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Padelli: “Derby Inter-Milan giocato 7-8 volte, io! Sostituire Handanovic…”

Padelli è il dodicesimo calciatore dell’Inter protagonista della campagna #TogetherAsATeam, promossa dalla società nerazzurra durante lo stop dell’attività agonistica causa Coronavirus. Ecco la prima parte di quanto raccolto da Inter-News.it durante l’#AskPadelli odierno

DODICESIMO – L’emozione mista all’adrenalina, è questa la sensazione provata da Daniele Padelli prima di scendere in campo al posto del capitano numero 1: «Tutte e due! Prima di scendere in campo c’è un mix di emozione e tensione, è una cosa molto particolare. Io personalmente ho qualcosa che mi gira dentro lo stomaco. Sensazioni particolari, belle. Ti fanno sentire vivo e capire l’importanza di quello che stai per andare a fare. Dopo che inizia il riscaldamento, però, ti focalizzi sulla partita. Sostituire Samir Handanovic è veramente complicato, perché non si sostituisce uno qualsiasi, ma il portiere forse più forte d’Europa in questo momento. Doverlo fare mi ha riempito d’orgoglio e messo al tempo stesso tanta pressione, perché dovevo provare a essere alla sua altezza, cosa che non è assolutamente facile. In allenamento, devo essere sincero, già solo guardarlo è uno spettacolo, perché fa delle cose e le fa sembrare semplici, invece sono tutt’altro che semplici. Già stare di fianco alla porta a guardarlo, nella cura dei dettagli, ti fa capire perché è Handanvoic. È completo in tutto, non si accontenta mai del suo talento, ma ci lavora per migliorare anche le piccole cose. I difetti sono quasi impercettibili. Handanovic è un professionista serio, ha tutta la mia stima».

(RI)DEBUTTARE – Il rientro in campo è stato un po’ traumatico per Padelli, che spiega i motivi: «Nel ritornare a giocare avevo più timore che emozione, perché non è mai facile e scontato tornare dopo un lungo periodo di inattività. Perché l’allenamento è una cosa e la partita è un’altra. Anche per le distanze, il campo e il contesto, cambia tutto! Soprattutto per un portiere, che o gioca o non gioca, quindi è abbastanza complicato. Con il tempo mi stavo un pochino sciogliendo, poi abbiamo dovuto interrompere e va be’. Ma sono contento così! Sono state partite importanti, cariche di tensione. Sono partite che segnano la stagione. Dentro di me chiaramente sentivo questa tensione, però anche il fatto di aver giocato ogni tre giorni un pochino mi ha aiutato perché non avevo tanto tempo per pensare alla partita. Il derby è composto da tante partite, non erano solo 90′. L’ho giocato almeno sette-otte volte durante la settimana, nella mia testa (ride, ndr). È stato molto complicato. Ho commesso delle sbavature e degli errori, nel primo tempo è stata una partita difficile da quel punto di vista. Poi nel secondo tempo è cambiato qualcosa, anche io ho preso più fiducia perché mi sentivo meglio. Dopo per fortuna l’arbitro ha fischiato la fine ed è andata bene. È un’emozione che mi ricorderò per sempre».

QUARANTENA – Come per tutti i suoi compagni, anche Padelli sta vivendo una nuova quotidianità casalinga: «Sto bene, nonostante la barba sto bene (ride, ndr). Speriamo di uscirne al più presto. Io sono chiuso dentro casa con mia moglie e i miei piccoli, ne approfitto per godermeli veramente tanto. Sono consapevole che è un momento tragico per tutta l’Italia e il mondo intero. Non riesco a non pensare alle persone che soffrono, fuori. Abbiamo festeggiato due giorni fa il compleanno di Diego, ma è stata una festa un po’ particolare. Non c’erano invitati ovviamente, c’eravamo solo noi. Glielo abbiamo spiegato, non si può uscire di casa perché fuori c’è la polizia che manda tutti a casa perché c’è un virus. Lo ripete tutti i giorni e spero lo abbia capito (ride, ndr). Diego non ci chiede tutti i giorni di uscire, ma ogni tanto lo facciamo sfogare in giardino con il monopattino, altrimenti sarebbe troppo dura. Sto approfittando di questo periodo per godermi la famiglia e fare quelle cose a cui magari prima, nella vita frenetica di tutti i giorni, non si faceva caso. Stare in casa 24 ore su 24, addormentarsi insieme pomeriggio e sera. Fare tutti insieme un allenamento, un bagno o una doccia. Sono cose che da un punto di vista possono servire, perché magari per tanti può rappresentare un punto di ripartenza importante. Speriamo di vederci presto a San Siro, ma quello che mi preme dire adesso è: fate quello che vi chiede il Governo e seguite le regole! Possiamo uscire da questo momento solo rispettandole. Se no faremo davvero fatica a uscire e ne dovremo parlare ancora a lungo. State in casa. Vedrete che presto sarà un brutto ricordo».

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