Inzaghi con la Salernitana cambia passo: gestione avveduta
Salernitana-Inter ha visto un netto passo avanti da parte di Inzaghi nella gestione dei suoi uomini. Le scelte dei titolari e nei cambi mostrano un allenatore più consapevole e coraggioso.
GESTIONE SIGNIFICATIVA – Si è parlato e si parla molto dell’effettiva capacità di Inzaghi di gestire le partite e le rotazioni dei suoi uomini. In passato spesso il tecnico è sembrato come impuntarsi sulle scelte, diventando meccanico anche nelle sostituzioni. Nessun guizzo, nessuna scelta fuori dallo spartito. Con la Salernitana invece è arrivato un messaggio. Perché le cose sono andate diversamente.
DUE MOTIVI – Malgrado la sfida non fosse un big match, il tecnico si trovava a dover fare scelte delicate. Per due motivi. Il primo dato dal calendario. Che metteva Sassuolo, Salernitana, Benfica e Bologna in dieci giorni prima della sosta. Impossibile quindi non ruotare gli uomini. In aggiunta però. L’Inter veniva dalla sconfitta col Sassuolo, il che . richiedeva un pronto riscatto. Coi neroverdi però erano andati in campo i titolari di Inzaghi. Serviva quindi trovare un compromesso tra le necessità di riposo e la competitività assoluta. Col secondo motivo ad assottigliare ancora di più le opzioni: gli infortuni. Fuori Sensi, Frattesi, Cuadrado e Arnautovic, a Inzaghi rimanevano poche opzioni. Quindi con la Salernitana ha deciso di giocarsele tutte.
SCELTE DIVERSE – Il tecnico in primo luogo ha ruotato i suoi titolari, per quanto poteva. Fuori Bastoni, Dimarco, Mkhitaryan e Lautaro Martinez. Lanciando titolari Klaassen e Sanchez alla prima in stagione. Dimostrando fiducia nelle sue seconde se non terze linee. Ma poi anche coi cambi Inzaghi ha continuato a gestire. Senza timori reverenziali, senza timori. Come dimostra la sostituzione di Calhanoglu con Asllani arrivata dopo dieci minuti del secondo tempo. Puntando poi sui suoi titolari Mkhitaryan e Lautaro per cercare la svolta. E una volta trovata, dando riposo a un altro titolarissimo come Barella pescando dalla panchina Agoumé. Tutta la rosa sfruttata e vittoria ottenuta. Un segnale di crescita dell’allenatore. Il secondo dopo il finale di partita con la Real Sociedad.