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Arnautovic-Inter nel 2023 ovvero anche il piano Z è fallito (ma non ancora)

Arnautovic all’Inter nel 2023 è un’opzione sempre più quotata grazie a una serie di incastri che si pongono tra due poli. Il polo della realtà, in cui a Inzaghi serve un attaccante ma restando nei paletti imposti dalla società. E il polo della finzione, in cui la realtà è distorta e ogni scenario alternativo viene minimizzato a tal punto da parlare di utopia. Ma non funziona così

ATTO PRIMO – Parlare di Marko Arnautovic in maglia Inter, ad agosto 2023 inoltrato, è un capolavoro di autolesionismo. Mettiamo ben in evidenza l’anno: 2023. Non 2013, attenzione. Arnautovic arriva all’Inter nel 2009 dal Twente (Olanda). E va via nel 2010. In mezzo zero fiducia, un sacco di risate, due interviste e tre presenze con altrettanti trofei da spettatore non pagante ma pagato. L’avventura dell’allora 20enne austriaco ad Appiano Gentile è un passaggio a vuoto per tanti problemi. I primi di natura fisica, visto che arriva già infortunato, motivo per cui il Chelsea ne blocca l’acquisto. Poi quelli di natura caratteriale, perché definirlo “testa calda” è un complimento, roba che perfino il compagno di merende Mario Balotelli impallidisce. E per finire quelli tecnico-tattici, dal momento che la concorrenza è spietata e un attaccante ibrido non si sposa bene con il 4-2-3-1 su cui lavora José Mourinho per vincere tutto. Nell’Inter di Samuel Eto’o, Diego Milito e Goran Pandev non c’è spazio per Balotelli, figuriamoci per Arnautovic. Così niente riscatto del cartellino acquistato solo in prestito meno di un anno prima e ritorno a casa. Inizia dopo l’Inter la vera carriera calcistica di Arnautovic. Tre anni abbondanti al Werder Brema (Germania). Quattro allo Stoke City seguiti da due al West Ham (Inghilterra). Poi tre stagioni all’allora Shanghai SIPG (Cina). E infine il ritorno in Italia, al Bologna, per dimostrare di essere all’altezza della Serie A oltre dieci anni dopo l’Inter. Nel mezzo tanti gol ma non troppi e un ruolo da protagonista nella Nazionale Austriaca, con la quale gioca ininterrotamente da quindici anni. L’ipotesi Inter-bis, invece, rischia di presentarsi come la vetta più alta della carriera di Arnautovic.

Se… Arnautovic all’Inter come quarta punta

ATTO SECONDO – Tornando alla premessa iniziale, parlare di Arnautovic all’Inter nel 2023 è grottesco. Gli anni dell’attaccante austriaco oggi sono 34. La maturità è relativa, certo non è più il ragazzino combinaguai visto solo fuori dal campo nell’ambiente interista. E non è nemmeno più un’ala che sogna di diventare Zlatan Ibrahimovic accentrando il suo fisico oltre che il suo gioco. Arnautovic oggi è un centravanti di manovra. Un numero 9 con la classe del 10. Una prima punta moderna che segna e fa segnare, ma soprattutto che aiuta e gioca per la squadra. Visto da un’altra prospettiva, è una seconda punta che, giocando più lontano dalla porta, con i suoi movimenti può ottimizzare le prestazioni del suo compagno di reparto in attacco. Insomma, la descrizione è quella dell’attaccante di qualità, forte fisicamente e con esperienza da vendere. In pratica il profilo che sta cercando l’Inter dopo aver perso Edin Dzeko dopo due stagioni importanti. Ed è quindi il profilo mancante nel nuovo attacco di Simone Inzaghi, che vede il capitano Lautaro Martinez punto fisso e la novità Marcus Thuram a studiare un nuovo ruolo. Nel discorso entra sempre relativamente Joaquin Correa, che è la quarta punta con il cartello “VENDESI” appeso addosso ma che non ha offerte al momento. Ed è proprio in questo contesto che può essere inquadrato l’ex Arnautovic in chiave Inter nel 2023. Il 34enne austriaco può essere l’upgrade “naturale” di Correa nel ruolo di quarta punta. Profilo atipico che fa comodo avere a disposizione in panchina ma senza troppe pretese. Arnautovic darebbe probabilmente più garanzie del classe ’94 argentino nelle rotazioni di Inzaghi. E allora di cosa ci si preoccupa oggi?

