Samardzic: «Tanti insulti dopo il no all’Inter, mi hanno fatto male. Ecco cosa ho detto»
Samardzic ad agosto era a un passo dall’Inter, con cui aveva svolto le visite mediche. Poi il caos legato agli accordi e il centrocampista è rimasto all’Udinese. Ora ricorda cosa è accaduto a Cronache di Spogliatoio.
LA SITUAZIONE – Lazar Samardzic riavvolge il nastro allo scorso mese di agosto e al clamoroso dietrofront: “Quando la scorsa estate sono stato vicino all’Inter, non ho potuto allenarmi per due settimane. Se c’è una cosa che mi ha veramente disturbato, è stato interrompere la preparazione. Essere tornato a Udine dopo essere stato fermo, non aver partecipato agli allenamenti. Ho imparato a essere glorificato ma anche a prendere qualche batosta. Come la scorsa estate. Quanto se n’è parlato! Ho vissuto in prima persona una situazione spiacevole. Stavo trattando con l’Inter, ma poi non se n’è fatto di niente. Era agosto, ricordo bene, e non si leggeva d’altro”.
LE OFFESE – Samardzic racconta cosa ha vissuto: “Quando sono sorti i primi problemi, ho aperto il telefono e ho trovato tantissimi insulti in chat. E ogni ora aumentavano. Ogni commento sul mio profilo parlava di quello. Mi sono subito detto: «Laki, calma. È normale». I tifosi sono persone, e non tutte le persone sono uguali. Mi sono promesso immediatamente di guardare avanti, che avrei trasformato quelle offese in carica per andare ancora più forte. Mi hanno ferito però quei tifosi che mettevano in cattiva luce mio padre, che lo insultavano dicendo che pensava soltanto ai soldi, che mi rovinava la carriera. Niente che fosse più distante dalla realtà. Ci siamo parlati molto in quei giorni. E alla fine, dopo tutto quel caos, mi sono guardato dentro e ho capito che non avuto alcun tipo di rimpianto per com’è andata la vicenda, di non essere andato all’Inter”.
LA REAZIONE – Samardzic non ha rimpianti: “Sono cresciuto da quella situazione, un momento che ho vissuto e che mi ha fatto male. Posso dire che quando vieni preso di mira dagli haters, non devi né cadere né mollare. Piuttosto prendila sul ridere, perché è normale che accada purtroppo. Deve darti delle positive vibes per ribaltare la situazione. Se a loro non va bene e sentono che devono insultarti, sappi che ci sono altrettante persone pronte a sostenerti. Infatti quando sono rientrato a Udine per allenarmi, nessuno me l’ha fatta pesare. Anzi, mi hanno accolto con il sorriso. Non era successo niente. Ed era ciò di cui avevo bisogno. Ne sono uscito più grande, questo sicuramente. Anche in campo: in questa stagione ho avuto modo di provare anche altri ruoli. Io mi sento trequartista, ma sto crescendo anche come play e mezzala”.
Fonte: cronachedispogliatoio.it