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Moratti: “Inter-Barcellona una finale. Conte un grande. Il mio sogno…”

Intervistato dal quotidiano sportivo catalano Sport, Massimo Moratti – ex Presidente nerazzurro – ha toccato diversi temi tra cui Inter-Barcellona di domani, la trattativa che portò Ronaldo a Milano, lo scambio Ibrahimovic-Eto’o e molto altro ancora.

PARTITA SPECIALE – Massimo Moratti è sicuro: la sfida di domani tra nerazzurri e blaugrana avrà, come sempre, un sapore speciale: «Inter-Barcellona è sempre una partita speciale. Lo è per la storia, per il prestigio e per la qualità delle due squadre. Non importa quando si incrociano, lo scontro tra nerazzurri e blaugrana è sempre come una finale. Nessuno vuole perdere, ci sono tante aspettative da entrambe le parti e sono sicuro che a San Siro assisteremo a un grande spettacolo. L’Inter deve entrare in campo con il solo obiettivo di vincere. Non bisogna pensare troppo al risultato del Borussia Dortmund o perdere tempo in calcoli matematici, bisogna solo e soltanto vincere. Per farlo i nerazzurri devono ripetere il grande primo tempo dell’andata. Anche se qualificato, il Barcellona giocherà con il suo stile di sempre e l’obiettivo di vincere, però ho fiducia sia in Antonio Conte che nella squadra. Sono convinto che si può arrivare alla fase a eliminazione diretta della Champions League».

NUOVO CORSO – Secondo Moratti, i successi stagionali della squadra sono dovuti non tanto ai giocatori o al tecnico, quanto a un altro fattore: «Ciò che mi piace di più dell’Inter di Conte è la mentalità. La squadra mi piace in generale, ha un grande allenatore in panchina e una squadra di grande livello. Ciò che fa però davvero la differenza è la mentalità. Oggi, grazie alla cultura del lavoro e del sacrificio portata dal tecnico, tutti i giocatori sono disposti a sacrificarsi in nome della squadra. Conte sta tirando fuori il meglio da tutti i suoi giocatori. Lukaku e Lautaro Martinez stanno facendo una stagione strepitosa, sono due grandi attaccanti, segnano molto e in campo si cercano molto».

IL VERO RONALDO – Un commento poi sulla trattativa che portò Ronaldo all’Inter, arrivato proprio dal Barcellona. Senza far mancare una piccola frecciatina: «Quando portai Ronaldo all’Inter non fu una trattativa difficile. C’era una clausola e la pagai anche se nessuno si aspettava che un campione come lui potesse arrivare nella nostra squadra. Non ci furono troppe trattative con il Barcellona, investimmo ciò che dovevamo investire e il giocatore stesso ci aiutò molto a realizzare questo sogno. Era un giocatore fantastico. Non so se sia stato il miglior acquisto della storia nerazzurra, ma sicuramente lo fu per il mio lungo periodo come presidente. Stiamo parlando del Fenomeno, di una stella, di un campione con la palla che faceva cose che gli esseri umani non potevano neanche immaginare. Ora possiamo dire orgogliosamente che nell’Inter e nel Barcellona ha giocato il vero Ronaldo».

SCAMBIO IMPORTANTE – Come non ricordare poi una delle più grandi operazioni di mercato negli ultimi anni: estate 2009, lo scambio che si rivelò fondamentale per la vittoria del leggendario Triplete nerazzurro nel 2010. Ecco il ricordo di Moratti: «Anche quella tra Ibrahimovic e Samuel Eto’o è stata una grande operazione di mercato, una delle più intelligenti che abbiamo fatto. Mi spiego meglio. Mi piace molto Zlatan e mi dispiace per la sua cessione, è stato un addio doloroso sia a livello umano che sportivo. Tuttavia nell’operazione entrò Eto’o che ci aiutò a vincere il Triplete. Un risultato indimenticabile che rimarrà impresso nel DNA dell’Inter e dei suoi tifosi».

IL GRANDE SOGNO – Infine, spazio anche per il rammarico, un grande sogno di mercato che Massimo Moratti non è mai riuscito a realizzare: «Il mio grande sogno che non sono riuscito a realizzare ha un nome e un cognome: Andres Iniesta. Lui è stato il primo giocatore che chiesi al Barcellona. Dissi alla dirigenza blaugrana più volte che ero disposto a fare pazzie per lui, ma mi risposero sempre che non era in vendita a nessun prezzo. Insieme a Messi hanno scritto grandi pagine del calcio blaugrana. Leo è nato già Pallone d’Oro. Il calcio è qualcosa di naturale per lui e se il Barcellona vince, lui ci ha sempre messo la firma».

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