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IN – Casini: «Caos arbitri? Sono tranquillo. L’errore fa parte dell’uomo!»

Dopo gli ultimi episodi arbitrali del fine settimana che hanno scatenato non poche polemiche anche contro l’Inter, Lorenzo Casini esprime la propria opinione.

POLEMICHE – Il Presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, presente a un evento organizzato da Panini, ha risposto ad alcune domande su una serie di argomenti legati anche all’Inter. Di seguito le dichiarazioni raccolte dal nostro inviato Crescenzo Greco, presente sul posto: «La quiete dopo la tempesta? No, perché? Questi eventi sono sempre un’occasione di dialogo. Non abbiamo temi particolarmente divisivi. Tutto tranquillo? Sì. Si discuterà del VAR? Al momenti non è previsto ma ricordo che l’anno scorso, quando la Serie A ha predisposto un documento di proposta c’era un punto specifico sul VAR. Che era quello di costante revisione del protocollo, le famose cinque pagine del regolamento. Proprio per cercare, in modo sempre collaborativo con l’AIA, di ridurre i margini di errore che, ahimè, possono comunque restare. Ricordiamoci che gli arbitri italiani, se guardiamo anche a quello che è successo in Premier League quest’anno e in questa stagione, restano un’eccellenza in ambito internazionale. Purtroppo l’errore fa parte dell’uomo, lo ha ricordato anche il designatore Rocchi. Si tratterà sempre di lavorare insieme per ridurre il più possibile questo margine di errore. L’arbitro è il mestiere probabilmente più difficile del mondo, sono attimi e frazioni di secondo».

Casini risponde alle polemiche arbitrali

SOLUZIONI – Lorenzo Casini continua sull’argomento VAR, tanto discusso negli ultimi giorni. Un pensiero anche sulle polemiche dei dirigenti sportivi, come quelle di Sean Sogliano del Verona dopo la sfida contro l’Inter: «Il VAR è uno strumento che è sempre migliorato negli anni e può migliorare ancora. Come per esempio l’audio VAR e Open VAR, strumenti che aiutano a capire il perché di certe scelte. Si può arrivare anche a una diretta di quello che viene detto, che è una delle proposte che sappiamo esserci. Abbiamo discusso anche la possibilità del cosiddetto “Challenge”, che ovviamente non risolve ma sono tutte possibilità da sperimentare e che possono portare a migliorare. Un punto ai dirigenti sui toni tenuti nell’ultimo weekend? Questo compete alla Procura Federale. Noi diamo sempre un’indicazione di contenimento e comportamento. Purtroppo nell’immediato sappiamo che riguarda anche allenatore e giocatori. Poi son tutti esseri umani. Ma è chiaro che come Lega noi guardiamo sempre a contenere questo tipo di comportamento».

Casini sugli altri temi

DECRETO CRESCITA Il Presidente della Lega Serie A Casini, poi, si sofferma anche sull’abolizione del Decreto Crescita: «È stato modificato un anno fa, con modifiche importanti come la soglia d’età, di stipendio sopra un milione. Ricordiamoci che in Serie A lo stipendio medio è di 500 mila euro. Quindi un milione è già una cifra importante. Nel mercato estivo abbiamo visto che queste modifiche hanno funzionato perché sono arrivati meno di 50 giocatori, con la media di un milione e 2. Proprio per aiutare le società ad essere più competitive sul mercato. Abolirlo così, all’improvviso, senza dare nemmeno una moratoria di due, tre anni, è chiaro che nell’immediato porterà un esborso maggiore per le squadre. E quindi non risorse distribuite su altri settori, compreso quello giovanile. In realtà il beneficio dei rimpatriati non è sparito. Adesso sarà generalizzato, con un tetto a 600 mila euro. Quindi praticamente il rischio sarà che alcuni giocatori giovani dall’estero continueranno ad avere il Decreto Crescita, quando con le regole modificate non ce l’avevano più».

STADI – Casini conclude con un focus sugli stadi, che interessa anche l’Inter: «Per quanto riguarda gli stadi, ricordiamoci che nel Regno Unito gran parte del movimento di rinnovamento è avvenuto grazie al finanziamento pubblico alimentato dai giochi e dalla lotteria. L’Italia l’ha fatto in passato. Pensate al gioco del lotto, quando fu creata la giocata aggiuntiva per i beni culturali. Noi abbiamo giochi che si fondano sul calcio e sullo sport ed è impossibile che non ci sia una redistribuzione che poi a cascata va a tutto il settore».

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