L’Inter una Red Bull? Sì! Ma era anche una RSA e si era indebolita…
L’Inter viaggia a ritmi Red Bull e Verstappen e lo fa grazie ad un lavoro dietro pazzesco. In estate, diversi erano i problemi. Ora bravi a tutti a parlare.
FACILE DIRLO ADESSO − Ora l’Inter è una Red Bull, peraltro guidata da Max Verstappen e non da Checo Perez (perché diciamocelo chiaramente, con l’olandese è tutta un’altra roba). Ora è facile parlare. Sì, perché, in estate, ai nastri di partenza, gli stessi personaggi che oggi esaltano la squadra di Simone Inzaghi alla monoposto tre volte campione del mondo consecutivamente, avevano altri pensieri e opinioni nella testa. Tra chi criticava il mercato di Marotta e Ausilio per aver cambiato Thuram con Lukaku e Sommer con Onana, tra chi si dilettava a pronunciare la parola RSA per indicare l’organico maturo ed esperto dell’Inter. Ma a sei mesi di distanza, tutto sembra essere cambiato. E non perché la monoposto nerazzurra sia migliorata grazie al lavoro del team Principal Inzaghi e del suo staff. Bensì perché improvvisamente quei giocatori ‘più deboli di quelli dell’anno prima‘ e un po’ compassati e in là con gli anni, sono diventati nettamente più forti e bravi degli altri colleghi in giro per la Serie A.
L’Inter una Red Bull costruita sul lavoro
Se oggi l’Inter merita l’appellativo di Red Bull schiacciasassi il merito è grazie al lavoro della squadra e di Simone Inzaghi. I 15 punti di distacco dalla diretta inseguitrice (Juventus), i 69 gol fatti e gli appena 13 subiti, non nascono per caso o semplicemente perché la rosa nerazzurra sia nettamente la più forte dell’intero torneo. Perché in estate i problemi di affidabilità alla monoposto nerazzurra c’erano ed erano anche evidenti. In primis la difesa, oggi top in Europa, brulicava di problemi e difetti. In avanti, Thuram stentava ad entrare nei meccanismi nerazzurri, tanto da rimanere a bocca asciutta per tutto il precampionato. A centrocampo, diverse erano le vedove di Marcelo Brozovic e gli scettici sul Calhanoglu regista. In pochi mesi, Inzaghi, grazie al suo lavoro (e questo è bene rimarcarlo) ha riassettato la sua macchina. Ora l’Inter va che è una meraviglia. Una Red Bull che si è fatta e costruita nel tempo senza fare proclami e senza perdersi in inutili chiacchiere da bar.