, di persone che sono umanamente di spessore. Faremo belle cose.

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