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Conte: “Sull’Inter discorso molto semplice. Niente rimpianti, Hakimi…”

Conte ha parlato in conferenza stampa assieme a Ranocchia alla vigilia di Borussia Monchengladbach-Inter di Champions League (vedi articolo). Il tecnico ha presentato la partita decisiva di domani, soffermandosi sull’ormai noto “percorso” e sul rendimento di Hakimi.

CONFERENZA CONTE – Questa la conferenza stampa di Antonio Conte alla vigilia di Borussia Monchengladbach-Inter.

Cosa deve fare l’Inter per non sentire troppo la gara col Borussia Monchengladbach, come contro il Real Madrid? Fa parte del processo di crescita?

Sono stati espressi tanti giudizi negativi per la partita col Real Madrid. Ho sentito anche tanta gente che ha parlato di partita dove il Real Madrid ha praticamente fatto quello che ha voluto. Questo dimenticando che, al 30′ del primo tempo, eravamo in dieci contro undici e avevamo subito un rigore dopo quattro minuti: sfido chiunque, dieci contro undici col Real Madrid, a essere bravo a cambiare. Ho detto che sono rimasto soddisfatto della volontà e dell’impegno che ci hanno messo i ragazzi per cinquantacinque minuti, quando erano in undici contro dieci. Al tempo stesso è inevitabile che queste situazioni ce le siamo create noi: dobbiamo essere bravi per far sì che in queste partite non si creino situazioni negative. La partita di domani è contro una buonissima squadra, che sta facendo molto bene in Champions League. Dobbiamo cercare di dare il massimo e uscire dal campo senza rimpianti.

Prima della partita di andata, l’esordio in Champions League, dicesti che l’Inter doveva essere arbitro del proprio destino. Oggi non lo è per passare il turno: quanta convinzione ha Conte, realmente, di passare il turno?

Abbiamo iniziato il percorso di Champions League che eravamo arbitri del nostro destino. Oggi, se non lo siamo più, significa che comunque siamo mancati in alcune situazioni. Detto questo l’unico modo per cercare di restare in vita è quello di vincere la partita di domani contro il Borussia. Sappiamo che non sarà semplice, il Borussia ha dimostrato la sua forza. Al tempo stesso per noi può essere un’occasione per dare seguito a un percorso iniziato in Europa, dove spesso e volentieri ti trovi a giocare partite dentro o fuori importanti. C’è l’occasione per testare ancora un’altra volta in più questo tipo di situazioni.

C’è una spiegazione per queste difficoltà di Hakimi? Giocare in Germania può essere un’occasione per il suo rilancio?

Non mi piace mai parlare dei singoli, ma penso che dobbiate fare il vostro lavoro. Andate a vedervi quello che ho detto di Hakimi: ha grandi potenzialità, ma deve lavorare tanto soprattutto nella fase difensiva. Non dimentichiamo che in Italia ci sono pressioni, aspettative e richieste molto più alte che se vai a giocare in altri campionati, come può essere quello tedesco e inglese dove c’è più enjoy da questo punto di vista. È un ragazzo che ha potenzialità, deve continuare a lavorare sapendo anche lui che qui in Italia ci sono aspettative e pressioni totalmente diverse rispetto alla Germania.

In tutto questo inizio di anno all’Inter di Conte è stata segnalata mancanza di equilibrio. Col Sassuolo si è vista una squadra sia equilibrata sia vincente, anche cambiata in certi atteggiamenti. È entrata in campo bene, anche come ha approcciato la partita è stato diverso al passato, mi riferisco magari alla posizione di Barella. Questo è un punto chiave? È la formula giusta per questo momento del campionato, aspettando gli altri che devono entrare, oppure è stato una tantum e ritorneremo a vedere il trequartista e il pressing molto alto?

Per quello che riguarda l’assetto tattico e i calciatori io continuo a ribadire un discorso molto semplice, che può essere recepito o non recepito. Ci siamo trovati, dopo pochissimo tempo, a dover fare partite ufficiali con calciatori che non hanno finito con l’Inter. Calciatori come Hakimi, come Kolarov, come Vidal. Darmian aveva già giocato con me, così come Arturo da questo punto di vista erano abbastanza rodati. Questi sono un po’ quelli che sono arrivati dal mercato, come ho detto abbiamo dovuto comunque in partite ufficiali mettere giocatori che avevano bisogno di lavorare un bel po’, due o tre settimane insieme facendo partite amichevoli. Invece ci siamo trovati a buttarli nella mischia, chiaramente anche con i rischi del caso. È inevitabile che in tutte le situazioni ci voglia sempre molto equilibrio, però lo trovi anche giocando e capendo situazioni e caratteristiche le situazioni. I calciatori devono capire che ci sono situazioni diverse rispetto al passato, e cercare in partite ufficiali di trovare anche il risultato. A volte ci siamo riusciti, altre volte meno: penso che sia molto chiara la situazione.

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