Infantino: “Inter-Napoli sdegno, solidarietà Koulibaly. Violenza…”
Le parole del presidente della FIFA Gianni Infantino, intervistato da “Sky Sport 24” in occasione dei Globe Soccer Awards a Dubai; si torna a parlare degli episodi avvenuti nella sfida fra Inter e Napoli, in cui si sono manifestati episodi di razzismo nei confronti del difensore azzurro Kalidou Koulibaly.
SIAMO TUTTI KALIDOU – Gianni Infantino torna sui fatti di Inter-Napoli del 26 dicembre: «La prima reazione del presidente della FIFA è tristezza, sdegno. Non è possibile, solidarietà ovviamente a Kalidou Koulibaly, io stesso quando sono stato eletto presidente della FIFA ho proposto come segretario generale una donna senegalese, prima volta nella storia, dunque bisogna con degli atti concreti far passare il messaggio chiaro che nel calcio non vogliamo razzismo, però bisogna farlo penso in modo continuo e non occasionalmente, non aspettare che succeda qualcosa per poi reagire, dimenticare tutto e poi si ricomincia sei mesi o un anno dopo quando succede un altro incidente. Ovviament questi incidenti vanno condannati con grande serenità, però devono essere soprattutto uno stimolo a noi tutti dirigenti del calcio, per abbassare un pochino i toni, perché forse quest’aggressività che c’è in giro e sfocia a volte in violenza e a volte in razzismo è anche un po’ dovuta a dei toni forse non sempre adatti che alcuni dirigenti hanno. Dobbiamo cercare di lavorare tutti, far vedere che il calcio è un mondo aperto e tollerante in cui il razzismo e la violenza non devono avere posto».
VIOLENZA DA COMBATTERE – «Gli scontri prima di Inter-Napoli? È assolutamente inconcepibile che nel 2019 si debba ancora morire per una partita di calcio. Vanno cambiate le leggi, sicuramente, ma vanno anche applicate le leggi. Basta guardare la situazione in alcuni paesi che hanno avuto dei problemi ben più gravi di quelli italiani e li hanno risolti. Come si risolvono? Andando a cercare le persone violente e facendole uscire dal calcio, non sono migliaia come spesso si dice e non sono neanche centinaia, sono poche decine o ancora meno probabilmente. Una volta che li prendi e li metti dentro per un periodo e fuori dagli stadi rompi questo circolo vizioso della violenza, però bisogna farlo e ci vuole veramente la collaborazione delle autorità, che so hanno delle cose più serie da fare anche se non so cosa ci sia di più serio della vita di una persona, però la violenza nel calcio non è un problema solo italiano e va combattuta con leggi dure».
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