Nota tattica di Torino-Inter: la fascia destra si è improvvisamente inceppata
“Nota tattica”, una rubrica che mira a sottolineare un dettaglio, in positivo o in negativo, dell’ultima partita dell’Inter. Dopo Torino-Inter parliamo dei movimenti sulla fascia destra.
CORSIA IN CRISI – Per settimane se non mesi la fascia destra è stato il cuore della manovra offensiva dell’Inter. La presenza di Hakimi, Barella e Lukaku calamitava il pallone e sbilanciava tutto il gioco. Una corsia preferenziale molto chiara. E molto produttiva. Contro il Torino però questo triangolo non ha funzionato: non è la prima volta nell’Inter e la questione inizia a farsi sensibile.
HAKIMI CONFUSO – Il Torino ha giocato contro l’Inter col baricentro basso, lasciando pochi spazi e abbandonando il controllo della sfera. In queste condizioni Hakimi tende a soffrire di più rispetto a quando ha verticalità da sfruttare. Ma non è solo questo. Nelle ultime gare il marocchino sembra vivere una fase di confusione. I suoi movimenti sono poco coordinati con quelli dei compagni e gli scambi corti che lo hanno spesso reso imprendibile faticano a sgorgare fluidi. Spesso riceve palla o troppo basso con l’uomo davanti o troppo alto già marcato, costretto quindi a giocare spalle alla porta. In queste condizioni il suo impatto si riduce di molto. Come non bastasse il numero 2 aggiunge al conto anche errori al cross e al tiro.
TORINO-INTER, FASCIA POCO COORDINATA – Hakimi magari è il principale imputato. Quello che ha sulla coscienza gli errori più evidenti. Ma non è tutta colpa sua. L’intera fascia destra ha dei problemi nella coordinazione. Alle difficoltà del marocchino corrispondono quelle di Barella. Il numero 23 non sta più trovando scambi corti e spesso si trova a giocare praticamente da ala. Palla al piede, sulla fascia, con uomo davanti, col cross come soluzione unica o quasi. Dietro di lui per trovare nuovi sbocchi Skriniar ha provato a fare praticamente il terzino classico, salendo spesso in sovrapposizione anche durante Torino-Inter di ieri. Creando così con Hakimi più accentrato e marcato e il sardo che puntava il difensore palla al piede un assembramento strano e poco produttivo.
ANCHE LUKAKU – Dai problemi non è certo esente il vertice alto. Vale a dire Lukaku. Il belga è un riferimento costante del gioco, ma nelle ultime gare sta vivendo un momento di appannamento. Di conseguenza, ancora una volta, tutti i movimenti coordinati che nascono dalla sua capacità di difendere e giocare palla risultano in qualche modo imprecisi. O per tempi o per giocate. Un insieme di piccole cose, tanti granelli di sabbia che hanno inceppato un ottimo ingranaggio. Per fortuna in Torino-Inter alla fine non è costato punti.