Interviste

Ausilio: «L’Inter voleva essere la prima di Milano. Mercato? Svelo qualcosa!»

Direttamente dalla festa dell’Inter in Piazza Duomo interviene su Pressing Piero Ausilio. Il dirigente nerazzurro racconta le emozioni e poi svela anche qualche intenzione sul mercato.

FESTA – Piero Ausilio commenta l’emozione per la vittoria e i festeggiamenti dello scudetto dell’Inter: «È una cosa pazzesca, fantastico. Io sono qui da tantissimi anni e non ho mai visto qualcosa del genere. Qualche trofeo, qualche vittoria l’ho vista, ma quello che è successo oggi, fin dal primo pomeriggio è qualcosa che non riesco a descrivere. Ed è una cosa che ancora va avanti perché non so quando finirà questa cosa, ma penso che andrà avanti tutta la notte».

OBIETTIVO – Piero Ausilio continua: «Bisseck ha detto che l’anno prossimo si rivince? Non c’era coca cola sul pullman penso, perché quando si arriva qui ci si lascia andare. Penso che dopo sette ore su quel pullman abbiano bevuto un po’ di tutto. La pressione va bene, noi non ci siamo mai nascosti. Questa stagione è iniziata con un obiettivo ben preciso ed era quello di vincere questo scudetto e la seconda stella, o per lo meno provare ad essere i primi a Milano. Ci siamo riusciti, era quello che volevamo e adesso ovviamente cercheremo di fare il possibile per ripeterci. L’Inter non può non competere tutte le stagioni per provare a vincere, poi se lo faranno altri gli stringeremo la mano. Ma noi siamo sempre qui».

UMILTÀ – Piero Ausilio spiega: «Se c’è il rischio di sentirci troppo più forti delle altre? No questo assolutamente no. Anche l’Inter ha vinto, prima del Milan e del Napoli. Non è facile perché in Italia, a differenza di quello che altri fanno passare, tutti gli anni ci sono almeno quattro o cinque squadre che vogliono vincere lo scudetto. Poi le dichiarazioni lasciano il tempo che trovano. Noi siamo l’Inter e l’Inter non può iniziare una stagione pensando a una qualificazione in Champions League o fare qualcosa che non sia il massimo per vincere. Non vuol dire che ci si riesca sempre. Non è successo all’Inter, al Milan e al Napoli. Noi l’anno prossimo ripartiremo con la stessa ambizione ma anche con tanta umiltà, voglia di fare bene e migliorarsi».

Ausilio si sbilancia sul prossimo mercato dell’Inter

ITALIANI – Poi focus sul mercato per Piero Ausilio: «Se c’è qualche ragazzo italiano che penso si possa aggiungere alla rosa dell’Inter? Questa domanda mi piace molto perché contraddistingue il lavoro che abbiamo fatto. Noi abbiamo cercato di crear e uno zoccolo duro, con un grande senso di appartenenza all’Inter come quello di grandi calciatori come Dimarco, Barella, Bastoni, Asllani, Frattesi. Questi sono tutti interisti, oltre che essere italiani. Io non parlerei solo di italiani ma di gente che gioca in Italia da tanto tempo, che si è abituata a questo campionato di cui conosce difficoltà e dinamiche. È solo un discorso di qualità, se poi è italiano tanto meglio».

EQUILIBRIO – Piero Ausilio, sulle intenzioni dell’Inter sul mercato, dichiara: «In Italia ci sono si ragazzi validi in Under-21 e molti sono nostri. Non dimentichiamo che abbiamo in giro dei ragazzi in prestito, Oristiano o Carboni che è un italo -argentino. C’è Fabbian di cui abbiamo la possibilità di ricomprare l’anno prossimo. Poi la squadra non va fatto con i numeri ma con equilibrio, una buona chimica e soprattutto con i numeri giusti. Ogni giorno leggo di giocatori che vengono acquistati ma il numero dev’essere quello giusto e valorizzati tutti. Una rosa giusta vuol dire due per ruolo, non per forza trenta giocatori in una rosa».

ATTACCO – Piero Ausilio conclude, con due dei nomi più caldi per il mercato attaccanti: «Chi mi piace di più tra Gudmundsson e Zirkzee? Mi piacciono tutti e due ma Zazzaroni è molto più avanti di me su questo perché sa benissimo le difficoltà ci sono per fare questo tipo di operazioni in Italia. Poi, visto il lavoro che faccio e quello che stanno facendo questi ragazzi, sarei folle a dire che non sono ragazzi di qualità. Lo sono ma non vuol dire che l’Inter può comprarli. Abbiamo già cinque attaccanti e penso che ne terremo quattro, a differenza di quello che vogliono far passare. Perché quello è il numero giusto per andare avanti come abbiamo fatto quest’anno».

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