Campagnaro: “Con l’Inter relazione tesa per un caso. Un peccato”
Campagnaro, difensore dell’Inter nelle stagioni 2013-2014 e 2014-2015, si è ritirato da un mese. L’ex difensore argentino, che ha chiuso la carriera al Pescara, ha rilasciato una lunghissima intervista al quotidiano argentino La Nacion. Nel ripercorrere la carriera ha ricordato un episodio che ha compromesso la sua storia in nerazzurro.
IL RAMMARICO – Hugo Campagnaro racconta quanto avvenuto a ottobre 2013: «Non mi piace parlare male delle squadre dove ho giocato, così come delle situazioni del passato. All’Inter c’era una vicenda complicata per il tema dei risultati ed è ovvio che alla società non piacessero i viaggi intercontinentali che noi giocatori dovevamo fare per giocare le partite con le nazionali. Erano le ultime due giornate (delle qualificazioni ai Mondiali del 2014, ndr) e l’Argentina sfidava il Perù a Buenos Aires e l’Uruguay a Montevideo. Eravamo già qualificati, ma come sempre hanno convocato tutti. Io avevo un problema alla pianta del piede e non giocavo all’Inter. La società mi ha chiesto di non rispondere alla convocazione, ma ho risposto che dovevo farlo per forza e farmi visitare dal medico della nazionale. Sarebbe stato lui a dover dire se potevo rimanere o meno in gruppo».
LO STRAPPO – Campagnaro prosegue: «L’Inter accetta di farmi partire e mi dice “Vai, ti fai vedere dal medico e torni”. Però, una volta arrivato a Buenos Aires e sottoposto ai controlli, mi dicono che avrei saltato il Perù, ma contro l’Uruguay avrei potuto giocare. E poi sono stato titolare in quella partita. Così ho chiamato a Milano e ho avvisato che sarei rimasto: all’Inter non è piaciuto molto. Ho giocato i novanta minuti contro l’Uruguay e sono tornato in Italia, di giovedì. Vengo convocato per giocare la domenica dopo col Torino, in trasferta, e mi faccio male in allenamento. Non era alla pianta del piede, che stava bene, ma da un’altra parte. Da lì, purtroppo, la relazione è diventata molto tesa e il mio passaggio all’Inter non è stato lo stesso».
IN BASSO NELLE GERARCHIE – Campagnaro spiega i risvolti dopo quel caso: «C’è stata anche una tournée negli Stati Uniti (estate 2014, ndr), dove non ho partecipato. Quando è andato via Walter Mazzarri è arrivato Roberto Mancini come allenatore, però lui giocava con la difesa a quattro e mi schierava da terzino destro. Mi è costato adattarmi a quel sistema perché venivo da anni a tre. Dopo i Mondiali non mi hanno rinnovato il contratto e sono andato via. Ho la coscienza tranquilla, perché ho fatto tutto quello che un giocatore deve fare: per lasciare la nazionale la risposta deve arrivare dal medico. Quando mi ha detto che avrei potuto giocare in quattro o cinque giorni era ovvio che sarei rimasto. L’Inter non l’ha capito, è un peccato che si sia compromessa la mia relazione col club».
Fonte: La Nacion