Handanovic-Inter fino al 2022? Scelta ok, ma a una sola condizione (futura)
Handanovic ha legato indissolubilmente la sua carriera ai colori dell’Inter. Il numero 1 e capitano nerazzurro ha rinnovato di un anno il suo contratto, prolungandolo fino al 2022. Una scelta coerente della società, purché sia chiaro il suo ruolo nell’ultimo anno di contratto.
RINNOVO – Come si vociferava già da un po’, l’Inter e Samir Handanovic hanno prolungato di un anno il proprio rapporto. L’attuale numero 1 resterà così nerazzurro fino all’estate 2022, completando dieci stagioni con la maglia dell’Inter. Una maglia che lo sloveno ha conquistato con tanto lavoro e poche (anzi, pochissime) parole. E sebbene non abbia (ancora) alzato un trofeo in nerazzurro, ha potuto colmare un suo grande sogno: giocare stabilmente in Champions League (solo 2 presenze con l’Udinese). Un sogno a lungo inseguito e da Handanovic spesso sbandierato come motivo di insoddisfazione, quando l’Inter languiva distante dalle zone europee. Ripercorriamo quindi le otto stagioni nerazzurre dello sloveno.
PERCORSO – Il percorso di Handanovic nell’Inter genera polarizzazioni nette tra i tifosi. Da una parte, chi lo ritiene uno dei migliori di sempre. Dall’altra quelli che, pur riconoscendogli i giusti meriti, non trascurano alcune leggerezze di valutazione. Facciamo quindi un passo indietro: quanto è migliorato lo sloveno, da quando è in nerazzurro? Arriva con la noméa di “pararigori” e in un certo senso la mantiene: 13 rigori parati in nerazzurro, su 49 subiti. E uno degli aspetti in cui cresce sicuramente di più è il gioco coi piedi, che lo rendono un perno centrale nella costruzione dal basso. Tuttavia, viene difficile trovare altri elementi del suo gioco in cui sia davvero migliorato.
LEADERSHIP – Handanovic arriva all’Inter nel 2012, a 28 anni, all’inizio della fase di piena maturità. Eppure sono diversi i fondamentali in cui deve ancora completare l’apprendimento. In primis, l’uscita alta e gli uno contro uno con gli attaccanti. E la sensazione, più che netta, è che nel tempo abbia preferito imparare ad ottimizzare movimenti e reazioni, muovendosi solo in condizioni di assoluta sicurezza. Pur senza negarsi quando è stato necessario svolgere gli straordinari, come nell’ultima gara con l’Empoli della stagione 2018/19. E anche la leadership, che l’ha portato a diventare capitano dell’Inter dopo l’affaire Icardi, non è una dote in cui sembra eccellere. Spesso lo si vede in difficoltà nel guidare la manovra della difesa, specie in situazioni di transizione al passivo. Questo non è un tentativo di sminuirlo, vogliamo solo vedere il contributo di Handanovic alla causa nerazzurra nella giusta prospettiva.
FUTURO – 342 presenze e 365 reti subite dopo, che Handanovic possa chiudere la carriera in nerazzurro è più che lecito. Nell’ambiente Inter si è guadagnato il rispetto di tutti, e la fascia di capitano è legata saldamente al suo braccio. Ma quale sarà il suo “vero” ruolo, in quest’ultimo biennio all’Inter? Per la stagione che inizierà a giorni, difficile aspettarsi qualcosa di diverso: il capitano e il portiere titolare sarà ancora lui, il tempo per le sorprese non c’è. Però è necessario sfruttare al meglio i prossimi 12 mesi per individuare il suo erede, e portarlo a Milano già la prossima estate. Un’ultima stagione da titolare, alla veneranda età di 38 anni, non sarebbe lo scenario migliore. Nessun atto di lesa maestà, è semplicemente giunto il momento – anche per Handanovic – di passare i suoi guantoni ad un altro. Che si tratti di Juan Musso, di Alessio Cragno o di Alex Meret. O di qualcun altro, al momento sconosciuto o – meglio ancora – insospettabile.