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Real Madrid-Inter: Conte paga i soliti errori e la panchina è un “problema”

CONSIDERAZIONI POST-PARTITA

PROTAGONISTA – Un’altra “non vittoria” che sarebbe stata giustificabile se fosse stata una “non sconfitta”, ma sulla panchina nerazzurro questo ragionamento non va in porto e il colpevole non può che essere uno: Conte. L’1-0 e il 2-0 del Real Madrid vengono regalati in campo da errori individuali inspiegabili, e di questi al tecnico non può essere detto nulla. Il 2-1 e il 2-2 arrivano a sorpresa, quando i padroni di casa abbassano un po’ la guardia. Forse è un merito dell’allenatore aver creduto nelle sue idee iniziali, forse un demerito non aver cambiato subito ciò che non stava funzionando. Ed è sicuramente una colpa aver cambiato tardi e male il resto. Sia sul 2-2 sia sul 3-2 le scelte fatte sono “conservative”. Non viene stravolta l’idea iniziale (Kolarov, Eriksen e Pinamonti guardano la partita dalla panchina) ma vengono messe in scena delle staffette che fanno uscire l’Inter dalla partita. E questo tipo di lettura sta diventando un problema. Autolesionista.

COMMENTO – La partita di Valdebebas si presenta come un appuntamento da non fallire. Ci sono tutti i presupposti per l’impresa. Ma anche un pareggio esterno, vista anche la situazione creatasi nel Gruppo B di UEFA Champions League, sarebbe (stato) un trionfo. Invece l’Inter va KO. E lo fa senza subire il gioco del Real Madrid, anzi. L’Inter va KO perché persevera negli errori di inizio stagione. La difesa regala altri tre gol. L’attacco ne segna due, dopo svariati tentativi. Ma il centrocampo? I tre mediani, chiamati più a distruggere il gioco avversario che a costruire quello proprio, si vedono poco e non sempre positivamente. Infatti finiscono sul taccuino dell’arbitro. Troppo nervosi e inconcludenti. Non fosse per il lampo di Barella, l’Inter non sarebbe mai rientrata in partita. Fanno peggio gli uomini sulle fasce, dove Conte sceglie di non aggredire sulla sinistra e a destra viene “tradito” da Hakimi. Il vero problema è ciò che succede dopo un’ora di gioco, quando Zidane rinnova il Real Madrid e l’Inter inizia a subire la freschezza offensiva dei padroni di casa (chiedere a D’Ambrosio per informazioni). Dov’è la panchina dell’Inter? E perché non si alza nessuno in grado di far cambiare inerzia alla partita? Le mosse potrebbero essere tante e nessuna della disperazione. Alcuni esempi: inserire Kolarov a tutta fascia al posto di Young. Oppure riportare Perisic largo a sinistra schierando una punta vera (scegliendo Sanchez subito e Pinamonti nei minuti finali). O ancora, piazzare Eriksen in cabina di regia per provare finalmente a lanciare gli esterni. Invece no, Conte si affida a Gagliardini e addirittura Nainggolan per provare a ottenere chissà cosa. E non lo ottiene. C’è poco da aggiungere, con la visione offuscata da paraocchi questa squadra non andrà da nessuna parte. L’Inter sbaglia tutto ciò che può sbagliare da un mese e mezzo, Conte è il primo a farlo. Ormai è tempo di cambiare, qualcosa (o qualcuno).

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