Per Inzaghi minima spesa massima resa: Inter-Milan vinto a marce basse
Simone Inzaghi vinto il quinto derby consecutivo tra Inter e Milan. Il tecnico nerazzurro insiste su punti di forza già noti, e ottiene risultati nettamente migliori rispetto al passato.
LEZIONE DI CALCIO – I record che l’Inter batte col 5-1 di ieri al Milan si sprecano. Basterebbe fermarsi al parziale realizzato in questo 2023. Cinque derby disputati, cinque vittorie nerazzurre, 12 gol segnati a fronte di solo uno subito. E il proprio il 5-1 di ieri suona come un’autentica lezione che Simone Inzaghi rifila per l’ennesima volta a Stefano Pioli. E il tecnico dell’Inter lo ha fatto in modo piuttosto semplice, senza cambiare troppo di fronte a un Milan rivoluzionato. Bensì facendo leva su pochi concetti estremamente vincenti.
CONCETTO CHIAVE – L’approccio dell’Inter nel 5-1 al Milan si può riassumere nel concetto di “ottimizzazione”. Inzaghi chiama i suoi a non sprecare energie, palloni e metri. Tenendo in mano il ritmo della partita anche quando la palla è tra i piedi dei rossoneri. Lo fa benissimo nel primo tempo, quando i nerazzurri tengono un baricentro di 40,75 metri (fonte: report della Lega Serie A), quasi venti in meno rispetto ai rossoneri (59,94). Nel secondo tempo le due squadre si avvicinano, con l’Inter sui 46 metri e il Milan a 54,83. Ma i rossoneri commettono l’errore di allungarsi troppo per cercare di riprendere il match, scoprendo colpevolmente i fianchi alle brucianti ripartenze di Henrikh Mkhitaryan e compagni. E soccombendo definitivamente in un aspetto intangibile.
MENO FATICA – La grande intelligenza di applicazione dell’Inter si evince anche dai dati sulla corsa (sempre dal report della Lega Serie A), uniti a quelli sul possesso palla e sulle conclusioni. Il Milan tiene palla oltre dieci minuti più dell’Inter (31’37” contro 21’05”). Tuttavia gli uomini di Inzaghi percorrono in totale 106 km, cinque in più dei rossoneri (101,182 per la precisione). Al tempo stesso, i nerazzurri arrivano al tiro verso la porta di Mike Maignan in 7 occasioni (segnando appunto 5 gol), mentre i rossoneri appena 2. Un trattato perfetto sul concetto di “ottimizzazione” e su come controllare un match intero senza avere sempre il pallone tra i piedi.