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Malagò: “Ripresa attività? Comanda l’OMS. Il calcio può livellarsi”

Giovanni Malagò, presidente del CONI, ha parlato ai microfoni di “Tutti Convocati” su Radio 24 su come lo sport italiano e mondiale sta affrontando l’emergenza causata dalla pandemia di Coronavirus

LO STOP DEL RUGBY – Il rugby ha giocato d’anticipo decidendo di chiudere ufficialmente le sue competizioni: «La Federazione rugby ha convocato il Consiglio Federale, conosco le dinamiche e ricordo che spetta alle Federazioni l’organizzazione dei campionati. In alcuni casi le delegano alle Leghe come calcio o pallacanestro o pallavolo, ma il boccino in mano è alle Federazioni. E’ una scelta, opinabile o meno, ma non hanno nemmeno voluto aspettare una data. Chiaro che se le Federazioni hanno l’onore e l’onere di organizzare i campionati è anche vero che viviamo in uno Stato con delle leggi da rispettare, uno può decidere di organizzare, ma se non si può uscire di casa o allenare o dare garanzie sui requisiti di sicurezza di che parliamo?».

COMANDA L’OMS – Malagò ricorda che in questo momento, senza il permesso dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, non si può fare nessuna previsione sulla ripresa delle attività: «Il tema è che ci sono due scenari, ho un ruolo in Italia e uno all’estero. In Italia ci gestiamo autonomamente a seconda delle problematiche, poi c’è un problema fuori dai confini. Stamattina ho avuto una chat di tre ore con un gigantesco Thomas Bach che ha fatto un report analitico da quando è cominciato questo casino spaventoso fino a quando si è presa la decisione di rinviare i Giochi Olimpici. Mi ha fatto sorridere che nei giorni antecedenti tante persone, anche legittimamente, suggerissero cosa fare e non fare. Lui ha raccontato il livello delle problematiche e l’interlocuzione con l’OMS che di fatto è quella che comanda oggi. Se la comunità scientifica ti dice che da oggi si può ricominciare a fare qualcosa a quel punto uno è in grado di dire che si può avere una speranza, ma se non c’è questo non si può prendere in giro nessuno».

OGNI SPORT HA LE SUE SPECIFICITA’ – Malagò non vuole fare paragoni tra i vari sport in quanto ognuno ha le sue specificità: «Io non sono contrario a quanto ha fatto il rugby, non condivido i tempi. Io vedo dura che il 3 maggio si possano ricominciare le manifestazioni, secondo me si arriverà a quello che ha fatto il rugby, anche se alcuni sport sono in grado di allungare la stagione. Parlavo col presidente del baseball che sono abituati a giocare più avanti, paradossalmente con le condizioni giuste troverebbero la quadra. Nel caso di sport che chiudono il 30 giugno, con dinamiche contrattuali e coppe europee, devi guardare nella specificità».

LE OLIMPIADI – Malagò non crede che l’Olimpiade invernale di Milano-Cortina del 2026 possa essere messa in crisi da questa crisi: «A seconda di come uno vede il bicchiere è un beffardo o meraviglioso segno del destino. Io sento spesso Novari che sta sul pezzo e ha una squadra operativa, l’organigramma va avanti, non mi sento di dire che questo implichi l’organizzazione dei giochi. Magari la riflessione va non tanto agli impianti sportivi, il 90% erano già realizzati ed è per questo che abbiamo vinto, abbiamo tutto in casa, qualche opera che non era prevista a dossier ma sarebbe stato bello fare per dare i migliori servizi aggiuntivi come qualche nuova strada non lo so, anche se questo dipende dallo Stato. Io parlo solo dello sport».

IL CALCIO IN ESTATE? – Malagò non si sbilancia sulla possibilità di vedere la stagione calcistica concludersi in estate: «Non lo so, dipende dalla Uefa e dalla Fifa, non lo so dire. Io faccio parte del CIO, Bach è stato un gigante e lui ha detto una cosa chiara e se la devono mettere in testa tutti. Da adesso tutti quanti devono fare sacrifici e compromessi. La parola sacrifici non se la aspettava nessuno e i compromessi ci fanno schifo, ma se tutti restano arroccati al loro orticello non si trova la soluzione».

TAGLIO DEGLI STIPENDI NEL CALCIO – Malagò parla del tema del taglio degli stipendi del calcio: «Io sto attento a non parlare per categorie per cui non ho deleghe. Io penso ci si arriverà, levare il 30% a un calciatore da 10 milioni netti è un conto, levarne a un giocatore di Serie C che magari nel frattempo ha un mutuo , una certa età o un contratto in scadenza è diverso. Si deve prendere in considerazione che chi ha maggiori possibilità cerchi di aiutare. Io credo che oggi debba scattare questa dinamica, torniamo al discorso di non arroccarsi all’orticello».

I CAMPIONI DELLE OLIMPIADI – Il rinvio delle Olimpiadi crea dei problemi ad alcune punte di diamante della spedizione italiana a fine carriera che aspettavano la prossima estate per disputare l’ultima Olimpiade della loro carriera, ma Malagò resta ottimista: «A bordo restano tutti, zero problemi per la Pellegrini o per Zanardi, Aldo Montano che ha 42 anni qualche problema se lo pone e sono ottimista anche per Elisa Di Francisca».

IL CALCIO PUO’ LIVELLARSI – Secondo Malagò la crisi potrebbe addirittura aiutare il calcio italiano a ridurre il gap economico con le altre big europee, in particolar modo spagnole e inglesi: «Io non credo che il campionato possa perdere. Se è vero che a fronte di questa clamorosa situazione uno non chiede soldi, qual è il punto? Si chiede qualcosa di diverso, c’è la richiesta di riaprire alle scommesse, facilitare o rivedere gli elementi particolarmente facilitatori per i nuovi stadi, c’è un discorso di sgravi fiscali o valorizzazione dei vivai. Da questa cosa può nascere un valore aggiuntivo. Prima rispetto ai club spagnolo o inglesi eravamo meno competitivi forse oggi abbiamo la possibilità di livellarci, ovvio che non bisogna fare certi errori del passato».

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