Mondo Inter

Longhi: «Problema Inter non è in porta. Inzaghi ha sfiduciato i difensori»

Longhi interviene sul match giocato sabato tra Inter e Roma. Dopo l’analisi della prestazione nerazzurra, il giornalista cerca di individuare i motivi dell’instabilità della difesa nerazzurra. L’ospite di Radio Sportiva aggiunge un commento anche su Handanovic e sulla gestione Inzaghi.

DIFESA SENZA CERTEZZE – Bruno Longhi fa il punto della situazione in casa Inter: «L’Inter ha condizionato la sua partita contro la Roma per un errore di piazzamento su calcio di punizione. Nicolò Barella ha perso un pallone che gli altri pensavano fosse giocabile. Per cui si sono trovati tutti fuori posizione. Mettiamoci anche la posizione di Alessandro Bastoni (vedi articolo) e la non parata o semi-parata di Samir Handanovic. Il fatto è che questa volta l’Inter ha fatto benino contro una Roma che ha giocato per non perdere. Però, se questa è una delle migliori partite, la dice lunga su quella che è stata la stagione finora. In tutte le partite l’Inter è stata aggredita. Con la Roma questo non può succedere perché è una squadra che gioca aspettando di essere aggredita. Alessandro Bastoni può diventare il nuovo Paolo Maldini, ma ha bisogno di avere certezze. Esce subito dopo l’ammonizione. Poi, il fatto di aver preso Francesco Acerbi come sostituto di Andrea Ranocchia e averlo fatto diventare titolare ha tolto certezze anche agli altri difensori. Questi possono pensare che il primo che arriva può trovare il posto fisso. C’è una situazione tale che tutti i giocatori insostituibili non sentono più la fiducia dell’allenatore e, quindi, giocano in un certo modo. Se sai che al primo errore ti prendono per le orecchie e ti portano via non rendi bene».

L’alternanza tra i pali e i ritmi lenti dell’Inter

IL VERO PROBLEMA – Longhi continua il suo commento passando alla questione portieri. «I tifosi hanno sempre esaltato e criticato Handanovic. Nei momenti d’oro lo consideravano come il salvatore della patria. Quando qualcosina andava male lo additavano come responsabile delle disfatte. È sempre stato un portiere sopportato. Adesso ha una certa età e, chiaramente, André Onana non è stato acquistato per fargli da riserva tutta la vita. Per ora si sta procedendo con una sorta di alternanza (vedi intervista). Qui si guarda il dito e non si guarda la luna. Il problema all’Inter non è il portiere, ma è la squadra che gioca su ritmi lenti. Non più quella di Simone Inzaghi dello scorso anno e non è più quella di Antonio Conte di due anni fa. È una via di mezzo. Inzaghi nella sua prima stagione all’Inter si è fatto condizionare da certi “nomoni” che, talvolta, metteva in campo sul finale di partita, forse per rispettare quella che era la loro carriera. Così, però, finiva per buttare via dei punti».

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