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Conte: “Esempio Inter? Prendo il Liverpool! Costruiamo qualcosa di solido”

Conte ha appena concluso la conferenza stampa di vigilia di Genoa-Inter, match della quinta giornata di Serie A in programma domani alle ore 18. Il tecnico ha presentato la partita del Ferraris: queste le sue dichiarazioni riprese in diretta da Inter-News.it.

Terza gara in sette giorni. Come si gestiscono le energie? Che Genoa si aspetta, visto che loro stanno recuperando tutti?

Sinceramente è giusto che noi guardiamo in casa nostra. Stiamo cercando di gestire la situazione al momento, cercando di far recuperare i giocatori e di preparare le gare. Sono tutte diverse, quindi dobbiamo unire le due cose: cercare di dare un buon recupero dal punto di vista psico-fisico ai calciatori, visto che tutti stanno giocando sempre, e dall’altra preparare la partita nella giusta maniera.

C’è più preoccupazione per la difesa in difficoltà, con la squadra che prende due gol a partita, o per le assenze? Chi recupera per Genoa-Inter?

Io non sono preoccupato, sinceramente. La strada che abbiamo intrapresa è quella giusta, rende felice me e i calciatori. Anche il club, col tipo di calcio che facciamo. Dal punto di vista della situazione la dobbiamo sempre affrontare a testa alta, quindi non dobbiamo essere preoccupati. Non sono nemmeno preoccupato da un punto di vista calcistico, perché secondo me stiamo facendo un buon calcio e producendo tanto. Spesso veniamo puniti da qualche disattenzione, in cui dobbiamo e possiamo migliorare, però sono contento e felice di quello che i miei calciatori danno, dell’abnegazione, della voglia e della determinazione. Si è creata una determinata idea, andiamo avanti senza nessun problema.

Ci sono tante partite ravvicinate, secondo Conte la caratteristica più importante per dare continuità di risultati qual è?

Se parliamo dell’intensità penso che nell’ultima partita anche, contro il Borussia Monchengladbach, anche dal punto di vista dell’intensità siamo stati superiori ai tedeschi. Di solito, quando giochi con le squadre tedesche, paghi sempre dazio dal punto di vista del ritmo: devi essere tu a difenderti, loro ti pressano e non ti lasciano spazio. Anche dal punto di vista dell’intensità penso che sia la strada giusta, poi spesso e volentieri vi fate condizionare dal risultato. Sto guardando il contenuto della prestazione: fino a questo punto devo ritenermi soddisfatto per quello che produciamo, per l’idea di calcio. E vedo soddisfazione da parte dei miei calciatori per questo tipo di calcio, per fare la partita da grande squadra. Poi il risultato finale dipende sempre da tanti fattori: nelle ultime tre partite quelli palo-rete e palo-fuori sono stati negativi per noi.

Si è parlato di felicità dei giocatori, del club e di Conte. Può esserci una felicità che prescinde dal risultato?

Innanzitutto dobbiamo dare sempre il 110% per cercare, oltre alla prestazione, di ottenere un buon risultato. A volte questo accade, altre no, così come bisogna lavorare. Possiamo prendere come esempio il Liverpool di Klopp: è stato quattro anni senza vincere, adesso ha creato una macchina da guerra. Erano felici di costruire qualcosa di importante, noi siamo contenti di costruire qualcosa di solido e importante. Non so se nel breve porterà a vincere qualcosa, però è la strada intrapresa tutti insieme ed è giusta. Io penso che, anche all’esterno, quello che arriva oggi vedendo l’Inter è di una struttura che sta diventando solida, a differenza degli anni precedenti. Questo ci porta a trovare anche felicità.

Quanto conta, in questo momento, la componente psicologica. Come si fa a evitare che qualche giocatore sia in preda dello sconforto, fra errori, risultati e positività dei compagni?

La barra è dritta già di suo. Non devo intervenire, non sono intervenuto, proprio perché questo è un gruppo di calciatori che sono prima di tutto degli uomini e poi vanno in campo. La barra è dritta: quando io vedo determinati atteggiamenti, o il club e i dirigenti li vedono, noi non possiamo che essere comunque soddisfatti. Dire oggi che vedo sempre più negatività fuori, quando invece vedo positività, non nel discorso della malattia, vedo sempre di cercare di minare delle certezze che stiamo consolidando in maniera importante. Il club è molto contento di questo.

L’Inter segna tanto e, per i suoi standard, incassa anche un po’ troppo. Si è parlato nelle scorse settimane di una ricerca di equilibrio: rispetto all’anno passato perché si fa più fatica a trovarlo?

Se andiamo a vedere quello che stiamo cercando di fare è coinvolgere tutta la rosa. Cerchiamo di coinvolgerli in toto, è inevitabile che alcuni interpreti e le caratteristiche siano cambiate dall’anno scorso. Però cerchiamo sempre di riportare i nostri concetti, di essere fedeli in quello che vogliamo fare. Abbiamo fatto tanti gol, secondo me potevamo farne molti di più. Abbiamo subito qualche gol di troppo, sicuramente evitabilissimo visto che, spesso e volentieri, c’è stata qualche situazione individuale che possiamo migliorare. Però dobbiamo continuare a lavorare: in quello che stiamo facendo c’è anche l’aspetto positivo del fatto che abbiamo avuto tanti assenti, con tanti calciatori che sono dovuti entrare subito a giocare partite facendo esperienza, capendo situazioni nuove. Continueremo a lavorare e fare la partita: finora non c’è stata una squadra che ci ha dominati. La mentalità è questa, dobbiamo andare avanti perché è la strada giusta per essere solidi.

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