Inter, il 2019 in cifre: diamo i voti ai macro-protagonisti dell’ultimo anno
La fine di ogni anno solare coincide per tutti con un’analisi di quanto prodotto negli ultimi 365 giorni. Lo stesso discorso si può fare sull’argomento Inter. Il 31 dicembre è giorno delle pagelle di fine anno. Stavolta, però, le “estendiamo” alle categorie anziché focalizzarci sui singoli nomi. Ecco i voti ai macro-protagonisti nerazzurri del 2019
PROPRIETÀ
Finalmente il Gruppo Suning, capitanato dal patron Zhang Jindong ma presente a Milano con il figlio-presidente Steven, ha capito che l’Inter non è la squadra B della famiglia. E se la rescissione di Joao Miranda, poi acquistato dal Jiangsu Suning a parametro zero, ha fatto storcere il naso a qualche malfidato, in realtà l’operato della proprietà cinese negli ultimi dodici mesi è straordinario. La crescita economico-finanziaria dell’Inter, pur senza ottenere risultati sportivi, è sotto gli occhi di tutti. Avere una proprietà così solida e seria in questo periodo non è un dettaglio trascurabile, Suning si è meritata un boost di fiducia. Certo, resta qualche pecca, a partire dall’annosa questione “nuovo stadio” a San Siro con il Milan, possibilmente da sbrogliare in solitudine. VOTO 8
DIRIGENZA
I progressi dell’Inter nell’ultima annata sono frutto di un lavoro importante in ambito di management. L’ingresso di Beppe Marotta ha portato subito benefici sul lato sportivo. Sul lato finanziario, invece, i successi ottenuti grazie all’operato di Alessandro Antonello sono ormai noti a tutti. Non meno importante il lavoro oscuro svolto da Roberto Samaden, che attraverso lo sviluppo del Settore Giovanile continua a garantire plusvalenze e talenti (un certo Sebastiano Esposito…) alla Prima Squadra. In estate Piero Ausilio ha ottimizzato la rosa, nonostante la pecca delle cinque cessioni in prestito senza obbligo di riscatto. Dovrebbero garantire 150 milioni tra qualche mese, ma è solo una previsione, per questo oggi bisogna andare con i piedi di piombo. VOTO 7
ALLENATORE
Annata di rivoluzione perfettamente divisibile in due parti. La prima è caratterizzata dalla chiusura del ciclo di Luciano Spalletti, che lotta contro tutto e tutti per confermare il piazzamento dell’Inter in Champions League. E ci riesce, pur dovendo gestire casi che con il calcio giocato c’entrano ben poco. Gli ultimi tre mesi e mezzo avrebbero fatto gettare la spugna a chiunque, invece Spalletti lascia l’Inter da gran signore. Nell’Europa che conta. Subito dopo inizia il ciclo di Antonio Conte, che si sintetizza semplicemente guardando la classifica di Serie A. Certo, c’è la doppia pecca europea (Spalletti-Europa League e Conte-Champions League), ma anche tanti alibi. VOTO 9
CAPITANO
Categoria da non sottovalutare. Perché nel 2019 l’Inter tocca uno dei punti più bassi della sua storia ultracentenaria. A febbraio la società è costretta ad annunciare il cambio di capitano. La fascia passa dal braccio dell’attaccante Mauro Icardi a quella del portiere Samir Handanovic, così. All’improvviso. Più tardi uscirà fuori di tutto e di più. Ed è un tutti contro uno che diventa presto un tutti contro tutti. Lo spogliatoio è allo sbando, l’ex capitano Andrea Ranocchia da Icardi eredita virtualmente anche il numero 9 pur di aiutare (inutilmente) l’Inter da centravanti. Il giudizio finale non può che essere una media tra il 2 di chi è finito a Parigi e l’8 di chi è rimasto tra i pali. VOTO 5
SQUADRA
Chiudere un altro anno senza trofei in bacheca è una sconfitta a priori quando ti chiami Inter. Nemmeno un’umilissima Coppa Italia. Approccio sbagliato, come quello in Europa League (ma lì si era in pieno “caso Icardi”…). I malumori della prima parte dell’anno sono svaniti con il cambio in panchina. Allontanare Icardi con Radja Nainggolan e Ivan Perisic forse non è stato un successo dal punto di vista tecnico, ma da quello psicologico sì. Ne hanno giovato tutti, a partire da Lautaro Martinez. E poi sono arrivati – tra gli altri – Nicolò Barella, Stefano Sensi e Romelu Lukaku. La squadra è migliorata tanto, ma il primo posto attuale dopo le figuracce precedenti non può salvare l’intera annata. Anche per via dell’uscita anticipata dalla Champions. Il gruppo però finalmente sembra meritare più applausi che fischi, forse la maglia nerazzurra è tornata a pesare. VOTO 6
TIFOSI
Record di spettatori a San Siro. In trasferta, pure. Da casa, anche. Sui social, idem. I tifosi dell’Inter sono ovunque. Si moltiplicano. Si battono per i colori nerazzurri anche dovendo andare contro se stessi. Forse ogni tanto esagerano, come quando danno fin troppa importanza a Icardi anziché concentrarsi sulla corsa Champions della squadra di Spalletti. Ma lo fanno per amore. Lo fanno per la maglia nerazzurra. Anche l’accoglienza data a Conte ha visto un po’ di scissioni interne, poi tutto è rientrato grazie alle prestazioni della squadra in campo. Un altro anno si è concluso senza trofei e con pochissime gioie, se non un quarto posto – con gli stessi punti dell’Atalanta – ottenuto all’ultimo respiro facendo retrocedere l’Empoli. Un po’ poco per questi tifosi eroici, no? VOTO 10