Analisi tatticaPrimo Piano

Siviglia-Inter: Lukaku immobile abbandona Conte, che sbaglia in 3 dettagli

L’Inter si ferma sul più bello. A Colonia il 2-3 finale premia il Siviglia, che prepara la partita molto meglio dal punto di vista mentale e tattico. Il rigore flash di Lukaku illude, il pareggio di Godin sembra rimettere le cose in ordine. E invece il KO è firmato da un goffo autogol del centravanti belga nella sua serata peggiore in maglia nerazzurra. E anche Conte ha delle colpe. Ecco l’analisi tattica di Siviglia-Inter

PRESENTAZIONE PRE-PARTITA

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare il Siviglia in finale di Europa League: Handanovic; Godin, de Vrij, Bastoni; D’Ambrosio, Barella, Brozovic, Gagliardini, Young; Lukaku, Lautaro Martinez.

Siviglia-Inter formazione ufficiale

MODULO – Conte prepara la finale lavorando sulla stessa identica Inter messa in campo ad agosto. Il 3-5-2 non ha nessun tipo di modifica, si prova a ripetere in particolar modo la prestazione della semifinale.

RESOCONTO PARTITA

PRIMO TEMPO – Il Siviglia inizia subito a fare la partita ma l’Inter la indirizza bene con una ripartenza delle sue. Al 5′ Lukaku supera Bono su rigore guadagnato dopo essere stato atterrato in area, nell’occasione superlativo Barella nel doppio lavoro di recupero e lancio. Partita cattiva e a ritmi elevatissimi fin da subito. L’aggressività degli spagnoli è un problema per l’undici nerazzurro. Al 12′ l’Inter va in bambola su un’azione ben manovrata del Siviglia, che trova la rete di testa con De Jong, lesto a bruciare Godin sul cross di Jesus Navas dalla destra. Le già poche convinzioni dell’Inter svaniscono in un lampo. In campo solo il Siviglia, che continua a schiacciare la squadra di Conte. Rispetto alle ultime uscite, non funziona né il gioco spalle alla porta né le verticalizzazioni. Fa impressione notare Lukaku completamente avulso dal gioco, fermo ad aspettare che siano gli altri a pressare i difensori spagnoli quando costruiscono dal basso. Inter troppo bassa e incapace di alzarsi per limitare l’aggressività del Siviglia, più prestante dal punto di vista atletico, tecnico e tattico, ma soprattutto mentale. Al 33′ de Jong di testa sovrasta Gagliardini su punizione battuta magistralmente dal solito Banega. Per fortuna al 35′ Godin fa la stessa cosa su punizione di Brozovic, rimettendo la partita in parità con un colpo di testa. Negli ultimi dieci minuti le squadre tornano a studiarsi, facendo notare pregi e difetti. Il primo tempo termina 2-2: in campo meglio il Siviglia ma risultato equilibrato.

SECONDO TEMPO – La ripresa si apre senza cambi e con altri ritmi. Ed è l’Inter a cercare di addormentare la partita rallentando ulteriormente la propria manovra, sia per recuperare energie sia per evitare di subire il gioco del Siviglia. Un gioco che però continua a essere macinato sia con i piedi sia con la testa. Dopo averla buttata sul nervosismo fin dal primo minuto, si passa alle provocazioni. Lo spettacolo offerto è indecente e l’Inter non sembra in grado di reagire in nessun modo. Corsa a vuoto e confusione. E quando c’è da arrivare al tiro, scocca tutto fuorché una conclusione da gol (Gagliardini male, Lukaku peggio). Al 74′ Lukaku si trova sulla traiettoria della rovesciata sbilenca di Diego Carlos e buca Handanovic, incredibile. Conte costretto a modificare la formazione. Al 78′ triplo cambio per l’Inter: fuori D’Ambrosio, Gagliardini e Lautaro Martinez, dentro Moses, Eriksen e Sanchez. Staffetta in tre ruoli, ma Barella si sposta sul centro-sinistra per lasciare il centro-destra al danese. La qualità della manovra aumenta così come la stanchezza di chi è in campo dal 1′ (Barella su tutti), ma l’atteggiamento e il ritmo continuano a non essere da chi ha fame di vittoria. Un solo lampo in area piccola con la coppia Moses-Sanchez che conferma il tutto. Al 90′ Conte si gioca il tutto per tutto con il quarto e ultimo cambio: fuori Godin, dentro Candreva. Il numero 87 si posiziona largo a destra, ma dopo una breve fase di “difesa a due” si torna tre con Moses che si abbassa (come da immagine sotto allegata, ndr). Ma tanto nei dieci minuti finali (6 di recupero) non si gioca praticamente più. Il secondo tempo termina 2-3: sconfitta difficile da commentare per l’Inter di Conte.

