Editoriali

Inter-SPAL e Roma-Empoli: VAR scelte errate, il regolamento dice altro

Ancora una volta è stato un turno di Serie A caratterizzato da decisioni arbitrali discutibili. Inter-SPAL e Roma-Empoli hanno visto le vittorie casalinghe, ma sono state partite altamente condizionate dalle scelte rispettivamente di Gianpaolo Calvarese e Fabio Maresca (nonché degli addetti al VAR): quanto avvenuto fra Meazza e Olimpico, con l’aggiunta di Chievo-Milan di sabato, continua a essere un grosso problema nella corsa Champions League.

MANO DIFFERENTE – Inter-SPAL e Roma-Empoli sono state due partite che hanno avuto un punto in comune: un gol annullato dal VAR per un presunto fallo di mano. Se quello di Lautaro Martinez al 31′ è stato ininfluente, perché poi l’Inter è riuscita lo stesso a vincere 2-0, quello di Rade Krunic ha avuto un peso evidente sia sulla lotta Champions League sia sulla lotta salvezza, perché il centrocampista bosniaco dell’Empoli aveva trovato il 2-2 all’88’ e gli è stato negato per un tocco considerato volontario da parte di Dimitri Oberlin. Fin qui non ci sarebbe nulla di particolarmente rilevante, ma andando a verificare (regolamento alla mano) i due episodi si trova invece tanto da discutere sulle scelte di Gianpaolo Calvarese al Meazza (con Marco Di Bello al VAR) e Fabio Maresca all’Olimpico (con Davide Massa al monitor).

REGOLAMENTO ANTICIPATO – Lo scorso 2 marzo l’IFAB (International Football Association Board) ha approvato, durante il meeting generale annuale che si è tenuto ad Aberdeen, in Scozia, diverse modifiche al regolamento del gioco del calcio. Fra queste è stata data una definizione più precisa e dettagliata per stabilire se un tocco con la mano sia irregolare, in particolare su quando un contatto non volontario o accidentale possa essere punito. Per esempio un gol segnato direttamente con la mano o il braccio, anche se casuale, e un giocatore che segni o crei un’occasione da gol dopo aver ottenuto il possesso o il controllo del pallone con la mano o il braccio, anche se accidentale, non sarà più permesso: questo è il caso sia di Lautaro Martinez in Inter-SPAL sia di Krunic in Roma-Empoli. Sarebbe quindi tutto corretto, con un piccolissimo dettaglio non marginale: queste regole entreranno in vigore nella prossima stagione, non adesso…

COME FUNZIONA – Le modifiche dell’IFAB non sono ancora valide, perciò sino al termine di questa Serie A bisogna fare affidamento al regolamento del 2018, liberamente consultabile qui (con ulteriore specifica, sempre sul sito dell’AIA, di come si tratti di quello in vigore). A pagina 90, nel punto 1 della regola 12 (Falli e scorrettezze), viene spiegato che “il fallo di mano implica un atto intenzionale di un calciatore che con la mano o il braccio viene a contatto con il pallone. I seguenti criteri devono essere presi in considerazione: il movimento della mano verso il pallone (non del pallone verso la mano), la distanza tra l’avversario e il pallone (pallone inaspettato), la posizione della mano non significa necessariamente che ci sia un’infrazione”. Successivamente, a pagina 98, la Guida Pratica AIA torna sull’argomento: “A quali criteri deve attenersi l’arbitro per stabilire che un calciatore ha toccato il pallone con le braccia o con le mani intenzionalmente? Deve valutare se il contatto tra il pallone e la mano o il braccio è voluto dal calciatore o se questi allarga, alza, muove o, comunque, tiene le mani o le braccia con l’intenzione di costituire maggior ostacolo alla traiettoria del pallone. Non deve però essere considerato intenzionale il gesto istintivo di ripararsi il viso o il basso ventre dal pallone”. Ecco che qui cominciano a esserci dubbi fondati su quanto successo fra Inter-SPAL e Roma-Empoli.

INTERPRETAZIONE SCORRETTA – Alla luce del regolamento appena citato appare complesso giudicare intenzionale, quindi volontario, sia il tocco di Lautaro Martinez (che prima controlla di petto) sia soprattutto quello di Oberlin, il quale (a differenza dell’argentino, che gestisce un cross proveniente dalla sinistra) è stato semplicemente colpito da un rinvio errato di Juan Jesus con il quale stava andando a contrasto, quindi a distanza minima. Le immagini, visibili nei video a fine articolo, non solo mettono in discussione quanto definito dai regolamenti, ma stridono anche con la definizione di “chiaro ed evidente errore”, ossia il principio fondamentale sul quale si basa il protocollo VAR. Che il tocco di Lautaro Martinez sia volontario (e che sia chiaro ed evidente) è abbastanza esagerato, che quello di Oberlin lo sia altrettanto è addirittura da escludere. Risultato? Ancora una volta gli arbitri hanno influito non poco sul regolare svolgimento di Inter-SPAL e Roma-Empoli, cambiando a loro discrezione (soggettiva, e sì che il VAR dovrebbe ridurre questa casistica…) il punteggio come già aveva fatto Rosario Abisso con la vergognosa direzione di Fiorentina-Inter e il rigore inventato al 96′ per tocco di petto di Danilo D’Ambrosio. Se poi viene aggiunto come in Chievo-Milan di sabato sia stato convalidato il gol del definitivo 1-2 di Krzysztof Piatek, viziato da un fallo piuttosto evidente su Fabio Depaoli, senza andare a rivedere le immagini al monitor ecco che aumentano ulteriormente le recriminazioni per come una classifica piuttosto corta possa essere condizionata da decisioni arbitrali molto discutibili. E nel 2019, col VAR che dovrebbe permettere di avere immagini e tempo aggiuntivo a disposizione, è oggettivamente inaccettabile.

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