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Sensi non più esubero ma mai sesto per Inzaghi: Inter, nuovo piano?

Sensi convince tutti nel pre-campionato dell’Inter ma l’unico a dover convincere in realtà è Inzaghi, che sperava in un altro finale. Anzi, il tecnico nerazzurro lo spera ancora e il tema va esteso anche all’attacco ma le strategie di calciomercato ora vivono un momento di riflessione

INCOGNITA MEDIANA – Il ruolo di Stefano Sensi nell’Inter di Simone Inzaghi non è quello di centrocampista. Fin dal suo rientro ad Appiano Gentile l’etichetta giusta per Sensi è quella di “esubero” senza alternative. Un ruolo di esubero ufficializzato con la scelta di investire su Lazar Samardzic (Udinese). Dal 29 luglio al 16 agosto 2023 succede di tutto nel nuovo centrocampo dell’Inter di Inzaghi. Samardzic non c’è più e Sensi smette di essere un esubero. Questione solo numerica, non tecnico-tattica. Sensi non rientra virtualmente in rosa come sesto centrocampista dell’Inter, ruolo ancora scoperto nelle idee di Inzaghi in assenza di Samardzic. Nel gioco delle coppie Sensi non è il backup ideale del titolare Henrikh Mkhitaryan, mezzala sinistra del 3-5-2 inzaghiano. La quantità garantita dal classe ’89 armeno non è nelle corde di Sensi, che invece garantisce qualità in abbondanza. Per il ruolo di incursore nessun problema, per quello di tuttocampista non ci siamo. Di conseguenza il classe ’95 italiano è più adatto per un ruolo ibrido: Sensi è il jolly offensivo che manca all’Inter di Inzaghi più che al centrocampo in sé. Una risorsa che funge da raccordo con l’attacco. Un profilo che oggi è meglio avere in rosa anziché regalare.

Inter alla ricerca di un altro Samardzic

PROFILO IBRIDO – Senza perderci nei numeri, la questione è prettamente fisica. Persi il titolare Marcelo Brozovic (Al-Nassr) e la riserva Roberto Gagliardini (Monza), nessun centrocampista dell’Inter supera la soglia del metro e ottanta. Dato allarmante a centrocampo nell’idea tattica di Inzaghi. Samardzic paradossalmente sarebbe stato il profilo più alto e fisico in mezzo al campo. Una variante tattica importante per cambiare spartito a partita in corso, quando necessario. Inserendo Sensi a completamento del sestetto, si aggiunge l’unico profilo che non supera nemmeno la soglia del metro e settanta. Non solo un’esagerazione, bensì una situazione assurda. Inzaghi necessita di un mediano completo e strutturato, che garantisca la doppia fase di gioco. Non un banale alter ego di Mkhitaryan. Sensi è perfetto per attuare una variante tattica con il trequartista, insieme all’ala, alle spalle del centravanti (3-4-2-1) o semplicemente con il rifinitore a supporto delle due punte (3-4-1-2). Può giocare da mezzala, sicuramente, ma non con compiti difensivi e quindi di copertura in sostituzione delle tre mezzali di fatica. E può agire anche da regista basso, ma sempre e solo per impostare la manovra davanti alla difesa senza fare legna…

Sanchez alternativo a Sensi per l’Inter

JOLLY OFFENSIVO – La conferma di Sensi in rosa è legata a diversi fattori. Non solo alla disperazione dopo aver capito che è difficile piazzarlo in uscita. Soprattutto a causa del contratto in scadenza il 30 giugno 2024, che annulla l’opzione del prestito, se non dopo prolungamento strategico fino al 2025. Il rinnovo, che alleggerisce il costo annuo dell’ammortamento, significa aumentare i costi pluriennali. Non è una soluzione al problema ma un altro modo per tamponare il problema. Ecco perché non bisogna illudersi che il bluff Samardzic abbia risolto anche il problema Sensi. O peggio, che Sensi sia la soluzione al problema Samardzic. Il piano Sensi sesto centrocampista dell’Inter di Inzaghi è l’ultimo tra quelli credibili. Può andare in porto ma solo in mancanza di alternative (creative) entro il 31 agosto. Piuttosto, Sensi è perfetto come settimo centrocampista in caso di attacco con le quattro punte attuali. E visto che con le quarte punte attuali farebbe comodo un quinto profilo ibrido come Alexis Sanchez, è facile capire i margini di movimento in casa Inter: sei centrocampisti più Sensi e quattro attaccanti senza Sanchez o sei centrocampisti senza Sensi e quattro attaccanti più Sanchez oppure una combinazione tra le due.

Inzaghi ridisegna nuovamente l’Inter

ACQUISTO EXTRA – L’Inter non ha spazio per un profilo extra se non a costi ridotti. Per questo motivo trattenere Sensi in scadenza di contratto per completare il centrocampo o riprendere Sanchez a parametro zero per l’attacco è accettabile per una stagione. In ogni caso, nell’ipotesi più disperata, i due reparti finali saranno composti da dieci-undici calciatori, dei quali cinque coppie intercambiabili ed eventualmente un jolly offensivo. A fare da tappo al nuovo attaccante è Joaquin Correa così come Sensi fa da tappo al nuovo centrocampista (valeva anche per l’ingresso di Samardzic, ndr). L’Inter a questo punto deve scegliere se mantenere lo spazio per un jolly offensivo, integrarlo in rosa rinunciando a un profilo più funzionale (mezzala fisica) oppure rinunciarci per tornare sul mercato alla ricerca del nome giusto per Inzaghi sulla scia di Samardzic. Tre ipotesi che devono passare al vaglio dei costi. Presentarsi con Sensi sesto e ultimo centrocampista più Correa quarta e ultima punta, senza un nuovo acquisito tra centrocampo e attacco, è un rischio da calcolare. Farlo con Sensi e Sanchez, senza un “undicesimo” calciatore, sarebbe ancora più folle. Un nuovo acquisto ora dipende da tanti incastri… e altrettante cessioni.

Sensi non unico “tappo” per l’Inter di Inzaghi

PIANO ALTERNATIVO – Il fatto che Sensi attualmente rientra numericamente in rosa non frena l’Inter dal ricercare una nuova occasione a centrocampo. In prestito, ovviamente. Ed è anche il motivo per cui lo svincolato Sanchez attende (ancora per poco…) novità da Milano anziché firmare con un altro club. Il piano A prevede(va?) un’Inter senza jolly offensivo ma a due settimane dalla chiusura del mercato trovare una nuova mezzala migliore di Samardzic e una punta migliore di Marko Arnautovic sembra troppo complicato. E nel concetto di “migliore” bisogna considerare anche il fattore economico-finanziario e non solo tecnico-tattico. Piazzare sia Sensi sia Correa è utopia ma è anche l’unica via di salvezza per provare a regalare a Inzaghi una rosa completa. La certezza è che un “ex” esubero non diventa mai una prima scelta. Ed eventualmente il centrocampo sarebbe composto da un modello “cinque più uno”, inadeguato. Vietato perseverare nell’errore, gradito correggersi in tempo: l’Inter non può fondare la sua stagione su due esuberi confermati in rosa perché senza mercato. Sensi sesto centrocampista è un affronto a Inzaghi, che può mettere la firma su un piano alternativo solo in caso di novità in attacco… altrimenti il mercato di riparazione stavolta inizierà con quattro mesi di anticipo.

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