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Conte ha fatto spendere tanti milioni all’Inter? Sfatiamo questa leggenda

Conte è senza alcun dubbio il principale protagonista della vittoria dell’Inter (sul campo). Eppure per qualcuno continua a essere un problema, addirittura di natura finanziaria, ignorando completamente il piano tecnico-sportivo del suo straordinario lavoro biennale

PROBLEMA INGAGGI TOP – Anche nel giorno della festa, quindi dei complimenti e dei meriti (da riconoscere), c’è chi sente il bisogno di trovare il dettaglio che può mettere in cattiva luce i protagonisti. E ancora una volta a dividere l’opinione pubblica è Antonio Conte, ché vederlo vincere alla guida dell’Inter proprio non va giù. Dopo le futili polemiche sullo stipendio immorale abbondantemente più alto di quello di tutti i suoi colleghi in Serie A, arriva quella relativa al monte ingaggi della squadra gonfiato dagli acquisti voluti dall’allenatore (vedi dichiarazioni). La colpa di Conte sarebbe quella di aver fatto spendere tanti milioni alla proprietà Suning per avere ad Appiano Gentile calciatori dall’ingaggio spropositato. E quindi ora da tagliare per iniziare il processo di abbattimento del monte ingaggi necessario per far quadrare i conti. Sarà vero? Tutt’altro. L’Inter nelle ultime quattro sessioni di mercato (le prime due pre-Coronavirus) ha alzato l’asticella, gli obiettivi da raggiungere e ovviamente le spese per riuscirci. Conte ha voluto a tutti i costi Romelu Lukaku, fine. Poi è arrivato Christian Eriksen, intuizione dell’AD Sport Beppe Marotta a gennaio. E infine Achraf Hakimi, colpo assoluto del DS Piero Ausilio in tempi non sospetti. Sono questi i tre colpi di mercato dell’Inter, che hanno alzato drasticamente la qualità della rosa e di conseguenza i costi fissi nel bilancio aziendale. Poi ci sono altri nomi “pesanti” alla voce ingaggi, è vero, ma qualcuno si è chiesto perché sono arrivati? E come? Troppo facile guardare solo ciò che conviene.

MERCATO LOW COST – La coppia cilena – Arturo Vidal e Alexis Sanchez – è arrivata praticamente a costo zero alla voce cartellino, normale investire tutto sullo stipendio. Conte avrebbe preferito N’Golo Kanté e Antoine Griezmann, ma in quel caso nessuno si sarebbe permesso di criticare i due acquisti, a fronte di una spesa complessiva di 150-200 milioni (più stipendi!). Rispetto ai piani iniziali, Conte si è dovuto adeguare al mercato low cost chiedendo altri colpi simili di esperienza – Aleksandar Kolarov e Ashley Young -, che alla fine si sono rivelati complessivamente più utili del previsto, in campo e soprattutto fuori. In estate sono tornati due esuberi non riscattati altrove – Radja Nainggolan e Ivan Perisic -, su cui Conte ha dovuto lavorare con fortune alterne proprio per rimediare a errori di valutazione altrui. E a breve tornerà anche Joao Mario, che insieme a Gabriel Barbosa detto “Gabigol” è stato il primo regalo di Suning al mondo nerazzurro. Regalo che ancora oggi viene pagato a caro prezzo. Senza bisogno di ricalcare quanto ha fatto risparmiare Conte all’Inter attraverso la crescita di tre giovani – Alessandro Bastoni, Nicolò Barella e Lautaro Martinez -, che ora pretendono giustamente l’adeguamento del contratto. O il lavoro fatto per recuperare tre titolari in declino – Milan Skriniar, Marcelo Brozovic e il già citato Perisic -, diventati concreti dopo stagioni di alti e bassi. Tornando alle “zavorre” sopracitate, ora liberarsi di loro paradossalmente servirà a ben poco: fanno spazio in rosa e nel monte ingaggi ma solo per far rientrare qualche ex Primavera e adeguare gli stipendi dei titolarissimi riformattati da Conte. Questo è l’argomento da discutere nei salotti televisivi: il gran lavoro fatto da Conte su questa squadra, giocatore per giocatore. Una squadra che non era forte né vincente ma ora lo è. Conte non ha fatto spendere tanti milioni all’Inter, ma si è solo adattato al cambio di programma impostogli, rivalutando economicamente e tecnicamente tutto e tutti. Complimenti e grazie anche per questo, mister.

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