Calhanoglu, quando un passo indietro si traduce in due avanti
Calhanoglu sta giocando in un ruolo diverso da un mese, complice l’assenza per infortunio di Brozovic. E i benefici per lui e per il gioco dell’Inter sono lampanti.
CONFERMA – Si dice che non tutto il male vien per nuocere, e Hakan Calhanoglu lo sa bene. Da quasi un mese il numero 20 e l’Inter devono fare a meno di Marcelo Brozovic, fermato da un infortunio con la Croazia. Da cinque partite per la precisione, in tre delle quali il posto del croato è stato occupato proprio dal turco ex Milan. Con risultati sorprendenti per chiunque, in primis i compagni. E che varranno la sua conferma come regista anche stasera in Fiorentina-Inter (qui le ultime di formazione).
FALSA SORPRESA – Le doti da regista offensivo di Calhanoglu sono ben note, essendo lui nato e cresciuto come trequartista. A sorprendere è invece la sua resa da quando Simone Inzaghi ha deciso di arretrarlo di qualche metro, ossia dalla sfida di andata col Barcellona dello scorso 4 ottobre dove peraltro ha segnato anche il gol decisivo. Per certi versi, non sembra esagerato affermare che da quel momento stiamo ammirando la miglior versione di Calhanoglu con la maglia dell’Inter.
COINVOLGIMENTO – Guardando ai freddi numeri, emerge chiaro un dato: Calhanoglu tocca molti più palloni ora che agisce al centro. Prima di Inter-Roma (la prima volta senza Brozovic) toccava mediamente 45 palloni a partita; da quella gara è invece salito a quota 60 (fonte dati: FBref.com). In sostanza, sembra esserci una correlazione diretta tra il suo coinvolgimento nella manovra e la qualità delle sue prestazioni. E tanto la sfida di ritorno col Barcellona al Camp Nou quanto la vittoria casalinga con la Salernitana rappresentano le massime espressioni (finora) di questa “nuova vita” di Calhanoglu. Una splendida notizia per lui, per Inzaghi e per tutto il mondo Inter.
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