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Inzaghi, il recupero dei Mondiali insegni: no turnover, ma due formazioni

Simone Inzaghi nel 2023 dovrà puntare a fare meglio con l’Inter, così da raggiungere gli obiettivi stagionali. E molto dipenderà anche dalle sue scelte tattiche.

SCELTE FISSESimone Inzaghi passa spesso per integralista, a causa delle sue scelte sulla panchina dell’Inter. Il tecnico ha dei giocatori che ritiene intoccabili, e che schiera sempre dal 1′ se può permetterselo. Parliamo ovviamente di Milan Skriniar in difesa. Della mediana a tre composta da Nicolò Barella, Marcelo Brozovic e Hakan Calhanoglu. E poi Lautaro Martinez in attacco. Con il jolly Federico Dimarco, schierabile tanto in difesa quanto sull’esterno. E non a caso questi giocatori (escluso Brozovic, a lungo fuori per infortunio) sono tutti nella top11 dei più usati da Inzaghi. Che tuttavia dovrà cambiare approccio nel 2023.

DUE FORMAZIONILa rosa dell’Inter è molto profonda, perlomeno a livello numerico. Poi è doveroso interrogarsi sulla differenza di qualità tra i titolari e alcuni rincalzi. Ma questi sono discorsi da rimandare, in attesa del mercato. Inzaghi potrebbe letteralmente avere due formazioni dell’Inter a sua disposizione. Quantomeno in 7-8 effettivi. Ciò significa che il tecnico può intercambiare i suoi giocatori liberamente, alternando formazioni diverse tra di loro? No, il turnover non è la risposta giusta. Serve un cambio di paradigma: Inzaghi non ha solo più giocatori per uno stesso ruolo. Bensì, può indirizzare i diversi momenti della gara attraverso i cambi.

Inzaghi, due Inter per due momenti diversi

INTEGRALISMO – Quando si parla delle sostituzioni, emerge uno dei temi più caldi per i detrattori di Inzaghi. Il tecnico nerazzurro viene infatti accusato di essere troppo severo, nei motivi e nei contenuti dei suoi cambi tattici. Le sostituzioni avvengono o per fare uscire giocatori già ammoniti, o per dare il cambio ruolo su ruolo ad un giocatore. La prima è una fobia che l’allenatore dell’Inter deve iniziare a superare, non è certo un mistero. La seconda è invece una strategia non per forza sbagliata. Purché i presupposti vengano corretti.

GUIDARE LA PARTITA – Sin dalla prima partita dei Mondiali in Qatar terminati domenica si sono visti recuperi molto lunghi. Anche 15 minuti aggiuntivi nella stessa partita, con l’obiettivo di aumentare il tempo effettivo di gioco. E c’è una buona probabilità che assisteremo a questa prassi anche nei principali campionati europei. Una sciagura, per molti tifosi. Ma al tempo stesso uno spunto interessante per diversi allenatori. Compreso Simone Inzaghi. Che potrà così iniziare a ragionare su due formazioni, per incidere nel modo più uguale possibile sia dall’inizio della gara, sia a partita in corso. Poter contare su giocatori “dell’ultima mezz’ora” (che può partire anche al 75′) sovverte completamente il modo di leggere le gare. E il tecnico dell’Inter deve ragionare in quest’ottica, perché i nerazzurri in grado di invertire le sorti di una partita ci sono. Basta solo dare loro il tempo necessario per entrare in partita, impiegandoli quindi a partire da almeno 15-20 minuti dal fischio finale.

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