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Mancini: “Calcio fermo? Dispiace, ma ora in secondo piano! Su stipendi…”

Mancini è intervenuto ai microfoni di “Un giorno da pecora”, in onda su “Radio Rai 1”. Il Commissario Tecnico dell’Italia racconta come sta vivendo la quarantena e della ripresa della Serie A quando sarà finita l’emergenza Coronavirus. Di seguito le sue dichiarazioni

DIFFICILE Roberto Mancini, Commissario Tecnico dell’Italia, racconta la sua quarantena: «È difficilissimo, veramente difficile. A parte fare un po’ di sport, quelle due ore al mattino passano. Ma poi dopo pranzo fino alla sera è lunghissima. Quante partite vedevo al giorno? Adesso era il momento in cui ci stavamo preparando per l’Europeo, stavamo studiando gli avversari. Se vedo partite vecchie adesso? Vedo delle cose per lavoro perché comunque dobbiamo far passare un po’ il tempo».

NON NECESSARIO – Mancini in questo momento mette il calcio in secondo piano: «Che effetto mi fa vedere il calcio fermo? Innanzitutto mi fa molto effetto quello che sta accadendo a tutte le persone che perdono i propri cari, penso sia una cosa terribile. Poi chiaramente il calcio viene in secondo piano, è un dispiacere che non si possa giocare ma penso che sia più importante risolvere questa situazione. Se si risolve si può ricominciare a giugno per recuperare il campionato».

RECUPERO – Sugli eventuali tempi di recupero dei giocatori, Mancini afferma: «Quanto tempo servirà ai giocatori? Io non lo so, non conosco le situazioni dei giocatori. È chiaro che prima di riprendere a giocare avranno bisogno di un tempo di allenamento. Ci sono squadre che sono state fermate venti giorni fa. Però credo che bastino un paio di settimane, dieci giorni,  anche perché la situazione è anomala. Poi penso ripartano tutti nello stesso momento, anche perché poi penso che le partite saranno molto ravvicinate quindi non ci sarà molto tempo per recuperare».

TAGLI – Mancini chiude con una riflessione sulla possibile riduzione degli stipendi (vedi articolo): «Ora il calcio si è fermato, se poi non si potrà più ricominciare per i prossimi sei mesi diventa un discorso diverso. Ora si è fermato ma i giocatori anziché smettere a metà maggio smetteranno a luglio nel caso, quindi i mesi che hanno perso li recupereranno. Quanto ci vorrà per andare allo stadio tranquilli? La speranza è che questo virus scompaia in fretta, penso che poi ci vorrà un po’ di tempo. Le prime partite probabilmente saranno a porte chiuse immagino, ma penso sia difficile fare previsioni adesso».

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