Lukaku, in Italia fanno finta di non sentire. Problema da risolvere
Romelu Lukaku è stato squalificato per una giornata, è ufficiale la decisione del Giudice Sportivo. L’episodio accaduto durante Juventus-Inter ha sottolineato un grave problema presente in Italia e che non accenna ad una conclusione.
CORI – Romelu Lukaku ha zittito i cori razzisti, eppure è stato espulso per doppia ammonizione e non sarà disponibile per la gara di ritorno di Coppa Italia contro la Juventus. Il suo gesto ha avuto un’importante cassa di risonanza grazie soprattutto ai calciatori che hanno commentato l’accaduto, come Memphis Depay, Rafael Leao o Didier Drogba. Il comunicato della sua agenzia, Roc Nation, è eloquente circa la situazione presente in Italia. Dal 2019, anno in cui Lukaku fu bersaglio dei cori dei tifosi del Cagliari, al 2023 nulla è cambiato.
Lukaku, squalifica ingiusta
GIUDICE SPORTIVO – Ciò che fa riflettere però è la delibera del giudice sportivo. Una sola giornata di chiusura per la Curva Sud dell’Allianz Stadium, settore da cui sono proseguiti nel corso della partita i cori razzisti (vedi articolo). Il “comportamento non regolare” è valso a Lukaku la squalifica (vedi articolo), quest’ultima ha sottolineato ancora una volta quanto possa essere bassa la credibilità del nostro Paese all’estero. Secondo il Codice di Giustizia Sportiva l’Inter non può fare ricorso, trattandosi di una sola giornata, ma l’immagine della Serie A ne esce inevitabilmente macchiata. L’aspetto sportivo passa in secondo piano per situazioni del genere: l’Italia deve andare avanti, fare un passo oltre il razzismo. Il problema non va sottovalutato, né tantomeno negato come si vorrebbe fare. Non esistono questioni di tifo, i cori vanno condannati che siano per un giocatore dell’Inter o per altri.