Tra i temi chiave di Inter-Juventus, c’è Romelu Lukaku che vive una sfida personale contro i suoi detrattori. Ma il belga ha un progetto molto più ambizioso, che non può fermarsi alle soglie di un luogo comune
NUMERI – Se n’è parlato tanto e se ne parlerà ancora, perché la presunta allergia ai big match di Romelu Lukaku torna a galla periodicamente. Alla vigilia della partita delle partite, è però opportuno chiedersi quanto il gigante belga soffra la pressione dei grandi appuntamenti, che bloccano le gambe e atrofizzano i muscoli. Da quando è arrivato in Italia, escludendo le competizioni europee, Lukaku ha segnato tre gol al Milan, tre al Napoli e uno alla Roma, mentre mancano all’appello Atalanta, Lazio e Juventus.
CADUTA – Abbiamo preso in considerazione un concetto molto ampio di ‘grande squadra‘, allargandolo ad una serie di compagni che lottano per i vertici della classifica, e contro cui i nerazzurri storicamente hanno trovato difficoltà. Ma nell’analisi del rapporto tra Lukaku e le grandi partite non si può prescindere da uno dei ricordi più recenti: la finale di Europa League contro il Siviglia, forse l’ultima grande caduta personale del belga, simboleggiata dal goffo autogol che ha deciso la partita. Lukaku ha sofferto emotivamente i giorni successivi a quella sconfitta. Gran parte dei tifosi nerazzurri gli ha fatto sentire il suo calore, la sua fiducia, legittimata dal cammino mastodontico con cui Lukaku aveva effettivamente trascinato l’Inter fino a quella sconfitta.
RISALITA – In tal senso, il luogo comune su Lukaku e le grandi partite proprio non sta in piedi: l’impressione è che al belga manchi davvero poco per trasformarsi in un centravanti totale e totalizzante, non solo nei numeri. Non dimentichiamo che l’ex United è anche rigorista, e questo inevitabilmente alza le sue probabilità statistiche di trovare, prima o poi, un gol che riempia le caselle per far tacere i detrattori. Ma quello che l’Inter chiede a Lukaku non trova risposte solo nei numeri: quelli, evidentemente, ci sono sempre e stati, anche in Premier League. L’Inter e Antonio Conte chiedono a Lukaku uno scatto emotivo, che gli avrebbe consentito di raccogliere il pallone, terminato goffamente in porta dopo l’autorete col Siviglia, e riportarlo al centro del campo con l’intenzione di raddrizzare le vie del destino. I percorsi dell’Inter e di Lukaku sembrano ironicamente sovrapponibili negli ultimi anni: una squadra, e un calciatore, a cui è sempre mancato qualcosa, e questo ha creato una polvere di impotenza sui muscoli del secondo e sulle reazioni della società ai momenti difficili. Anche per questo motivo Lukaku è atterrato sul pianeta Inter al momento giusto, a caccia di un riscatto cronologicamente prossimo ormai. Inter-Juventus è solo l’ennesimo ostacolo lungo una via, già tracciata, di personale realizzazione e catarsi, che passa inevitabilmente per le vittorie di un collettivo fin troppo assuefatto alle delusioni.