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Marotta League e VAR in Serie A: cosa ci dice Inter-Verona e perché

Marotta League è la combinazione di due nomi che formano una teoria complottista destinata a diventare sempre più virale nel linguaggio social di cui si nutre il calcio italiano e, in particolare, i suoi protagonisti. Altro che giro di boa, Inter-Verona per la Serie A è la chiave di volta su cui reggere non solo l’intera stagione ma tutto il sistema marcio che fa da contorno

EPIFANIA IN SERIE A – Altra pagina bianca pronta a essere riempita di abbondante inchiostro. Epifania, dal latino “apparizione” e quindi “manifestazione”, in senso religioso. Nonché la festività che ricorre il 6 gennaio, ogni anno. E infine la “Befana”, in senso non religioso. Facciamo uso della Treccani per provare a inquadare meglio Inter-Verona del 6 gennaio 2024, una partita destinata a far parlare [a vuoto] per molto tempo in Italia. L’Epifania della Serie A, nella quale avviene l’apparizione del disagio e quindi la manifestazione della disinformazione. Protagonista la Befana nelle vesti di arbitro. O meglio di VAR come strumento in dotazione allo stesso. Un errore arbitrale non viene analizzato e commentato oggettivamente ma giudicato soggettivamente per portare l’argomento verso la direzione preferita. Agitare anziché calmare le acque. Per animare un settore sempre più povero di contenuti (e soldi…). Il titolo in prima pagina di Tuttosport è giornalisticamente geniale: “campioni d’inVARno“. Bello. Forte. Ricercato. «Fa ridere ma anche riflettere» direbbe qualcuno. Peccato faccia ridere con finalità diverse da quelle sperate, perché a riflettere è solo chi deve giudicare il prodotto giornalistico anziché quello calcistico. Se il messaggio che si vuole far passare è che l’Inter al giro di boa sia prima in Serie A grazie ai favori arbitrali significa che si ha davvero poca stima del proprio target. Il cliente stupido forse ti fa vendere più copie ma non può essere sfruttato per veicolare fuffa a pagamento. Non scherza nemmeno Il Corriere dello Sport con il suo titolo: “il VAR cieco“. Ma esattamente, di cosa si parla?

Inter-Verona esempio di tempesta perfetta

VAR A CONVENIENZA – In Inter-Verona c’è un errore arbitrale. Anzi, più di uno. Succede in tutte le partite, purtroppo. E succede a favore e/o torto di tutte le squadre. Oggettivamente il problema arbitrale in Italia esiste. Arbitri scarsi? Regole sbagliate? Situazioni confuse? Tutte ipotesi e motivazioni valide ma non alibi. Nessuno ancora ha capito quando può e quando non può intervenire il VAR a supporto dell’arbitro ma tutti assicurano che sbaglia il primo e sbaglia (volutamente?) il secondo. Per indirizzare le partite. Il campionato. La stagione. Il 2024 in Serie A si apre con un ritorno al passato di vent’anni. Forse trenta. Le polemiche di Inter-Verona caratterizzeranno il resto della stagione ma attenzione: Alessandro Bastoni fa una cosa oggettivamente stupida per un calciatore del suo livello ma altrettanto oggettivamente non esiste gomitata nei confronti di Ondrej Duda che, invece, dà il peggio di sé dopo lo “scontro” fisico. L’Inter non ottiene tre punti in classifica perché il gol di Davide Frattesi al 93′ è da annullare ma perché il rigore calciato da Thomas Henry al 100′ si schianta sul palo. Un rigore che c’è e che – giustamente! – viene assegnato proprio dal VAR. Perché? Sarebbe stato molto più facile fischiare la fine di Inter-Verona dopo il 2-1 ma l’Hellas Verona ha l’occasione di segnare il 2-2 a tempo abbondantemente scaduto e non la sfrutta. Il calcio è così. Sarebbe più corretto giocare ogni partita senza errori ma è utopia. Ed è anche sbagliato dire che è questo il bello del calcio. No, non lo è. E accettarlo significa decidere che il contorno è più importante del prodotto.

Marotta League al centro delle polemiche social

MAROTTA LEAGUE – Bisogna trovare una nuova formula per tenere in vita il calcio business senza usufruire del “Decreto Polemica”. Il vero problema, però, è molto più grave di ciò che si crede. Se un dirigente si permette di accusare – in maniera velata o meno – un collega, una società, un’associazione e/o una federazione del settore in cui lavora, dobbiamo fermarci un attimo. Per intenderci, Sean Sogliano come ogni direttore sportivo fa capo a Giuseppe “Beppe” Marotta, Presidente A.Di.Se (Associazione Italiana Direttore Sportivi, ndr). Pensare che le accuse del DS gialloblù siano rivolte proprio all’Amministratore Delegato Sport nerazzurro fa parte di una narrazione volutamente anti-Inter. Come chi vuole far credere che ci sia un sistema pro-Inter finalizzato a portare lo Scudetto della seconda stella nella bacheca nerazzurra a fine stagione. Una roba che può essere portata avanti solo dai tifosi da bar, mai da chi è pagato per lavorare in questo settore. Non faremo lo stesso errore di chi oggi vuole essere protagonista sulla carta stampata e sugli schermi digitali. In radio e in TV, i più famosi. Sui social e sul web, soprattutto. Giornalisti, opinionisti e utenti, se tifosi, rientrano nella stessa categoria. Una categoria che non ha credibilità nel racconto oggettivo di una singola partita, figuriamoci di un’intera competizione. La chiamano “Marotta League” perché parlare di “Serie A difettosa” è troppo difficile. E lo show deve andare avanti: lo show delle inutili polemiche mediatiche prezzolate, non di certo quello calcistico in campo. Buona Epifania eh, Italia dell’anti-calcio e dell’anti-informazione sportiva.

PS: Come prossimo titolo da prima pagina consiglio “Varotta League”, più impattante e sintetico.

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