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Inter-Monaco (2-2): Inzaghi e la difesa a ‘ter’ da dimenticare. Fasce rivedibili

Inter-Monaco inizia male ma finisce tutto sommato bene. L’amichevole internazionale a Ferrara termina 2-2 in rimonta. Primo gol in maglia nerazzurra per Asllani, che pareggia i conti dopo la rete del compagno di reparto Gagliardini. Un test poco utile per Inzaghi, costretto a schierare una formazione rimaneggiata, eccezion fatta per l’attacco. Malissimo la difesa con tre terzini, deludenti gli esterni. Di seguito l’analisi tattica dell’amichevole Inter-Monaco

Pre-Game Analysis: il modulo e le scelte di Inzaghi

FORMAZIONE – Ecco il 3-5-2 di partenza dell’Inter scelto da Simone Inzaghi per affrontare il Monaco in amichevole: 1 Handanovic (C); 36 Darmian, 33 D’Ambrosio, 32 F. Dimarco; 12 Bellanova, 5 Gagliardini, 14 Asllani, 22 Mkhitaryan, 8 Gosens; 90 Lukaku, 10 Lautaro Martinez.

Inter-Monaco formazione ufficiale
Inter-Monaco formazione ufficiale

In-Game Analysis: lo sviluppo e la lettura della partita

HIGHLIGHTS – Nel primo tempo, al 3′ Caio Henrinque ci prova ma il palo salva Handanovic. Al 7′ tutto troppo facile per Golovin, che di sinistro non sbaglia dopo l’ottima avanzata di Ben Yedder tra le maglie nerazzurre dopo aver sfruttato al meglio il buco difensivo creato da D’Ambrosio e compagni (0-1). Poi al 30′ Ben Yedder scatta sul filo del fuorigioco tra Darmian e Bellanova, superando Handanovic con uno scavetto (0-2). Al 42′ Gagliardini ribadisce in rete la respinta del portiere monegasco sul colpo di testa del solito D’Ambrosio sugli sviluppi di un corner battuto perfettamente da Asllani (1-2). E al 44′ è il turno della traversa clamorosa di Lautaro Martinez, che allungando la gamba impatta benissimo di sinistro il cross di Dimarco da sinistra. Nel secondo tempo, al 59′ Asllani è bravissimo a piazzarla con un diagonale mancino nell’angolino basso dopo la respinta del portiere avversario sull’ottimo tentativo di Lukaku (2-2).

MODIFICHE – Nell’intervallo, quindi già al 46′ sull’1-2, arriva il primo cambio dell’Inter: fuori Gosens, dentro Lazaro. L’austriaco agisce da quinto sinistro. Al 61′, subito dopo il 2-2, ecco la girandola di cambi decisa da Inzaghi: fuori Handanovic, D’Ambrosio, Dimarco, Bellanova, Gagliardini, Asllani, Mkhitaryan, Lukaku e Lautaro Martinez, dentro Onana, de Vrij, Bastoni, Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Dzeko e Correa. In pratica entra in campo la seconda squadra a eccezione di Darmian, confermato fino al triplice fischio finale da terzo destro.

Player Analysis: il singolo decisivo visto ai raggi X

PROTAGONISTA – Così come a Lugano, anche a Ferrara decide chi segna: Kristjan Asllani (vedi pagelle). Il primo gol nerazzurro del centrocampista albanese corona una prestazione di buon livello. Magari in mezzo al campo ancora non ruba l’occhio, ma continua a mettere la sua firma anche da fermo. In particolare sui corner. Il gol di Gagliardini è per metà di D’Ambrosio, che riceve la palla-gol proprio da Asllani, direttamente dalla bandierina. In regia c’è ben poco da fare, visto che la prima ora di gioco di Inter-Monaco consiste nel lanciare Lukaku e Lautaro Martinez. Un mono-compito che non rende giustizia al lavoro di Inzaghi. E lo stesso Asllani andrebbe rivisto nei meccanisimi della formazione-tipo. Con o senza Brozovic. Predestinato.

Post-Game Analysis: le considerazioni finali

COMMENTO – Inzaghi in Inter-Monaco schiera una formazione che non vedrebbe mai la luce in una partita ufficiale. Non poter utilizzare dall’inizio la difesa titolare formata da Skriniar, de Vrij e Bastoni è un limite enorme per questa rosa. E in attesa che venga inserito nel pacchetto Bremer, a prescindere dall’eventuale addio del numero 37 slovacco, il trio a disposizione è da brividi. La difesa a tre diventa una difesa a ter… zini! Tutti reinventati centrali. D’Ambrosio non può ereditare il ruolo di Ranocchia, quindi non si candida da vice-de Vrij. Darmian dà più garanzie sulla linea dei centrocampisti. E Dimarco terzo di difesa è un’opzione limitata, non da grandi occasioni. Ne esce fuori un reparto non all’altezza del nome. Non brilla nemmeno il centrocampo. In particolare gli esterni. La coppia Bellanova-Gosens deve carburare molto. Probabilmente non riuscirà mai a emulare il duo Hakimi-Perisic, ma l’impressione è che Dumfries-Darmian oggi dia molte più garanzie. Serve pazienza, poco da aggiungere.

OSSERVAZIONE – L’Inter per il momento ha fatto una scelta precisa: ripristinare il reparto più deludente nella passata stagione. Una scelta che rimette Lukaku al centro del progetto tecnico-tattico di Inzaghi, con i suoi pro e anche contro. Insistere sugli automatismi della coppia Lukaku-Lautaro Martinez è il minimo che può fare oggi Inzaghi. Ed è forse l’unica cosa su cui non deve mettere mano. Anzi, più li lascia liberi di giocare e meglio è. Il resto, però, va re-inventato. O meglio, ri-ottimizzato. La preoccupazione di alterare tutti gli equilibri spostando un nome in difesa (Skriniar?), a prescindere dal valore del sostituto (Bremer?), è tanta. E lo stesso vale sulle fasce e in mezzo al campo. L’Inter rischia di ripresentarsi ai nastri di partenza con un gioco mono-tematico che verte esclusivamente sulla coppia offensiva, togliendo potenziale al resto del gruppo. Ed è un rischio che non può permettersi. Spostare una pedina, senza avere alternative adeguate (Dzeko-Correa?), può creare problemi in tutti i reparti. Eppure sul mercato qualche occasione si può ancora cogliere…

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