Zhang: «L’Inter dev’essere sempre competitiva! Il calcio va innovato»
Zhang ha rilasciato una lunga intervista a Massimo Marianella per Sky Sport. Il presidente dell’Inter, dopo i vari spezzoni andati in onda in settimana (qui il riepilogo), ha dato una visione d’insieme della società.
TRAGUARDO – Steven Zhang valuta lo scudetto dell’Inter: «Una sensazione incredibile. Una grande soddisfazione aver alzato al cielo il trofeo, che sembrava impossibile dopo nove anni con la stessa squadra che vinceva e dopo undici anni senza trofei. Non pensi mai che arrivi quel momento, non si può mai immaginare cosa proverai quando vedi la città e i tifosi così felici. Soprattutto in un periodo del genere, per tutto il mondo. In molti Paesi vediamo che la situazione non è ancora tornata alla normalità. Non so se la storia si ripeterà, ma è di certo un ricordo che rimarrà nella memoria e nel cuore di milioni di persone».
AVANTI COSÌ – Zhang non si tira indietro e vuole mantenere l’asticella alta: «A livello personale lo scudetto è una soddisfazione. Abbiamo messo grande impegno nel club, sia finanziario sia mentale e fisico, per arrivare a questo traguardo. Un club come l’Inter deve essere sempre competitivo, credo che questo scudetto sia la dimostrazione che abbiamo reso onore al club rappresentandolo. Abbiamo portato soddisfazione alla città e dimostrato che il lavoro paga, nonostante le difficoltà».
FELICITÀ – Zhang prosegue: «Siamo molto soddisfatti. Il lavoro porta sempre risultati, siamo contenti che il nostro investimento abbia portato i suoi frutti. Se riesci a vincere in un campionato difficile come quello italiano dimostri come con la comunicazione, la collaborazione e l’impegno si possano superare anche le differenze culturali. Col duro lavoro non importa quanto siano grandi le differenze: se lavori nel modo giusto ottieni un percorso vincente».
CAMBI DA FARE – Ci sono però delle note dolenti per l’Inter, come discusso più volte. Zhang dà un quadro generale: «La pandemia ha portato difficoltà a tutto il sistema calcio. Aveva già dei problemi, e la necessità di ridurre i costi e ristrutturali. Nella sola stagione 2019-2020, la prima col Coronavirus, si sono riscontrate delle perdite generali per due-tre miliardi, in tutto il sistema. È necessario per noi adattarci ai cambiamenti, capire cos’è successo e cosa succederà nel calcio. Dobbiamo proteggere il club, la sua stabilità e la sostenibilità, mantenendo eventualmente la competitività in campo».
CAMBIO DI ROTTA – Il discorso di Zhang è ampio: «Guardiamo i dati e la visibilità, il tempo dedicato al calcio con la pandemia è ridotto. Senza tifosi allo stadio la fruibilità è cambiata: dobbiamo sempre evolverci, competere coi social media e altri sport. In particolare le giovani generazioni hanno tante cose da fare: videogiochi, o passare tempo su TikTok e altri prodotti. Siamo un’industria sportiva parte di una società di intrattenimento: dobbiamo capire le innovazioni, cosa interesserà alle future generazioni. I novanta minuti, da vedere stando seduti e concentrandosi solo sulla partita, non saranno più sufficienti. Non saranno nemmeno le cose giuste per i partner commerciali. Vogliono vedere engagement oltre la partita, da usare anche in Paesi dove non puoi viaggiare come Cina e Stati Uniti. L’industria dello sport è un ottimo investimento, ma bisogna essere coraggiosi e chiederci se il nostro prodotto è abbastanza buono per i tifosi».
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