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PSG-Inter (1-2): Inzaghi prova i titolari a due velocità, staffette vincenti

PSG-Inter è l’amichevole più prestigiosa per la squadra di Inzaghi in questa estate, la quarta in calendario. A Tokyo il tabellone dice 1-2 in rimonta con le firme di due esuberi rientrati nelle staffette dopo il test di formazione-tipo. Di seguito l’analisi tattica dell’amichevole PSG-Inter

Pre-Game Analysis: modulo e scelte di Inzaghi

FORMAZIONE – Ecco il 3-5-2 di partenza dell’Inter scelto da Simone Inzaghi per affrontare il Paris Saint-Germain in amichevole a Tokyo per il secondo e ultimo appuntamento della tournée estiva in Giappone: 35 Filip Stankovic; 36 Darmian, 15 Acerbi, 95 A. Bastoni; 2 Dumfries, 23 Barella, 20 Calhanoglu, 22 Mkhitaryan, 32 F. Dimarco; 9 Thuram, 10 Lautaro Martinez ©.

In-Game Analysis: sviluppo e lettura di PSG-Inter

HIGHLIGHTS – Clicca qui a breve per vedere il video con tutti i momenti salienti di PSG-Inter.

MODIFICHE – Nel secondo tempo, al 56′ e sul risultato di 0-0, primo giro di staffette per Inzaghi: fuori Dumfries, Dimarco, Mkhitaryan e Thuram, dentro Cuadrado, Gosens, Frattesi e Correa. L’unica modifica tattica degna di nota è Barella che si sposta sul centro-sinistra per fare spazio al connazionale. Al 68′, sull’1-0 per il PSG, altro doppio cambio per l’Inter: fuori Bastoni e Calhanoglu, dentro de Vrij e Asllani. Anche in questo caso c’è uno spostamento di natura tattica, ovvero Acerbi terzo sinistro con l’olandese al centro. Modifica che dura poco in seguito al cambio che arriva al 71′ in difesa: fuori Acerbi, dentro Bisseck. Il tedesco si posiziona da terzo destro, dirottando Darmian sul centro-sinistra. Infine, al 77′ ultimo doppio cambio nerazzurro: fuori Barella e Lautaro Martinez, dentro Sensi ed Esposito. E la fascia di capitano passa a Darmian.

Player Analysis: focus sul singolo in maglia Inter

PROTAGONISTA – Il migliore dell’Inter in Giappone è la principale novità di mercato: Frattesi. Entra nella ripresa e sforna due assist al bacio. Il primo per Esposito, il secondo per Sensi. Diversi tra loro ma figli di uno stile di gioco votato alla concretezza. Se Inzaghi è così convinto di utilizzarlo sul lato destro del campo, snaturando il titolare Barella, evidentemente ha le sue ragioni. Vederlo anche nei panni di assist-man, dopo il primo gol in maglia nerazzurra, è positivo. Un centrocampista tuttofare di questo livello, con gli esempi di Barella e Mkhitaryan da seguire, mancava alla rosa. E magari questa carica assolutamente positiva servirà da stimolo anche per il più giovane compagno di reparto, Asllani (aspettando Samardzic). La nuova Inter deve ancora ripartire ma sicuramente partirà anche dalle giocate di Frattesi. Riserva a chi e di chi? L’obiettivo del nuovo n. 16 nerazzurro è far venire il mal di testa a Inzaghi prima di ogni partita. Affamato.

Post-Game Analysis: considerazioni su PSG-Inter

COMMENTO – Prove di formazione-tipo per Inzaghi, che testa per la prima volta quello che al momento rappresenta l’undici titolare. Ed è il solito interessante “indizio” in chiave calciomercato, nonostante tutto. Pur essendo provato dalla preparazione, si nota un Calhanoglu pià attivo – anche se perlopiù da fermo – in cabina di regia, sebbene la giocata preferita in casa Inter sia Bastoni per Dumfries. Il terzo sinistro che cambia gioco per il quinto destro, spesso libero di attaccare la profondità ma senza riuscirci alla perfezione, è un canovaccio del sistema inzaghiano.


