Conte furioso prima di Inter-Juventus: “Non è guerra! Chi me l’ha fatta fare?”
Conte non getta acqua sul fuoco, evita di farlo prima dell’attesissima Inter-Juventus. Ma la benzina sul fuoco arriva in automatico quando viene interpellato a più riprese su un argomento che aveva chiesto di ignorare. La sala stampa di Appiano Gentile diventa nuovamente ring per scontrarsi con la cultura giornalistica italiana
CONTE ATTACCA I POLEMICI – L’anticipazione è andata in scena qualche puntata fa, prima di Inter-Lazio (vedi articolo), ma a quanto pare non è servita a nulla. Anzi, forse Antonio Conte ha dato addirittura un assist ai giornalisti per farlo andare in gol, oggi. La vigilia di Inter-Juventus diventa più vibrante dopo la conferenza stampa del tecnico salentino (vedi articolo), ex vittorioso capitano e poi allenatore della Juventus, oggi sulla panchina dell’Inter in cerca di altre vittorie. Una combo pazzesca che viene subito sfruttata da chi sente odore di polemica gratuita lontana “anni luce” (per citare lo stesso Conte…). Si parte dal possibile arbitraggio “indirizzato” in favore della Juventus passando per la polemica sulla petizione per togliere la stella di Conte dall’Allianz Stadium con la collaborazione di Andrea Agnelli, culminando nella richiesta di un messaggio verso i “suoi” tifosi. Sì, “suoi” inteso come “tifosi juventini dello juventino Conte”, in un certo senso. L’input giusto per aizzare in maniera definitiva la polemica e cercare di far sbroccare Conte, ma né contro la Juventus né tantomeno a favore. I “nemici” di Conte sono ancora una volta i giornalisti, anzi, una parte di essi, quelli che vivono per le polemiche futili e di calcio non parlano né scrivono neanche per sbaglio. Solo che la deriva delle dichiarazioni di Conte va verso una direzione inattesa, quella di un addio definitivo al calcio se questo tipo di approccio culturale e lavorativo continuasse a proliferare. Un Conte – giustamente – furioso che dovrà trasformare tutta questa carica in motivazioni per uscire più sereno che mai da San Siro domani sera, perché Inter-Juventus si giocherà sul campo, non all’esterno di esso come vorrebbe qualcun altro…
CALCIO, GUERRA E ADDIO – Se la conferenza stampa non è terminata – o meglio, è terminata anzitempo – la motivazione va ricercata nell’ultima risposta data da Conte in sala stampa prima di salutare tutti, alzarsi e andarsene, stufo dell’ennesima domanda volta ad alimentare una polemica diventata ridicola. E per l’occasione Conte passa anche alle “minacce” a tutto il mondo del calcio se non dovesse cambiare la mentalità: «Quelli della petizione non sono tifosi, non coinvolgere chi non pensa queste cose. Il messaggio ho già cercato di darlo giorni fa. Abbiamo la fortuna di fare uno sport amatissimo nel mondo, dobbiamo essere di esempio e trasmettere valori positivi. Il calcio è uno sport, non una guerra. A volte si dimentica questo. Lo sport deve tramandare dei valori umani, non odio e violenza, altrimenti sono il primo ad alzare la mano e dire “basta”. Non mi tiene nessuno a fare l’allenatore o stare qui. Questo dobbiamo fare. Sarà sempre più difficile perché oggi siamo in una società di odio e violenza, le generazioni stanno venendo su che sono una bellezza… C’è solo da aver paura, perché tutto il contorno è così. Sono tornato dopo l’esperienza in Inghilterra e sono in difficoltà, perché mi dico: “Ma chi me l’ha fatta fare?”. Finché la passione per lo sport supera queste situazioni, va bene, in caso contrario sono il primo ad andarmene. Non sarà una grande perdita per il calcio, ma neanche il calcio sarà una grande perdita per me. Grazie».