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Marotta: «Pavard? Siamo messi bene! Sanchez? Vuole tornare»

Beppe Marotta, Amministratore Delegato dell’Inter, ha parlato a RDS, Radio della Serie A. L’AD si è espresso sulla prima giornata e sul mercato. In ballo Pavard e Sanchez

VICINIMarotta sul Pavard: «Annuncio Pavard oggi? No, oggi no. Ma siamo messi bene. Abbiamo tirato molto alto in questa esigenza, siamo molto ambiziosi. Non è un’illusione. Spesso ci dicono che vogliamo illudere la gente, non è affatto così. Noi puntiamo obiettivi alti. Vogliamo gente forte. Vogliamo un mix tra giovani e meno giovani. Con i soli giovani non vinci nulla, ci vuole equilibrio».

NO BANDIEREMarotta illustra la situazione italiana, parla di bandiere e Lukaku: «Non siamo più nella condizione di fare grossi investimenti, la voce player trading rappresenta nei nostri bilanci una caratteristica. Nessuna società può dire oggi spendo 200 milioni sul mercato. L’Inter è competitiva, bisogna sempre confrontarsi con gli avversari, sono sempre le solite squadre a contendersi il titolo. Partiamo alla pari. Lukaku? Venuta meno serietà e rispetto dei ruoli, bisogna adattarsi. Una delle caratteristiche delle società e dei manager è quella di adattarsi perché i valori e i sistemi sono cambiati. Le bandiere non ci sono più, i trasferimenti sono frequenti. Se prima giocatori come Mazzola o Rivera stavano a vita in un club, oggi i big possono cambiare squadra in base all’esborso economico e ai propri agenti».

DELUSIONE − Continua Marotta: «In un mondo dove oggi è sì e domani diventa no, bisogna adattarsi. L’operazione Lukaku ha lasciato tanta delusione, poi giusto che lui faccia la sua strada e noi la nostra. Dove andrà? Non ha tante alternative, penso che non andrà in un’altra squadra di Serie A. I manager stanno lavorando bene, mi fa piacere come componente del calcio di Serie A. Questa l’occasione per ringraziare la lega calcio, volevo essere qui. Le società hanno lavorato tutte bene».

RITORNOMarotta rivela: «Sanchez? Ci sta, quando convivi con un mercato che continua ad esserci quando giochi significa che se un giocatore non gioca il sabato o la domenica, il lunedì è sul mercato. Correa vuole spazio, se lui decide di andare via lo accontenteremo. Sanchez è un campione, ha grande passione per il suo lavoro. Andato via a malincuore e ha mandato segnali di ritorno».

ARABIA − Così Marotta sul calcio arabo: «Quando un calciatore viene richiesto da un club più ricco è difficile trattenerlo. I club italiani non possono rinunciare a certe somme. Onana arrivato a zero e venduto a più di 50 milioni, operazione positiva. Bravo Ausilio. I DS devono essere bravi a trovare i sostituti adatti. Questo fenomeno arabo è arrivato improvvisamente, noi e tante leghe europee non erano preparate. Per capirlo meglio ci vorrà almeno un anno. Ovviamente la qualità è scesa, perché hanno preso 22 giocatori di caratura mondiale, giocatori veri. A fronte della povertà di qualità di calcio è venuta meno una competitività economica. Ciò condiziona anche la vendita dei diritti tv. Non escludo che siano arrivate altre richieste e a noi e ad altri. Hanno speso in diritti 700 milioni e hanno ancora un miliardo a disposizione».

TRE NOMIMarotta fa tre nomi: «Lautaro Martinez risolutore, il terminale di quello che è il nostro gioco. Molto attivo. Arnautovic? Il ruolo del manager è quello di avere il taccuino dei grandi nomi e delle grandi ambizioni. Avevamo prima altri obiettivi per un fatto anagrafico. Sapevamo cosa però rappresenta Arnautovic, dispiace averlo sottratto al Bologna. Sensi abituato a farci vedere dei bei precampionati, importante gestirlo dal punto di vista fisico. Può darci un valido apporto. Istanbul? Il fatto di aver perso la finale di Champions League dà maggior voglia e consapevolezza di continuare a far bene. Servita tanto questa esperienza, con autorevolezza questi ragazzi sono arrivati in finale».

CULTURA VINCENTEMarotta su Cuadrado: «Cuadrado? Si porta dietro una cultura della vittoria che serve moltissimo. Quando arrivò Pirlo, aveva vinto col Milan. Cuadrado si porta dietro questo. Bisogna costruire un gruppo con la freschezza del giovane e l’esperienza dell’anziano. Il suo ruolo è quello di spronare a far bene i giovani. I tifosi dell’Inter hanno una fede incredibile, abbiamo ricevuto tante critiche tra social e mail, evidente che l’amore verso una maglia ti porta ad essere sfiduciato».

ALIMENTAZIONEMarotta non snobba nulla: «Nella classifica generale della stagione danno vantaggio tutti: magazzinieri, nutrizionisti ecc… L’alimentazione oggi è una parte fondamentale di ogni calciatore, oggi c’è un’aggressività notevole, devi essere preparatissimo. Dal punto di vista fisico devi essere perfetto e performante. Anche i giardinieri sono una specificità troppo importante per un club».

OBIETTIVOMarotta vuole lo Scudetto: «Un caso in finale di Champions League? La fortuna c’è stata, ma poi c’è stato il merito della società, dell’allenatore e dei giocatori. Non si arriva lì per caso. Quello dello scudetto quest’anno coinciderebbe con l’anno della seconda stella. Sarebbe una gran cosa vincere lo Scudetto quest’anno e lo scorso anno essere arrivati in finale di Champions».

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