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Inter in prima pagina: dal rumore dei nemici al silenzio degli amici

Inter prima in classifica a +15 sulla Juventus seconda è una notizia ma Inter in prima pagina per un dossier di aiutini arbitrali è un capolavoro che va incorniciato. Le sfumature del rumore dei nemici diventano sempre più grottesche. E l’arma vincente diventa il silenzio degli amici

IL RUMORE DEI NEMICI – La stagione 2009/10 in casa Inter verrà ricordata per sempre come “La Stagione”. Quella chiusa con lo storico Triplete e l’addio di José Mourinho alla Milano nerazzurra. Ed è lo stesso allenatore portoghese a introdurre subito un tema, che diventerà ciclico lungo il percorso della sua Inter in campo. E fuori. Quella stagione si apre con alcune tra le più famose dichiarazioni di Mourinho in Italia: «Una delle cose che mi piacciono veramente, e ho avuto di nuovo negli ultimi due giorni, perché ho sentito subito il rumore dei nemici. Che mi piace tanto. Ho avuto un opinione e subito… il rumore dei nemici! Fantastico! Questo mi piace. Mi piace. Ho fatto così e tutti, subito, sono già qua. Questa è una sfida che mi piace». Il famoso “rumore dei nemici” non riuscì a frenare l’Inter in Coppa Italia, Serie A e soprattutto Champions League, vinte nel giro di poco più di due settimane. Il rumore dei nemici caratterizza da sempre le stagioni nerazzurre. La situazione non cambia dopo quasi quindici anni e Simone Inzaghi può confermare. Ma che cos’è il rumore dei nemici per l’Inter? Il rumore dei nemici è qualsiasi contenuto – scritto ma soprattutto parlato – veicolato attraverso i media per creare polemica intorno a un ambiente di lavoro. Una definizione buona non solo per il calcio. E ovviamente non solo per l’Inter, questo sia chiaro. La regola che regge tutto il giochino è scegliere una vittima affinché si senta davvero tale.

Il rumore dei nemici non funziona più con l’Inter

IL SILENZIO DEGLI AMICI – Periodicamente capita di puntare l’attenzione su una società “non amica” (da qui il riferimento mourinhiano di nemici, ndr) e destreggiarsi con l’obiettivo di rendere più animato il rapporto lavorativo. Tradotto in parole più semplici, il fine ultimo di chi opera in questo senso non è parlare male di qualcuno e/o qualcosa bensì stimolare una reazione. Reazione in stile Mourinho, che non le manda a dire. Reazione in stile Inzaghi, che non ha interesse a mandarle a dire subito ma aspetta tempi migliori. Ecco, in casa Inter qualcosa è cambiato dopo l’esperienza mourinhiana. A prendere le difese del club adesso è perlopiù Beppe Marotta, almeno in pubblico. E il fatto che si veicoli sempre di più la provocazione “Marotta League” è la conseguenza di questa situazione. Questo equilibrio, che qualcuno prova a rompere dall’esterno. Il rumore dei nemici è ancora protagonista e non serve nemmeno sfogliare i quotidiani sportivi (sportivi?) nazionali, tanto è già tutto in copertina. L’Inter oggi è in prima pagina non per gli elogi ma perché, provocandola, qualcuno si aspetta una reazione che faccia avere ancora qualche argomento “monetizzabile” da sviluppare. Ma la storia sta cambiando: al rumore dei nemici ora all’Inter si risponde con il silenzio degli amici, che nemmeno perdono più tempo nel dare importanza a chi provoca così. E il silenzio fa sempre più male del rumore.

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