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Inter dà i numeri ma è sempre un’idea di Inzaghi: Sensi 5, 6 e pure 7!

Inter chiamata a risolvere il problema creato nel centrocampo di Inzaghi dopo la telenovela Samardzic, che dal primo giorno coivolge indirettamente anche l’ormai ex esubero Sensi. Tante le nuove opzioni ipotizzate ma praticamente nessuno che si avvicina realmente all’idea iniziale del tecnico nerazzurro, costretto a riadattarsi solo per necessità e non per volontà “specifica”

PROFILO MANCANTE – La rosa di Simone Inzaghi non è ancora completa ma poco ci manca. Pochissimo, anzi. Il calciomercato dell’Inter diverte perché ogni giorno viene dato un aggiornamento che smentisce quello del giorno prima. E il giorno la situazione si capovolge nuovamente. Divertente sì ma è facile distinguere una notizia da una non-notizia. E la non-notizia non è altro che una banale invenzione giornalistica utilizzata per creare hype intorno alle mosse nerazzurre. Una strategia che si traduce volgarmente in: vendere copie e generare click. Anche se si sta parlando del nulla cosmico. Anzi, soprattutto in quel caso. Perché, a mercato chiuso, parte la seconda fase: i retroscena di mercato su tutte le operazioni non portate a termine e quindi non ufficiale. Per distinguere le notizie dalle non-notizie sull’Inter basta osservare un dettaglio: se si parla di “richiesta specifica di Inzaghi” è quasi sempre una non-notizia. Ne è un esempio la ricerca la permanenza di Stefano Sensi e/o la ricerca del sesto centrocampista. Ancora di più dopo l’operazione Lazar Samardzic saltata. Sensi sesto centrocampista in rosa è un’idea di Inzaghi? Ma soprattutto, Samardzic per lo stesso ruolo lo era? C’è un po’ troppa “confusione” (o solo incompetenza?) sul profilo richiesto da Inzaghi per rimpiazzare Roberto Gagliardini in rosa.

Il sesto che Inzaghi chiede(va?) all’Inter

SESTO SENSI – Proviamo a dare risposte ai quesiti. No, Sensi sesto centrocampista non è un’idea di Inzaghi ma una situazione di emergenza da accettare nel caso in cui non si riesca a fare di meglio. Inzaghi preferisce sistemare la difesa con un titolare (Benjamin Pavard sì “richiesta specifica”) e completare l’attacco con una riserva (Alexis Sanchez non unica opzione ma quella più fattibile) piuttosto che ritrovarsi con cinque difensori per tre maglie o tre attaccanti per due. Comprensibile, avendo già cinque centrocampisti per tre posti più il jolly Sensi. Perché è palese che Sensi non abbia le caratteristiche tecnico-tattiche per completare il reparto, privo di un mediano perlopiù difensivo e strutturato fisicamente in grado di giocare da mezzala ma all’occorrenza anche davanti alla difesa. Caratteristiche che non c’entrano nemmeno con Samardzic né con il 90% dei profili ipotizzati nelle ultime ore. Non basta essere più alti di Sensi (1,68 m) per essere definiti “centrocampisti fisici” ma è anche ridicolo doverlo specificare. Samardzic sarebbe stato un colpo in prospettiva importante da valorizzare in caso di cessione di Sensi ma all’Inter non è riuscito l’incastro perfetto. Pertanto, meglio pensare all’oggi anziché al domani con una certezza: il post-Gagliardini all’Inter per Inzaghi non è né Samardzic né Sensi.

Il ruolo di Sensi nel centrocampo dell’Inter

SETTIMO JOLLY – Il numero 5 che fu di Gagliardini, preso proprio da Sensi quest’estate e “richiesto” dall’impaziente Pavard, è ancora in bilico. Sensi da “non esubero” non può essere il sesto centrocampista dell’Inter di Inzaghi ma il settimo sì. Il jolly offensivo, appunto. Un profilo extra senza Samardzic da tenere in rosa alle spalle dei sei centrocampisti e dei quattro attaccanti grazie alla duttilità che lo contraddistingue. Mediano difensivo no ma mezzala offensiva sì. Ala no ma trequartista sì. Centravanti no ma seconda punta sì. Inzaghi sarebbe ben felice di trattenere Sensi da numero “sette”, soprattutto nel caso in cui arrivi una quarta punta pura al posto di Joaquin Correa e non Sanchez. Scenario molto complicato ma non impossibile. Paradossalmente, in rosa esiste già il profilo “ideale” per caratteristiche generali e costi contenuti ma rientra tra gli esuberi dell’Inter da tempo. Sì, per assurdo Lucien Agoumé avrebbe più sensi di tanti nomi assurdi accostati alle idee di Inzaghi. Agoumé “sesto” ha più senso di Sensi, che invece è perfetto come “settimo”. Del resto, il sesto oggi non può certo essere Khephren Thuram, classe 2001 del Nizza nonché fratello dell’interista Marcus. La situazione non è poi così complessa: Sensi con il suo numero 5 può far parte della rosa dell’Inter ma non come sesto centrocampista voluto da Inzaghi per via delle caratteristiche, piuttosto da jolly come settimo. Ma senza un nuovo acquisto post-Gagliardini, l’Inter manterrà il centrocampo attuale con la formula 5 + 1 (Sensi).

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