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Inter, ora monte ingaggi -20%! Ma a fine mercato percentuale diversa

Il mercato dell’Inter sta portando un notevole risparmio nel monte ingaggi, circa il 20% in meno rispetto alla stagione precedente. Tuttavia il mercato nerazzurro, in entrata e in uscita, non è ancora chiuso.

RINNOVAMENTO GENERALE – Il mercato dell’estate 2023 dell’Inter è ancora in corso, ma intanto si possono già tratteggiare alcuni assunti. In primis, il gran ricambio d’aria che si respira nello spogliatoio di Appiano Gentile. Diversi leader e nomi pesanti del recente passato nerazzurro se ne sono andati, portando innanzitutto due cambiamenti (che solo il tempo dirà se sono positivi o meno). Il primo è una profonda riduzione dell’età media della rosa a disposizione di Simone Inzaghi. Con conseguente rinnovamento a livello di leadership, con Lautaro Martinez nuovo capitano dell’Inter. E il secondo riguarda invece il monte ingaggi nerazzurro.

CONTI ALLA MANO – Ad oggi, il totale degli stipendi (calcolati al netto) della rosa dell’Inter è diminuito all’incirca di 15 milioni di euro. Una differenza che deriva dal risparmio degli ingaggi dei giocatori non più in rosa (34 milioni netti), tenendo presenti anche gli aumenti legati ai rinnovi di Hakan Calhanoglu e Alessandro Bastoni (3,7 milioni netti a stagione) e gli ingaggi dei nuovi giocatori (all’incirca 12,1 milioni netti). Considerando tutte queste variabili, il monte ingaggi netto è complessivamente calato del 19,5% circa. Un risultato non da poco, dato che per Steven Zhang ridurre i costi della rosa nerazzurra è uno step fondamentale per migliorare il bilancio dell’Inter. Tuttavia questa percentuale è destinata a cambiare nel prossimo mese.

Inter, quante mosse ancora da completare

MERCATO APERTO – Il mercato dell’Inter non è concluso, come dicevamo all’inizio. I nerazzurri devono ancora finalizzare almeno tre acquisti. Quello di Yann Sommer come nuovo portiere titolare; Lazar Samardzic per completare il centrocampo (siamo ai dettagli); un nuovo quarto attaccante. Tutte operazioni destinate ad aumentare la quota di costi. Per il portiere sono rimasti 5,5 milioni di euro netti come margine (considerando lo spazio salariale liberato da Samir Handanovic e André Onana). Per la punta l’Inter punta stare ben al di sotto degli 8,5 milioni netti riconosciuti a Romelu Lukaku l’ultimo anno. Senza tralasciare i 3,5 di Joaquin Correa, che i nerazzurri puntano a piazzare nel corso di questa sessione. E proprio in uscita si prospettano altre operazioni.

SPAZIO DA ARIEGGIARE – Al momento nella rosa dell’Inter sono presenti dei veri e propri esuberi. Alcuni dichiarati, come Eddie Salcedo e Lucien Agoumé, nemmeno convocati per il Japan Tour in corso. Senza dimenticare Gabriel Brazao in porta, Stefano Sensi e Valentino Lazaro a centrocampo, e Sebastiano Esposito in attacco. Tutti nomi che non rientrano nei piani di Inzaghi, viste le operazioni in entrata già concluse (Juan Cuadrado) e quelle previste (Samardzic e una quarta punta). E che a bilancio pesano per un totale di 5 milioni di euro netti. Briciole rispetto al totale, ma pur sempre costi superflui ed evitabili. L’Inter proverà così a piazzarli, soprattutto Sensi e Lazaro (i più costosi, 3,5 milioni netti a stagione in due di ingaggio), anche a costo di non realizzare plusvalenze. Ma completando la strategia di questo mercato in modo coerente.

UN ASPETTO POSITIVO – Con questa sessione di mercato, l’Inter sta pesantemente ringiovanendo la rosa, come dicevamo all’inizio. Basti pensare che, a fronte di quattro over30 usciti (Lukaku, Handanovic, Dzeko e D’Ambrosio), ne sono entrati appena due (Di Gennaro, classe 1993, e Cuadrado, classe 1988) ed è in previsione solo un altro (il portiere Sommer, coetaneo dell’esterno colombiano). E sono arrivati tre giovani di levatura diversa: Marcus Thuram (classe 1997), Davide Frattesi (1999) e Yann Bisseck (2000). Pertanto, se anche il monte ingaggi dovesse chiudersi con una riduzione “solo” del 10% (metà del calo attuale), l’Inter sta costruendo una rosa nettamente più giovane e futuribile. Con profili più facili da piazzare sul mercato e che appesantiscano meno il bilancio, evitando la cementificazione degli ultimi anni.

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