Sull’altra fascia assente atleticamente, fisicamente e tatticamente Dimarco, che subisce la prestazione dell’ex Hakimi sul suo lato. Propositivo ma confusionario Dumfries, che si muove da destra in giro per tutto il campo – quasi da attaccante aggiunto – ma senza mai trovare la giocata vincente. Un po’ come Thuram nei panni di centravanti: tanto sacrificio, anche spalle alla porta per far salire la squadra, ma manca l’ultima giocata. In ritardo di condizione anche Mkhitaryan, che fa saltare gli equilibri dell’Inter in mezzo al campo. Prestazione con qualche picco, anche qualitativo, da parte del “nuovo” undici di Inzaghi. La partita cambia anche grazie alla solita staffetta mediana nella ripresa, quando Barella si sposta a sinistra per fare spazio a Frattesi mezzala destra. Al di là del gol regalato a Vitinha (lasciato solo al tiro dopo l’errore di Lautaro Martinez in appoggio), le trame di gioco dell’Inter nel finale vanno viste e riviste. Da sottolineare la conclusione di Esposito, che si accentra per ricevere palla da Frattesi e prende il tempo sia all’ex Skriniar in marcatura sia a Donnarumma sul secondo palo in occasione dell’1-1. La scena si ripete poco dopo con Sensi pescato in aria proprio dal diagonale di Frattesi, che è veloce tanto di gamba quanto di testa nel servire il compagno sotto porta per l’1-2 finale. Tutto nasce dalla qualità e dagli spunti, anche individiduali, dei nuovi messi in campo nella ripresa: non solo Cuadrado e il già citato Frattesi, ma anche Asllani regista e gli esuberi che vanno in gol. Inzaghi può godersi la panchina che offre carte vincenti anche inaspettate, per il momento eh.

Editoriale ad analisi tattica ultimata

OSSERVAZIONE – Parlare di formazione-tipo non deve spaventare. La nuova Inter di Inzaghi è quella vista nel primo tempo contro il Paris Saint-Germain. Con il classe 2002 Stankovic in porta anziché il numero 1 titolare che deve ancora arrivare, ovvio. E lo stesso vale per Thuram centravanti “alla Lukaku” in attesa che arrivi l’alter ego “alla Dzeko” (Scamacca?) con cui giocarsi il posto. Il discorso si può fare anche in difesa per Darmian, il cui backup è Bisseck (confermato da terzo destra), a meno che non arrivi un titolare post-Skriniar entro il 31 agosto. Per il resto, Inzaghi farà ruotare nuovi e vecchi, giovani ed esperti. Cuadrado e Frattesi non sono riserve ma Dumfries e Mkhitaryan partono in vantaggio nelle gerarchie iniziali, logico. L’1-2 di PSG-Inter evidenzia alcuni potenziali problemi di questa rosa, ovvero le coppie spaiate per caratteristiche.


Dimarco e Gosens fanno cose assolutamente diverse nello stesso ruolo. E se il primo gioca malissimo contro il PSG, il secondo non gioca proprio o comunque non concretamente. Ciò condiziona ed è condizionato anche da chi gli sta intorno. Bastoni-Mkhitaryan-Dimarco è una cosa, Acerbi/Darmian-Gosens-Barella/Sensi un’altra. E la cosa è ancora più evidente sul lato destro: Darmian-Dumfries-Barella e Bisseck-Cuadrado-Frattesi formano un trio che è tutto l’opposto dell’altro. La velocità è sia di condizione atletico-fisica sia di giocata tecnico-tattica, pertanto dare un giudizio dopo questo primo test è inutile. Di sicuro i più “leggeri” Cuadrado e Frattesi si candidano a diventare decisivi sia in costruzione sia in finalizzazione quando i più massicci Dumfries e Thuram non girano. Aspettando novità dal mercato, ovvio… Inzaghi non conosce ancora le potenzialità della sua nuova Inter: tra titolari e riserve mancanti, le buone notizie arrivano solo dall’inserimento della novità Frattesi negli schemi. Adesso diventa fondamentale migliorare tutte le caselle mancanti e non, sulla scia di Samardzic in luogo di Sensi ma occhio pure alla quarta punta [se resta?] Correa, perché Esposito dà più garanzie…

Clicca qui per leggere anche l’analisi tattica sulle partite precedenti, a partire da Al-Nassr – Inter (1-1).

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