Serie A e ripresa, brusco stop dal CTS: “Nessuna eccezione per il calcio”
Serie A, la ripresa si allontana? Una nota del Comitato tecnico scientifico, riportata da “Repubblica.it”, smentisce le recenti notizie: nessuna quarantena abbreviata in caso di positività di calciatori o personale di un club. Di seguito i dettagli
QUARANTENA SERIE A, SMENTITA NETTA
Il Comitato tecnico scientifico non ci sta. Nessuna fuga in avanti: “È comparsa sulla stampa nazionale, sostenuta da alcuni noti rappresentanti del mondo del calcio, la notizia che il Comitato tecnico scientifico avrebbe concordato con le autorità sportive, prime tra tutte la FIGC e la Lega Serie A, non solo le procedure e i protocolli per la riapertura del campionato, ma anche la riduzione del possibile periodo quarantenale a cui sottoporre calciatori e personale della squadra risultati positivi al test diagnostico per la presenza del Coronavirus o i loro contatti più stretti, ipotizzando una sola settimana di quarantena precauzionale, anziché due settimane universalmente riconosciute. Il Comitato ribadisce con forza che non esistono alternative a quanto rappresentato in ogni sede, per ogni tipologia di attività e per ogni tipo di soggetto, relativamente alla ripresa di tali attività, nel pieno rispetto delle norme vigenti e dell’evidenza scientifica che tali norme hanno contribuito a generare”.
NESSUNA ECCEZIONE PER CALCIO E SERIE A
Il Comitato tecnico scientifico non intende fare alcuna eccezione per la Serie A: “Da escludere un trattamento particolare, in eccezione per alcune categorie di persone e di attività, come i professionisti del giuoco del calcio, così come per altri sport di squadra che implichino contatto fisico prolungato. Tutto questo è fuorviante e provocatorio, tendente a creare un clima di scarsa fiducia nell’attendibilità e nel rigore etico e scientifico con cui il Comitato tecnico scientifico ha affrontato e continua ad affrontare i complessi problemi tecnici legati alle riaperture progressive del Paese, nel contesto del processo di rafforzamento dei settori territoriale e ospedaliero del Sistema sanitario nazionale e degli indicatori di monitoraggio stabiliti dal Ministero della Salute di concerto con le Amministrazioni regionali”.
Fonte: Repubblica.it