Interviste

Ranieri: «Io all’Inter, fu bellissimo! Peccato per Thiago Motta»

Ranieri in genere parla a due giorni dalla partita ed è così anche per Inter-Cagliari. Queste le dichiarazioni in conferenza stampa dell’allenatore rossoblù, raccolte dall’inviato di Inter-News.it.

CONFERENZA RANIERI – Questa la conferenza stampa di Claudio Ranieri all’antivigilia di Inter-Cagliari.

Ranieri inizia con un ricordo dell’anniversario dello scudetto del Cagliari.

È stata una cosa meravigliosa per l’Isola e tutti quanti, che si sono sentiti partecipi. È stata una festa meravigliosa, grazie ancora a quei campioni che hanno portato tanto entusiasmo e fratellanza nell’Isola.

Come si gestisce l’entusiasmo dopo la vittoria con l’Atalanta? Che effetto fa averla vista poi vincere a Liverpool ieri?

Il giusto equilibrio è la cosa che dico sempre ai giocatori. C’è una bellissima poesia di Kipling, che dice che sia la vittoria sia la sconfitta sono due impostori: l’uomo vero deve restare nel mezzo. Mi auguro che i giocatori siano col giusto equilibrio, anche perché andiamo a trovare i probabilissimi campioni d’Italia. Potremmo passare dalle stelle alle stalle in sette giorni, se questa settimana l’ho lasciata scorrere serena probabilmente dovrò farlo anche per la prossima.

C’è qualcosa da aggrapparsi come debolezze dell’Inter?

No, è una macchina perfetta con 75 gol fatti e 15 subiti. È uscita dalla Champions League per una sfortuna maledetta, nel calcio possono starci gli episodi positivi e negativi. Andiamo ad affrontare i possibilissimi campioni d’Italia senza paura: voglio vedere la nostra possibilità di fare la partita anche a San Siro.

Che effetto fa arrivare a questa partita in un momento particolare per il Cagliari e per l’Inter? Cosa cambia dall’andata?

Era stata una partita difficilissima, che hanno vinto meritatamente. Abbiamo fatto il nostro possibile: non è stato facile, già si vedeva che era mentalizzata per la vittoria finale. Ogni partita l’hanno affrontata con quella sagacia tattica, determinazione e spirito di coesione che hanno portato – non a caso – a essere primi. Erano in embrione entrambe le squadre, con giocatori ancora da inserirsi al 100%.

Il Cagliari è la squadra coi giocatori più decisivi fra i subentranti. Ranieri, chi può trascinare la squadra all’obiettivo?

Fare dei nomi non mi piace. Devo dire che sono contento perché mi mettono tutti in imbarazzo, con voglia di prendersi una maglia da titolare. Sono fortunato perché ho a disposizione una rosa di giocatori che mi permette di cambiare la faccia delle partite: coi cinque cambi tutte si sono abituate a fare dei cambi importanti. Abbiamo dei giocatori che trovano la via del gol e questo ci ha permesso di essere a 30 punti, ma il traguardo ancora non è centrato e ci sarà tanto da lottare e da soffrire.

Come si può mettere in difficoltà l’Inter?

Facendo una grandissima partita, al di là del sistema di gioco. Dobbiamo fare una gara perfetta sperando che loro non la facciano. I valori in campo, non offendo i miei giocatori, dei giocatori dell’Inter presi uno per uno sono più forti di quelli del Cagliari: lo dice la classifica. Dobbiamo superarci e aiutarci l’uno per l’altro.

Che effetto le ha fatto vedere l’Atalanta vincere 0-3?

Ho fatto un tifo sfrenato per l’Atalanta, perché sapevo che sarebbe stata difficile. Hanno sofferto i primi quindici minuti, anche se c’era l’occasione di Pasalic, e dopo il gol c’è stata una sola squadra in campo: complimenti. Soddisfazione per una squadra italiana che ha vinto ad Anfield, mi pare siano solo quattro le italiane in campo internazionale che l’hanno fatto.

Che ricordo si porta Ranieri dell’esperienza all’Inter?

Bellissima, meravigliosa. Presi una squadra che non stava in buone acque, ci risollevammo. Eravamo vicini alla Champions League e Thiago Motta, attuale allenatore del Bologna, volle andare via a tutti i costi al PSG. Lì l’orologio creato si inceppò: la colpa non è stata mia ma di Thiago Motta (ride, ndr). Era un giocatore meraviglioso, che faceva girare la squadra alla perfezione.

C’è qualcuno che preferisce subentrare?

No, tutti vogliono giocare dall’inizio. Dobbiamo continuare con questa mentalità: vedendo le statistiche delle volte che siamo andati a Milano, con l’ultima vittoria del 2016, so che dobbiamo lottare. È quello che ho chiesto alla squadra: al di là del nome dell’avversario dobbiamo fare la nostra partita. Al di là dei risultati, che possono essere positivi e negativi, manteniamo il nostro focus sulla partita. Dobbiamo lottare, perché dopo ci saranno la Juventus e il Genoa.

Ranieri, cosa si ricorda del Cagliari dello scudetto?

Il ricordo che ho del Cagliari è la mia ultima partita da giocatore della Roma. Fu un Roma-Cagliari all’Olimpico, vincemmo 2-0 e io marcavo Bobo Gori. È un ricordo bello, poi vedere giocare il Cagliari di quei tempi con Cera che veniva in avanti e faceva l’uomo in più da libero, poi Nené e Domenghini… era una squadra che sapeva il fatto suo.

Ci sono novità dall’infermeria?

Petagna e Pavoletti sono tutti in personalizzato. Poi devo sempre valutare bene delle cose che non dico, ma sta a me far giocare uno o l’altro. Non sempre è così tutto rose e fiori.

Lapadula invece come sta?

Gioca, si allena e si cura.

L’anno scorso la promozione del Cagliari è stata dedicata all’ex presidente Tonino Orrù, adesso la salvezza per Riva?

Assolutamente. Sono arrivato e tornato con lui presidente onorario, per celebrarlo al meglio solo la salvezza del Cagliari può essere il regalo.

Trent’anni fa esatti, il 12 aprile 1994, l’ultima partita in Europa del Cagliari proprio contro l’Inter: le piacerebbe ripetersi?

Restiamo coi piedi per terra. Io direi che il Cagliari ha sempre giocato con quella volontà di mettercela tutta. Come magari poteva sembrare strano che prima dicessi che ero contento della prestazione adesso stiamo facendo quello che serviva. Serviva tempo, serviva la scossa.

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