Nota tattica di Juventus-Inter: Dimarco simbolo del cambio di ritmo
Nota tattica, una rubrica che mira a sottolineare un dettaglio, in positivo o in negativo, dell’ultima partita dell’Inter. Dopo Juventus-Inter parliamo dell’ingresso di Dimarco.
DUE ATTEGGIAMENTI – Juventus-Inter è partita con un’impostazione tattica ben precisa dei nerazzurri. Inzaghi ha optato per la prudenza, con una squadra più bassa e attenta a coprire gli spazi. Da qui le scelte di Matteo Darmian e Danilo D’Ambrosio tra i titolari. Secondo il report della Lega Serie A nel primo tempo la squadra ha tenuto il baricentro a 48,03 metri, favorita anche dal gol iniziale. Poi però tutto è cambiato. I due gol bianconeri a inizio secondo tempo hanno costretto il tecnico a cambiare atteggiamento per trovare almeno il pari. E il simbolo di questo cambiamento è Federico Dimarco.
NUOVA OPZIONE – Il numero 32 è spesso discusso per i suoi problemi nella fase difensiva pura. Infatti Simone Inzaghi in questa gara lo ha tenuto inizialmente in panchina. Ma come arma in impostazione sa essere importante. E in finale di Coppa Italia è arrivata una conferma di spessore. Il suo ingresso, insieme a Denzel Dumfries e Joaquin Correa, ha di fatto suonato la carica. L’Inter in quel momento ha ripreso in mano il gioco. Tornando a controllare il pallone e alzando il baricentro a 58,43 metri. Ben dieci in più che nel primo tempo. E Dimarco ha iniziato a sgusciare da tutte le parti.
RISORSA OFFENSIVA – Questa è la sua heatmap presa da Sofascore:
Una chiara proiezione offensiva. Non esattamente quella che ti aspetti da un difensore. Nemmeno in un modulo a tre. Dimarco è stato un elemento chiave di Inzaghi per chiudere la Juventus nella sua metà campo. Facendolo alzare su tutta la fascia sinistra ha aumentato le opzioni, dando nuovo sfogo a Perisic, trovando nuovi spazi e nuovi scambi. Spostando la difesa avversaria, costretta a inseguire un uomo in più, ha creato occasioni coi tiri a rimorchio. Al suo attivo in 53 minuti ben 55 tocchi, con 41 passaggi realizzati (93% di precisione), 27 in avanti, 15 sulla trequarti (quarto di tutta l’Inter, a conferma del ruolo offensivo), 2 passaaggi chiave, 2 tiri e un assist. Quello che serviva per scardinare la difesa di Massimiliano Allegri.