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Brozovic sacrificato scelta logica per l’Inter: i motivi della separazione

Brozovic sembra arrivato al capolinea della sua avventura all’Inter. Una decisione non facile da prendere ma che può seguire una logica. La società nerazzurra ha già valutato i pro e i contro dell’operazione, che in estate può andare in porto solo a determinate condizioni. Convenienti

ULTIMA (?) STAGIONE – Otto anni e mezzo di Inter posson bastare. Posson bastare? La decisione spetta a Marcelo Brozovic, perché l’Inter – a quanto pare – ha già fatto la sua scelta. Da tempo. Per il centrocampista croato non c’è più troppo spazio nei progetti nerazzurri. Questione di costi, non di altro. La delegittimazione di Brozovic nelle vesti di “non capitano”, con l’inatteso inutile cambio di gerarchie solo a Istanbul, non passa inosservata. L’Inter poco più di un anno fa ha rinnovato il contratto in scadenza a fine stagione fino al 30 giugno 2026. Obiettivo non perdere il classe ’92 croato a parametro zero come successo, invece, con Milan Skriniar in direzione Paris Saint-Germain. Risultato ottenuto ma a prezzi eccessivi: l’ingaggio lordo di Brozovic fino ai suoi 33 anni e mezzo circa è fuori portata per un club che deve ristrutturare i propri costi. Il 30enne di Zagabria è un asset di valore, quindi una risorsa da gestire. Ma la gestione non è così semplice.

Perché l’Inter ora può sacrificare Brozovic

SCELTE IMPORTANTI – Se hai Brozovic lo metti al centro del tuo progetto tecnico e sportivo. Non gli affianchi un alter ego ingombrante, quindi il giovane Kristjan Asllani va benissimo. Ma Asllani vice-Brozovic serve a poco. Se decidi di sacrificare qualcuno, sacrifichi Brozovic e non il classe ’97 Nicolò Barella, a centrocampo. Perché Barella ha un costo storico importante e può ancora aumentare il proprio valore, oltre che il proprio ruolo in rosa, Brozovic no. E se decidi di blindare Hakan Calhanoglu, due anni più giovane del “collega” croato, la scelta è quasi automatica. Brozovic, in caso di offerte, può partire. L’Inter non può nemmeno pensare di pareggiare una proposta indecente a livello di ingaggio, liberando di fatto il suo numero 77. L’importante è monetizzare il più possibile, così da rendere più sopportabile il sacrificio. La situazione è chiara: il regista nerazzurro tuttofare non è in svendita ma può essere piazzato a buon mercato. Una plusvalenza non vitale per l’Inter ma comunque da non sottovalutare, ora.

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