Mondo Inter

Zamorano: “Famiglia Inter costruita da Simoni. Ronaldo fenomeno ma io…”

Zamorano – ex attaccante dell’Inter – è uno dei due protagonisti della puntata odierna di “Inter Calling”, format di Inter TV dedicato ai protagonisti nerazzurri del passato. Il ricordo è tutto per Simoni e la Coppa UEFA vinta a Parigi in coppia con Ronaldo

GRAZIE MISTER SIMONI – Anche Ivan Zamorano si unisce al ricordo di Gigi Simoni: «Mi sembra che “Pupi” (Javier Zanetti, ndr – vedi dichiarazioni) ha detto quello che noi sentiamo. Simoni ha costruito una famiglia. Quell’Inter 1997/98, che alla fine ha realizzato un sogno vincendo quella Coppa UEFA meravigliosa per tutti. È stato tutto bellissimo. Simoni è stato non solo un grande allenatore ma anche un grande uomo. E quello era più difficile in una squadra con così tanti campioni. Per me il miglior allenatore è quello che può avere una squadra in cui sono tutti contenti, quelli che giocano e quelli che non giocano. E mi sembra che Simoni abbia costruito ciò. Quelli che non giocavano erano contenti lo stesso perché sapevamo perfettamente che tutti insieme volevamo arrivare agli obiettivi fissati in quell’anno. Poter vincere quella Coppa UEFA e anche lo scudetto in campionato. Tutti quelli che sono stati con lui hanno un ricordo bellissimo di un grande uomo che ha fatto tutto quello che doveva fare per creare una famiglia all’Inter. E quella l’ha costruita lui. Simoni mi ha fatto giocare le partite più importanti di quella Coppa UEFA ed è stato un premio per me avere un tecnico come lui, che mi ha sempre spronato».

COPPIA BEN ASSORTITA – L’Inter di Simoni in attacco poteva vantare la stella di Ronaldo, autore del 3-0 dopo il vantaggio di Zamorano: «Quel gol, con quei movimenti, poteva farlo solo Ronaldo. Faceva delle cose incredibili. Per me è il migliore numero 9 al mondo e quel gol rappresenta tutto quello che è lui. Velocità e magia. Ronaldo era un Fenomeno, io sono un lavoratore, quindi ci completavamo perché in una squadra ci sta sia un giocatore che abbia la magia sia uno che lavori per la squadra. Io sentivo il calcio così. I tifosi mi ricordano ancora come un guerriero, poi ho la mia tecnica, soprattutto di testa, però mi piace più essere ricordato come uno che ha sempre dato tutto in campo e ha lottato su ogni pallone».

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