Materazzi: “Inter 2010 pronta per giocare in 9. Un aneddoto su Mourinho”
Materazzi è protagonista di una diretta Instagram con Vieri. L’ex difensore è tornato sulla stagione dell’Inter del Triplete, la 2009-2010, ricordando diversi aneddoti su Mourinho e altre situazioni particolari.
CAMPIONI DA PRIMA – Marco Materazzi, prima del 2010 e di José Mourinho, si ricorda la sua prima Inter: «Penso che il 5 maggio era lo scudetto più bello perché era inaspettato. Venivi da due anni prima ancora peggio, con la qualificazione in Coppa UEFA nelle ultime giornate. Da lì hanno cambiato tanto, sono arrivati Sérgio Conceiçao, Francesco Toldo e tanti giocatori differenti: nessuno si aspettava che l’Inter potesse avvicinarsi a vincere quello scudetto. Poi purtroppo è andata come è andata, merito chi l’ha vinto e bravi loro. Sarebbe stato uno scudetto molto bello perché c’era un gruppo molto forte, una colonna di italiani e gli stranieri giusti forti. Si vedeva il gruppo in campo e fuori: noi italiani ci aiutavamo a vicenda, ma c’era un gruppo omogeneo che poteva puntare a vincere sul campo».
IL TRIONFO – Materazzi poi si sposta avanti di otto anni: «Sul Triplete dell’Inter che devo dire? Mourinho era un fenomeno. Il primo allenamento di Mourinho arriva alla Pinetina, noi tutti in silenzio non volava una mosca. Stretching, i primi tre minuti, lui ci guarda e dice: “Oh, guardate che potete anche ridere con me”. Da lì si è sciolto l’ambiente ed è diventato uno spasso, da fuori sembrava il sergente cattivo ma con noi era un fratello e un padre. Poi quando c’era da farlo ti ammazzava, ma aveva creato un’empatia che nessuno si azzardava a pensare differente dal gruppo. Ad Adriano Leite Ribeiro aveva detto che con lui non giocava più, perché aveva fatto delle serate ed era arrivato tardi. Tre giorni dopo derby: Adriano e Zlatan Ibrahimovic in attacco, nessuno se lo aspettava e fu uno dei migliori. Con lui toccò le corde giuste, sapeva fare la differenza».
IL RICORDO – Materazzi ricorda un aneddoto dell’Inter del 2010: «Uno shampoo incredibile alla squadra è dopo Catania. Perdiamo 3-1 e il martedì andavamo a Londra (col Chelsea, ndr), era successa la cosa di Mario Balotelli lasciato a casa e la domenica ci ha fatto uno shampoo, uno dei tanti fatti a Toldo che non giocava. Gli ha fatto: “Tu, Francesco, non sei più lo stesso”. E lui: “Hai ragione mister!” Io ho detto: “No Francesco, tu sei veramente un fenomeno!” Da lì andiamo a Londra, che se non vinci con la polemica di Balotelli e fuori dalla Champions League diventava una cosa pesante: prendiamo il volo e diventiamo quasi imbattibili e invicinbili a livello di gruppo. Poi chiaro, se non facevi 3-1 col Barcellona…»
INVINCIBILI – Materazzi prosegue il racconto: «Noi ci allenavamo per giocare undici contro nove o undici contro dieci. A Barcellona, quando viene buttato fuori Thiago Motta, nel secondo tempo non pensavamo di ripartire dal portiere: tiravamo molto poco in porta, ma eravamo organizzati. E forti, fra Thiago Motta, Diego Milito, Lucio e Wesley Sneijder. La società aveva messo in mano una grande squadra e lui ha messo la mano dove doveva. Milito penso che ha perso tempo, con tutto il rispetto per le squadre dove ha militato per il rispetto che ha per il Saragozza: poteva giocare tantissimi anni nelle grandi squadre. Era molto umile e molto intelligente, come attaccante fondamentale. Eto’o aveva fatto il Triplete l’anno prima, sai quanti messaggi gli ha mandato Mourinho? Lui ci ha aiutati a vincere il Triplete, è stato disposto veramente a tutto. Non era facile vincere all’Inter l’anno dopo averlo già fatto a Barcellona».