Siviglia-Inter formazione finale
Siviglia-Inter formazione finale

CONSIDERAZIONI POST-PARTITA

PROTAGONISTA – Trovare un peggiore in campo dopo una sconfitta in finale, anche se non così drammatica come può sembrare, è difficile ma non impossibile quando vieni tradito dal tuo giocatore più decisivo: Lukaku. Il centravanti belga è irriconoscibile, mai visto così prima. Perfino nelle prime uscite stagionali, fuori forma e fuori dal contesto tattico, si è mosso per provare a fare qualcosa. A Colonia no. Lukaku è fermo, immobile, dal primo all’ultimo minuto. In 97′ si presta a due scatti: con il primo guadagna subito un rigore (realizzato) e con il secondo sbaglia clamorosamente la rete del 2-3. E non si riprende più. Si muove quando non dovrebbe, ovvero nell’occasione dell’autogol: fosse stato fermo anche nell’area dell’Inter, la partita probabilmente sarebbe andata ai supplementari. Mai visto così. La stanchezza sicuramente incide ma probabilmente il blackout mentale è dovuto da altro, forse troppe pressioni. Avrebbe dovuto dare il 200% per aiutare la sua squadra a provare a vincere la coppa, invece si limita e viene pure beffato dal destino. Irriconoscibile.

COMMENTO – L’unica partita che non doveva essere fallita viene puntualmente sbagliata dall’inizio alla fine. Il rigore lampo è un regalo troppo generoso del Siviglia, che gioca come se fosse ancora 0-0 e trova la rete due volte. La doppietta di de Jong sancisce lo scambio di regali tra le due squadre. Solo Godin riesce a riportare immediatamente in partita l’Inter, altrimenti sarebbe stato un massacro annunciato. Handanovic prende tre gol come se fosse la cosa più normale del mondo. La difesa a tre è bravissima nel passarsi la palla senza avere grandi opzioni in avanti, quindi si resta dietro. Il centrocampo è nullo appena cala Barella. Nello specifico, Brozovic viene limitato in tutte le sue giocate e Gagliardini ci pensa da solo a limitarsi. Fa tutto Banega, che purtroppo è tornato a giocare per il Siviglia, aiutato da due compagni di reparto che sanno come farlo esaltare. La sofferenza sugli esterni è direttamente proporzionale al livello dei giocatori schierati: Suso e soprattutto Ocampos fanno ciò che vogliono, D’Ambrosio e Young possono solo provare a limitare i danni. Nell’Inter vista a Colonia non funziona praticamente nulla e non c’entra il fatto che Lautaro Martinez si vede poco. Lukaku si vede molto di più ma senza abbozzare movimenti. I cambi di Conte, tardivi, dimostrano che la partita è stata preparata con la stessa fiducia delle ultime uscite, ignorando tre questioni elementari: 1. una finale non è una partita come le altre; 2. il Siviglia è più forte di tutte le squadre incontrate precedentemente messe insieme; 3. da venti giorni l’Inter è sempre la stessa, quindi facile da studiare per trovare i pregi da limitare e i difetti da accentuare. Il Siviglia di Lopetegui ci riesce alla perfezione: l’asse Brozovic-Lukaku viene annullato, si fa fare gioco ai più deboli tecnicamente. I dettagli fanno la differenza. Non c’erano alibi alla vigilia, non ce ne saranno nemmeno dopo. La sconfitta dell’Inter in finale di Europa League è deludente, anche se la cosa peggiore pare sia arrivata ai microfoni nel post-partita e il peggio del peggio dovrà ancora arrivare. L’obiettivo adesso diventa non distruggere anche quel poco di buono che è stato costruito in un anno con Conte. E Lukaku. Che oggi ha “tradito” il suo comandante, ma a sua volta è stato tradito dal Fato. Doveva andare così, ma fa malissimo.

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