Corsi e ricorsi storici nerazzurri ma costosi

ATTO TERZO – Il motivo è presto spiegato. Si torna a quella data: 2023. Nel 2023 l’Inter non può nemmeno per scherzo pensare di investire un centesimo per un attaccante 34enne scartato già due e più volte. Nel 2010 con una motivazione forse valida ma neppure tanto, data la partenza di Balotelli. Credendoci un po’, Arnautovic sarebbe potuto essere il sostituto ideale del classe ’90 italiano continuando a sognare l’idolo Ibrahimovic, che avrebbe dovuto rimpiazzare idealmente un anno prima. Invece no, meglio riscattare Jonathan Biabiany (1988) dal Parma e cederlo a gennaio alla Sampdoria per arrivare a Giampaolo Pazzini (1984). Spendendo, ovviamente, di più. Nel 2021, invece, è quasi obbligatorio pretendere il ritorno di Arnautovic a parametro zero dopo la partenza di Romelu Lukaku e l’arrivo di Dzeko. Il vice-Dzeko perfetto a titolo gratuito, perché no? Eh… perché no? A questa domanda non è mai arrivata risposta. L’Inter preferisce investire 31 milioni con la solita formula del prestito oneroso (5 milioni) con obbligo di riscatto condizionato (25) più bonus (1) per regalare a Inzaghi il pupillo Correa… dopo l’infortunio di Thuram. Sliding Doors clamorosa tanto per l’Inter quanto per Arnautovic, Correa e Thuram. Il classe ’89 di Vienna dimostra il suo valore in Serie A con la maglia del Bologna e per l’Inter è solo un altro treno perso. Alla fine può andare bene così. E invece no, solo l’idea di pagare per riportare ad Appiano Gentile un calciatore ormai a fine carriera fa parte di un copione senza senso. Pagarlo addirittura più rispetto al 2011, senza scomodare l’occasione a costo zero del 2021! Ma è realtà o finzione?

Se… Arnautovic all’Inter come semi-titolare

PIANO FOLLE – Si arriva presto a una conclusione. Pensare all’ipotesi Arnautovic-Inter nel 2023, a venti giorni dalla chiusura del calciomercato estivo, è fantascienza. No, non Arnautovic in sé all’Inter, bensì l’ipotesi che prevede un esborso di natura economica per il 34enne austriaco. Anche in una situazione complicata, prima di arrivare a pensare ad Arnautovic, sfogli qualsiasi “catalogo” di attaccanti filtrando ciò che serve e poi inizi a trovare gli incastri migliori. Iniziando a investire sullo scouting vero e proprio, magari. Ed è una pratica che il Direttore Sportivo Piero Ausilio conosce bene, senza dover passare per “bugiardo” o “incompetente” agli occhi dei suoi tifosi dopo le recenti dichiarazioni. Perché l’unico piano A credibile in attacco, una volta perso anche Lukaku dopo Dzeko, può arrivare dall’estero e costa un po’. E Arnautovic si presenta come valido piano B low cost in caso di fallimento dell’operazione ma solo in coppia con un’altra punta. E anche in caso di disperazione, ovvio. Mai come terza punta in rosa con Correa quarta. Il contratto in scadenza il 30 giugno 2025 favorisce anche un’eventuale operazione in prestito o comunque uno scambio per evitare l’esborso economico ipotizzato nelle ultime ore (nel range 10-20 milioni anziché 5-10, ndr). Prima di accettare la versione già venduta mediaticamente di Arnautovic in qualità di “terzo attaccante” o di “attaccante da gol” per la nuova Inter, aspettiamo.

Aspettiamo il fallimento del piano A credibile e magari anche del piano B creativo (citofonare “Udinese”, grazie…). E di altri piani C onerosi o meno onerosi che potrebbero spuntare fino a fine agosto. Fino al piano Z. Perché solo così si potrebbe accettare un epilogo simile. Andare in doppia cifra di milioni con Arnautovic, che dovrebbe garantire la doppia cifra di gol, è troppo anche per un’Inter disperata, senza idee né soldi: Arnautovic 2.0 è potenzialmente la quarta punta post-Correa per l’Inter di Inzaghi. Come terzo attaccante semi-titolare per una squadra che parla di obiettivo Scudetto, ancora oggi, è più credibile il Lukaku-ter che l’Arnautovic-bis…

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