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C. Zanetti: “Inter? Bene con tutti, tranne con Mancini! Derby Champions…”

L’Inter nei ricordi di Cristiano Zanetti, intervenuto ai microfoni di “Calciomercato.com”. L’ex centrocampista ha ricordato la sua esperienza in nerazzurro, il suo poco feeling con Mancini e la semifinale di Champions League contro il Milan. Di seguito le sue dichiarazioni

TRASFERIMENTO – Dalla Fiorentina all’Inter, Cristiano Zanetti racconta il suo trasferimento: «A sorpresa. Ero della Fiorentina, era una cosa bella, perché andavo in una società importante come l’Inter, però non me l’aspettavo che la Fiorentina mi desse via così. Avevo fatto bene, due anni di B, le Nazionali giovanili, e poi mi sono ritrovato in quella realtà, piena di campioni, ed era difficile per un ragazzo come me trovare spazio, non era possibile giocare per un ventenne. Quell’anno l’Inter prese molti giovani? Sì, li prese ma per giocare pochi (ride, ndr). Sono però stato anche fortunato, perché poi sono andato anche a Roma, con un allenatore importante che mi ha insegnato tanto e in un gruppo che mi ha accettato subito».

FEELING – Zanetti ricorda anche il feeling con Hector Cuper: «Mi sono trovato bene con tutti, tranne che nell’ultimo anno con Roberto Mancini, ma perché ero in scadenza di contratto, c’erano problemi con il rinnovo e quindi poi è venuto fuori il discorso della Juventus e tutto si è complicato. Nei primi sei mesi è andato tutto bene, a gennaio le cose sono cambiate, con più problematiche. Prima, però, sono sempre stato felicissimo di vestire quella maglia, ho sempre dato tutto, nel bene e nel male. Ci sono state annate più importanti e alcune meno. C’è stata la semifinale di Champions, il 5 maggio ma anche le Coppe Italia e le Supercoppa».

AMAREZZA – Per finire Zanetti ricorda l’amarezza del derby europeo: «Nella semifinale di Champions League contro il Milan sarebbe bastato un sorteggio invertito? O che Abbiati non facesse quella parata su Kallon alla fine. Il Milan passò anche con l’Ajax all’ultimo secondo, se no dovevamo giocare contro gli olandesi. Una serie di cose che cambia tutto, con il Milan che poi vinse la Champions, vincendo una partita delle ultime 5. Tornando anche al 5 maggio, stavamo facendo una grande stagione nonostante le squadre che c’erano. Vincere o non vincere è questione di poco: infortunio, episodio e cose così. A differenza di ora, però, il talento era distribuito su 3 o 4 squadre. Ora non è così. La rosa della Lazio non è oggi paragonabile a quella della Juve, per fare un esempio».

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