Sconcerti: «Calciopoli, perché scudetto dato all’Inter? E’ arrivata terza»
L’Inter ieri ha sfiorato l’impresa storica ad Anfield contro il Liverpool. L’1-0 firmato Lautaro Martínez però non è bastato. I nerazzurri hanno infatti pagato il 2-0 subito all’andata e sono usciti dalla Champions League. Ieri però è arrivata la notizia del ricorso al Tar della Juventus sullo scudetto del 2006 revocato dopo Calciopoli. Ecco il pensiero di Mario Sconcerti.
PENA – L’Inter ha vinto 1-0, sì, ma ha fallito la qualificazione contro il Liverpool complice il 2-0 dell’andata. Un’impresa a metà per i nerazzurri che comunque si possono dire soddisfatti. Per i ragazzi di Inzaghi ora l testa è già al Torino. Intanto ieri è uscita la notizia che la Juventus abbia fatto ricorso al Tar per riavere lo scudetto del 2006 a seguito di Calciopoli (vedi articolo). Ecco il pensiero di Mario Sconcerti nel suo Un Cappuccino con Sconcerti su Calciomercato.com. «La Juventus ha portato al Tar la sua protesta per riavere lo scudetto del 2006. C’è molta ironia per l’insistenza su un fatto accaduto ormai 16 anni fa, ed è spesso un’ironia troppo facile. Non discuto le colpe della Juve, quelle mi sembrano comunque dimostrate e accettate dalla stessa Juve. Ma è anche l’ora di ricordarsi che quelle colpe sono state pagate con due scudetti, la Serie B, con vasta penalizzazione e il disfacimento della squadra con danno economico non inferiore ai 500 milioni. Una punizione senza precedenti nella giustizia sportiva, e ora interamente scontata. Quindi prima di tutto rispetto. C’è stata colpa e c’è stata pena, finito. Se ora la Juve continua a chiedere spiegazioni è assolutamente nel suo diritto, ed è dovere dei tribunali dargliele. Non conosco le motivazioni della richiesta al Tar, quella attuale. Resta il fatto che lo scudetto è stato assegnato a una squadra che era arrivata terza. Ho sempre capito e condiviso il perché della punizione data alla Juve. Continuo a non capire il perché del premio dato all’Inter: quale è stato il suo merito? Se qualcuno ogni tanto non l’accetta resta ancora oggi comprensibile».
Fonte: Calciomercato.com