Julio Cesar: “Inter, sarei rimasto fino a fine carriera! Mancini e Mourinho…”
Julio Cesar ospite di “Casa Sky Sport” su “Sky Sport 24” (vedi prima parte). L’ex portiere brasiliano dell’Inter ha ricordato gli anni nerazzurri con Mancini e Mourinho e dichiarato amore ai colori interisti
5 MAGGIO 2010 – Così Julio Cesar sulla finale di Coppa Italia del 5 maggio 2010: «José Mourinho prima della partita aveva fatto una riunione molto bella dicendo che avevamo l’opportunità di vincere tre trofei. Quella finale poteva essere il primo. La sua specialità era di parlare con noi giocatori e farci credere che eravamo i più forti al mondo. Lui faceva sentire il gruppo il più forte al mondo. Ogni riunione che faceva prima della partita la lasciavamo con una voglia tremenda di giocare, era un leader. Avevamo tanta fiducia in lui».
ULTIMO TITOLO – Julio Cesar sui tanti anni dall’ultimo trofeo vinto dall’Inter nel 2011: «Non me l’aspettavo sinceramente. L’Inter aveva preso una strada vincente. Noi in sette anni abbiamo vinto quattordici titoli, due all’anno in media. Aveva preso questo gusto di alzare un trofeo ogni anno. Non mi aspettavo tanti anni senza vincere. Sarei rimasto fino a fine carriera, sicuramente sì. In quel momento sono successe cose che non riuscivo a capire bene. Però rispetto sempre la società per quello che mi ha dato, ho accettato la loro decisione. Oggi ho un rapporto bellissimo con la società, Javier Zanetti e tante persone che lavorano all’Inter».
ALLENATORI INTER – A Julio Cesar viene chiesto di Roberto Mancini: «Lavorava tanto sulla tattica e la difesa. Ho cominciato a capire quanto era importante l’impostazione tattica sul campo. Lavorava in modo esagerato in senso positivo. Oggi parlo più con Mourinho che Mancini, Marco Materazzi ha creato un gruppo su Whatsapp del Triplete. Parliamo sempre, ricordiamo bei momenti. Con Mancini ho visto qualche partita in Italia. Ha creduto subito nel mio lavoro, era molto bravo anche a tirare in porta dopo gli allenamenti. Quando finivo gli allenamenti lui e Sinisa Mihajlovic tiravano punizioni. Mi ha messo in porta nel preliminare di Champions League contro lo Shakhtar Donetsk. Sono felice di aver vinto Scudetti e Coppa Italia con lui, mi ha cambiato la vita e lo ringrazio».