Analisi tatticaPrimo Piano

Juventus-Inter: 0-0 senza attacco, poca convinzione. E Kolarov entra tardi

Juventus-Inter non passerà alla storia come partita indimenticabile. Servivano almeno due gol, non n’è arrivato mezzo. Pur mettendo alle corde i padroni di casa per buona parte di gara, gli errori e le imprecisioni vengono pagate con l’eliminazione. Lo 0-0 premia la fase difensiva bianconera contro un attacco nerazzurro nullo. E se il migliore in campo per l’Inter è Kolarov, entrato per giocare meno della mezz’ora finale, c’è da riflettere. Ecco l’analisi tattica di Juventus-Inter

PRESENTAZIONE PRE-PARTITA

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare la Juventus in Coppa Italia: Handanovic; Skriniar, de Vrij, Bastoni; Hakimi, Barella, Brozovic, Eriksen, Darmian; Lukaku, Lautaro Martinez.

MODULO – L’Inter cambia gli interpreti del suo 3-5-2 ma non il tipo di impostazione tattica. Sul centro-sinistra Eriksen e Darmian completano il centrocampo, che modifica la sua natura “guerriera” vista l’assenza di Vidal. In pratica si gioca con il doppio regista intercambiabile davanti alla difesa.

RESOCONTO PARTITA

PRIMO TEMPO – Nei primi minuti Eriksen agisce da mezzala ma arretra davanti alla difesa per impostare la manovra al posto di Brozovic. La Juventus fa possesso palla senza avanzare, facendo sprecare energie inutili alle mezzali di Conte. Una volta trovate le misure, l’Inter aggredisce meglio e trova gli spazi per ripartire in velocità. Darmian timido sulla sinistra, mentre Hakimi sembra essere l’unico in grado di fare la differenza quando lanciato in profondità. Alzando il baricentro, nella seconda frazione di tempo è l’Inter a dominare il gioco e la Juventus a subire. Ma l’assedio non porta reti a causa dei soliti errori sotto porta. Manca l’ultima giocata. E il sacrificio spalle alla porta della coppia Lukaku-Lautaro Martinez non porta in dote nulla di offensivo. E sbaglia l’impossibile. Nei minuti finali l’unico rischio è firmato Cristiano Ronaldo, pericoloso a intermittenza. Il primo tempo termina 0-0: partita bloccata in zona gol per mancanza di precisione.

SECONDO TEMPO – Nessuna modifica nell’intervallo. L’Inter non riesce ad alzare il ritmo come vorrebbe e alla lunga le idee scemano. Al 57′ primo cambio per l’Inter: fuori Darmian, dentro Perisic. Approccio più offensivo sulla sinistra. Peccato che il problema non sia sulle fasce, bensì in tutto il resto del campo. Il compitino non basta per sfondare la muraglia bianconera. Al 65′ doppio cambio per Conte: fuori Bastoni ed Eriksen, dentro Kolarov e Sensi. Il serbo imposta l’azione da dietro con lanci precisissimi in direzione Hakimi, l’italiano prova a fare da raccordo tra centrocampo e attacco. Conte non passa alla difesa a quattro ma chiude con lo stesso 3-5-2 (come da immagine sotto allegata, ndr). Le iniziative nel finale sono confusionarie e, pur con una Juventus che difende in dieci, non portano gol. Incomprensibile la prestazione di Lukaku, fermo e tutt’altro che affamato di gol. Il secondo tempo termina 0-0: niente gol, niente finale.

Juventus-Inter formazione finale

CONSIDERAZIONI POST-PARTITA

PROTAGONISTA – Lo 0-0 è un pareggio che va analizzato come se non fosse condizionato dal risultato dell’andata, per questo il focus se lo merita l’allenatore: Conte. In questo pareggio ci sono pregi e difetti del tecnico nerazzurro. La preparazione (vedi formazione) della partita è perfetta, mentre la lettura (vedi cambi) lascia a desiderare. La rosa – soprattutto la panchina – è quella che è, senza alternative. Proprio per questo da Conte ci si aspetta che modifichi qualcosa direttamente in campo. Con gli uomini migliori. Abbassare Eriksen, alzare Brozovic, invertire Hakimi. Passare dalla difesa a tre alla difesa a quattro e dall’attacco di coppia al tridente. E ancora, utilizzare la coppia Kolarov-Eriksen sul centro-sinistra per lanciare la coppia Hakimi-Perisic larga a destra, dove c’era Alex Sandro ammonito dal 25′. Conte non lo fa, si fida delle sue idee e non vede altro perché non ha alternative in panchina. In questo caso nessuno può fargliene una colpa. Cocciuto.

COMMENTO – All’andata è mancato Lukaku. Al ritorno pure. Cioè, c’è ma è come se non ci sia. La difesa della Juventus giganteggia ma è il centravanti dell’Inter a essere troppo piccolo in un palcoscenico fatto apposta per lui. Poi va detto che Lautaro Martinez non distingue la porta da persone che si muovono in modo confusionario. Spesso si dice che una squadra non segnerebbe neanche con le mani, esattamente come in questo caso. L’Inter non avrebbe segnato neanche con le mani e senza portiere contro. Chiarito questo aspetto, si può parlare della partita. Handanovic il migliore in campo? Falso. Non per demeriti del portiere dell’Inter, puntuale sui pochi tentativi juventini. Ma porla su queste basi serve solo a mettere in cattiva luca la prestazione dei giocatori di movimento. Una prestazione insufficiente per il risultato (si partiva dall’1-2 di Milano…) ma non nel complesso. Si fosse giocata in Serie A, per la Juventus sarebbe stato un punto d’oro. Altro che due punti persi. La scelta del “doppio regista” è corretta, ma probabilmente Conte pecca nell’azzardare: Eriksen va lasciato libero di inventare, mentre è Brozovic quello da sguinzagliare in giro per il campo. Peccato. Finché Hakimi viene lanciato, la Juventus ha motivo di preoccuparsi. E allora perché non insistere? L’ingresso in campo di Kolarov ha migliorato la manovra dell’Inter semplicemente prendendo palla e lanciandola in zona Hakimi. Ed è paradossale da dire ma non falso: Kolarov è stato il migliore in campo dell’Inter. Peccato non averci pensato prima… Insomma, lo 0-0 è giusto ma non può far contento l’ambiente nerazzurro. Conte l’ha preparata al massimo delle sue possibilità, considerate le due pesanti assenze (Vidal e Sanchez). E senza attacco non si va da nessuna parte. Bisogna recuperare atleticamente e mentalmente Lukaku, che è bloccato. Non come Sensi (ex giocatore?). Una partita storta può capitare ma ora iniziano a essere tante. Non bastava battere la Juventus, serviva batterla segnando almeno due gol: è mancata la convinzione per sbloccare il risultato, impossibile puntare a vincere un trofeo. Addio (anche) alla Coppa Italia, ora basta.

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