Inter-Milan decisa da uomo in meno? Un derby si vince anche in 9!
Nonostante le statistiche dicano il contrario (vedi articolo), secondo Stefano Pioli a indirizzare il derby di ieri tra Inter e Milan è stata l’espulsione di Ibrahimovic che ha lasciato i rossoneri in 10 (vedi articolo). Ma un derby si può vincere anche in 9.
FAVOLA – Quella raccontata da Stefano Pioli nel postpartita di ieri è decisamente stata una favola a cui molti dei tifosi rossoneri hanno creduto. Poi, per fortuna, a parlare è il campo. E il campo ha dimostrato una netta superiorità dell’Inter sugli avversari, sia nel possesso palla, sia nelle occasioni create, sia nei tiri. E, ovviamente, nel risultato. Certo, rimanere in 10 contro 11 non è mai facile, ma qualche precedente smentisce il racconto distorto dell’allenatore rossonero. O meglio, uno in particolare. Sicuramente ancora nella mente di tanti tifosi nerazzurri (e negli incubi dei tifosi rossoneri), risalente all’anno probabilmente più importante della storia dell’Inter.
RITORNO AL PASSATO – 24 gennaio 2010. Nella fredda Milano, quando ancora gli stadi erano pieni, va in scena Inter-Milan. Un derby dal quale, in quel momento preciso, passa un grande pezzo di Scudetto. Dopo 10 minuti è Diego Milito a portare in vantaggio i nerazzurri, facendo esplodere la tifoseria di “casa”. Al 27′ (ben prima del secondo tempo, come successo ieri), però, la squadra dell’allora tecnico José Mourinho si ritrova in 10 contro 11 per un’assurda espulsione comminata a Wesley Sneijder. Rimonta Milan? Macché. Pandev al 65′ pennella una bellissima punizione con cui firma il 2-0 (ci vedete delle analogie con quanto fatto da Christian Eriksen?). Nemmeno un rigore (parato da Julio Cesar) e la seconda espulsione per i nerazzurri (a Lucio) permettono ai rossoneri non solo di rimontare e vincere, ma anche solo di bucare la porta dell’Inter. Forse la differenza tra le due squadre, in fondo, è tutta qui. O forse nelle 83 vittorie in 227 partite disputate, contro le 77 del Milan. Come si dice in questi casi, “Milano siamo (decisamente) noi“. Il resto è una favoletta.